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Herr Bach: lei e' in arresto!

, di Giovanni Iudica - ordinario di diritto civile e direttore della Scuola di giurisprudenza della Bocconi
Le sventure del maestro alla corte di Weimar

Anche i grandi compositori tedeschi, prima di Beethoven e dell'affermarsi del mercato culturale borghese, vissero per pochi soldi al servizio di un nobile, di una chiesa o di una municipalità, in balia dei capricci del loro signore. Heinrich Schütz, autore di capolavori monumentali, esercitava soltanto le funzioni di maestro di cappella presso la corte di Dresda, ma non era mai riuscito a diventare ufficialmente titolare di quel ruolo e cioè a ottenere il riconoscimento formale dal principe elettore, con conseguente e legittimo appellativo, di Kapellmeister della Corte sassone. Quando insistette per ottenere gli arretrati che gli spettavano, si sentì rispondere che il principe elettore aveva semplicemente cancellato il debito. Dall'angolo visuale del diritto romano si trattava di un fatto mostruoso: il creditore può rinunciare al suo credito, ma il debitore non può liberarsi dell'obbligo semplicemente dichiarando di non volerlo adempiere! Ma nel Rinascimento ai nobili era consentito anche questo privilegio.

Le condizioni di lavoro e gli stipendi di un cantor o di un organista comunale o di uno Stadtmusikus erano in genere modestissimi. Lo stipendio base di un cantor di Lipsia era di 87 talleri e 12 groschen l'anno, più una gratifica per la legna e una quota degli accidenten (matrimoni, funerali, feste). Il padre di Johann Sebastian Bach, Johann Ambrosius, Stadtmusikus a Erfurt, guadagnava 40 fiorini, 4 groschen e 8 pfennig (1 fiorino equivaleva a 1 tallero e 3 groschen, e un fiorino conteneva 21 groschen). Per avere una (vaga) idea della capacità di acquisto della moneta di allora, diciamo che 1 chilo di pane costava 1 groschen; 34 fiorini erano ritenuti sufficienti per pagare vitto e alloggio per una persona. Johann Sebastian, quando era musicista di Corte a Mühlhausen, guadagnava 150 talleri; a Weimar 250 talleri, e, in crescendo, a Köthen (dove scrisse i celeberrimi Concerti Brandemburghesi) 400 talleri. Händel, a venticinque anni, come Kapellmeister di Hannover, guadagnava 1.000 talleri, ma Händel valeva per tre: era compositore tedesco di musica sacra, compositore italiano di musica vocale e compositore di musica per tastiera in stile italiano e, a piacere, anche in stile tedesco!

Nel 1784 nei paesi europei di lingua tedesca erano in attività, presso le varie corti, trecentoquaranta compositori. Telemann, a sessanta anni, aveva scritto qualcosa come seicento ouvertures e cinque cicli annuali di cantate sacre. Carl Heinrich Graun novantasei sinfonie. Holzbauer, di Mannheim, duecentocinque sinfonie. Hasse, il mattatore di Dresda, perse addirittura il conto delle sue composizioni. La loro posizione di Kapellmeister era tendenzialmente sicura e stabile, ma fino a un certo punto. Di norma il principe "datore di lavoro" poteva licenziare il suo dipendente senza preavviso, mentre le dimissioni del musico dovevano essere accettate dal principe per essere efficaci. Il contratto tra Haydn e il principe Paul Esterházy, del 1761, costituiva un'eccezione particolarmente favorevole per il compositore, perché prevedeva il diritto di recedere dal contratto, con un preavviso di appena sei mesi, senza necessità di ottenere previamente il consenso. Pochi ricordano (o sanno) che il grande Johann Sebastian Bach subì la vergogna di essere tradotto in carcere e di restarvi imprigionato per un mese. Quale delitto fu commesso dal pacifico, religiosissimo Kapellmeister? Bach si era dimesso dal suo ufficio presso la corte di Weimar senza avere ottenuto il previo consenso del principe. Due gendarmi bussarono alla sua porta e gli dissero bruscamente, davanti alla moglie e ai suoi numerosi figli: "Herr Bach, Sie sind verhaftet!". Signor Bach, siete in arresto!