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Per gli startupper, il tempo non è denaro. Ecco perché si buttano

, di Andrea Costa
Un articolo di Cédric Gutierrez e altri analizza il modo in cui gli imprenditori valutano i costi e i benefici dell'investimento del proprio tempo, con risultati apparentemente controintuitivi

Il modo in cui gli individui valutano il futuro rispetto al presente può essere un importante fattore alla base della decisione di diventare imprenditori. Secondo un nuovo studio, coloro che pensano al futuro come a qualcosa di molto lontano, e quindi di minor valore ora, sono più propensi ad avviare un'attività imprenditoriale rispetto a coloro che la pensano diversamente.

Cédric Gutierrez, del Dipartimento di Management e Tecnologia della Bocconi, insieme a Randolph Sloof dell'University of Amsterdam e Donal Crilly della London Business School, nel loro articolo "Time Is Not Money! Temporal Preferences for Time Investments and Entry into Entrepreneurship", studiano il valore percepito del tempo e del denaro come uno dei principali motori dell'imprenditorialità, introducendo una dimensione comportamentale in un tema di ricerca finora dominato da considerazioni puramente finanziarie.

La decisione di diventare o meno un imprenditore, tipicamente inquadrata come la creazione di un'attività in proprio rispetto al lavoro dipendente, è cruciale nella vita di una persona. Si ritiene comunemente che lavorare come dipendente comporti uno stipendio più o meno stabile nell'arco dell'intera vita lavorativa, mentre un imprenditore non realizzerà profitti per un certo periodo di tempo ma avrà la possibilità di ottenere guadagni più elevati in futuro. In questa prospettiva, le due variabili chiave sono il denaro guadagnato e il tempo investito, e più precisamente il loro valore percepito. Potremmo pensare che gli imprenditori siano più pazienti dei lavoratori dipendenti: dopo tutto, ci si aspetta che gli individui più pazienti perseguano carriere che offrono la prospettiva di maggiori guadagni nel lungo periodo, come l'imprenditoria, invece di alternative di stipendio più stabili (ma tendenzialmente più basse).

Questo modo di porre la questione, in pratica, è imperniato sul guadagno finanziario ma relega il tempo, l'altra variabile, a un ruolo secondario. Gutierrez e i suoi colleghi si sono invece concentrati su come le persone valutano l'investimento futuro del tempo. Si può prevedere infatti che gli imprenditori lavoreranno più ore dei dipendenti in futuro, ma sono comunque pronti ad avventurarsi in una nuova attività. Un imprenditore sarebbe quindi una persona che attribuisce un basso valore al tempo futuro, agendo come se il tempo non fosse denaro.

Gli autori hanno verificato la loro ipotesi su studenti di una nota business school internazionale che avevano diversi livelli di intenzione di diventare imprenditori, ma erano per il resto simili, e hanno rilevato che gli studenti con elevate intenzioni imprenditoriali scontavano più fortemente (cioè gli assegnavano meno valore) gli investimenti futuri di tempo rispetto a quelli con intenzioni imprenditoriali più deboli. A questo primo esperimento sono seguiti altri due studi, entrambi con due diversi panel di intervistati, uno di imprenditori e l'altro di dipendenti. Questi studi hanno confermato i risultati del precedente, con l'interessante dettaglio che i fondatori di startup hanno scontato gli investimenti di tempo più degli imprenditori affermati.

"Un aspetto importante dei nostri risultati," afferma Cédric Gutierrez, "è che hanno implicazioni per le scelte politiche. Negli ultimi anni si è assistito a una proliferazione di programmi di formazione all'imprenditorialità: inserire elementi legati alla percezione del tempo nella formazione imprenditoriale può influenzare le intenzioni, portando infine alla creazione di imprese. I programmi di pianificazione aziendale possono favorire l'adozione di una prospettiva a lungo termine cambiando le percezioni temporali, il che può essere dannoso per le intenzioni imprenditoriali. Dovremmo quindi spingere per una maggiore enfasi su come valutare il valore attuale dell'investimento nel tempo, con il rischio di avere meno imprenditori?"