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La Generazione Z ha un approccio pragmatico alla mobilità: sceglie i mezzi non per ideali ecologici, ma innanzitutto per efficienza, sicurezza e costo. Lo rivela uno studio del Mobius Lab di SDA Bocconi, che mostra come sistemi di incentivi e soluzioni d’utilizzo semplici ed economiche pesino più della narrazione sulla sostenibilità

Gen Z non è solo la generazione dei Fridays for Future, ma anche quella del pragmatismo. Forse non è solo disincanto; pesa anche una riduzione significativa delle capacità di spesa rispetto al reddito disponibile, soprattutto in Europa. Come risultato, i giovani di oggi scelgono come muoversi in base a efficienza, sicurezza e costo. Se è vero che la sostenibilità è riconosciuta come un valore, è anche vero che non prevale in assoluto nel guidare le decisioni: nel momento della verità prevalgono semplicità d'uso, la certezza, la sicurezza e soprattutto il costo.

Lo rivela l'ultimo studio Mobius Lab di SDA Bocconi, che analizza i comportamenti della Gen Z sulla mobilità urbana a livello globale, in comparazione con quelli dei Millennials. La ricerca, condotta con una metodologia mista, si è avvalsa di oltre 100 interviste in profondità e di una survey su 6.605 rispondenti nei grandi centri urbani di Francia, Germania, UK, Cina e India. I risultati mostrano che, sebbene i giovani riconoscano l'importanza della sostenibilità, ciò che realmente influenza le loro scelte sono aspetti molto funzionali: semplicità, disponibilità immediata, costo, riduzione dell’incertezza. 

E quando si tratta di veicoli più sostenibili, la scelta non può prescindere da incentivi concreti, sia nell’acquisto sia nell’utilizzo. La sostenibilità è più un dovere dei produttori di veicoli e dei fornitori dei servizi, che non un sacrificio che si può chiedere alla Gen Z. Anche se viene riconosciuto come un valore, non è in grado di compensare una riduzione di altri aspetti fra cui soprattutto il costo della mobilità.

“Non possiamo pensare che la Gen Z adotti soluzioni di mobilità esclusivamente per motivazioni etiche legate alla sostenibilità”, afferma Stefania Borghini, professoressa di Marketing della Bocconi e coordinatrice dello studio. “Quello che realmente li può spingere all'adozione di nuove forme di trasporto più sostenibili è un mix di efficienza, semplicità e incentivi tangibili.”

La sostenibilità? Non basta

Uno dei risultati dello studio è che la Gen Z non vede la sostenibilità come una motivazione primaria nello spiegare le proprie scelte di mobilità. In Europa, il 70% dei giovani riconosce l'importanza della sostenibilità, ma dà priorità a costo, sicurezza, rapidità, certezza. In Cina la sostenibilità non è considerata, eppure l'adozione dei veicoli elettrici o plug-in è più elevata che in Europa grazie agli incentivi statali che hanno ridotto il prezzo di queste soluzioni rendendole competitive con i veicoli a motore tradizionale.

“L’adozione di veicoli elettrici non è una questione ideologica, ma pratica”, prosegue Laura Colm, Associate Professor of Practice di Marketing e Sales in SDA Bocconi. “In Cina, per esempio, la diffusione dei veicoli elettrici nasce da incentivi statali come l’eliminazione delle tasse di possesso e i ridotti costi di utilizzo e manutenzione, in India da incentivi statali ma anche una scelta dei produttori di puntare su auto di fascia media e bassa con strategie di prezzo di penetrazione. Non da ultimo, la scelta di sovvenzionare i punti di ricarica privati, sia negli edifici residenziali sia nei luoghi di lavoro. In Europa l’adozione delle vetture elettriche e plug-in è più lenta a causa dei prezzi più elevati (nonostante l’esistenza di incentivi statali e locali) a causa di un’offerta limitata prevalentemente a modelli premium, e della percezione di una rete di ricarica ancora insufficiente.”

I dati lo confermano: mentre in Cina il 38,3% della gen Z possiede una vettura Plug-In e 12,6% una elettrica, in India la proporzione è rovesciata, con il 7,4% di PlugIn e il 27,3% di full electric. Fra i Paesi europei inclusi nella rilevazione, in UK il 13,1% della Gen Z nei grandi centri urbani possiede una vettura PlugIn e il 26,3% una elettrica; in Germania il PlugIn scendea al 3,1% e l’elettrico è all’11,2%; infine in Francia fra Gen Z nei grandi centri urbani il 10% guida una vettura Plug-In e una pari quota del 10% guida una vettura elettrica.

Gen Z tra car sharing e trasporto pubblico

Un altro punto chiave della ricerca riguarda le differenze geografiche nell’uso del car sharing e del trasporto pubblico. In Europa, la Gen Z è più incline all'uso del car sharing rispetto ai Millennials, ma la Germania rappresenta un'eccezione: qui i Millennials superano la Gen Z nell'adozione di questa pratica. I motivi principali che frenano il car sharing in Europa sono il costo del servizio (prima barriera all’utilizzo per gli intervistati) e l'incertezza sulla disponibilità dei veicoli (seconda barriera all’utilizzo). Un fattore decisivo nell’uso del car sharing per la mobilità privata è il reddito: più elevato esso è, maggiore è il ricorso a questa soluzione di mobilità.

In Cina la condivisione delle auto rimane un fenomeno occasionale piuttosto che una pratica consolidata, a causa dell'importanza culturale attribuita alla proprietà dell'auto. Diversamente in India, invece, si registra una forte preferenza per la condivisione di motorini elettrici piuttosto che delle auto.

Dopo l’auto, i trasporti pubblici, in tutte le regioni analizzate essi rimangono la scelta più diffusa per la mobilità urbana, sebbene con alcune differenze nelle motivazioni e nelle barriere al loro utilizzo. In Europa, la principale criticità riguarda la sicurezza notturna e la necessità di ridurre il numero di trasferimenti tra mezzi. In Asia orientale, il trasporto pubblico è apprezzato per la velocità ed efficienza, mentre in India le opzioni extraurbane sono spesso carenti. “Per chi può permettersela, l’auto rimane la scelta principale per gli spostamenti urbani”, sottolinea Armando Cirrincione, docente di Marketing all’Università Bocconi e fellow di Mobius Lab. “Il suo costo marginale (al netto dunque di costi comunque già sostenuti per il solo fatto di possedere l’auto) è inferiore rispetto alle soluzioni di trasporto pubblico, soprattutto nel caso di veicoli elettrici o plugin che offrono incentivi quali l’eliminazione dei costi di accesso alle aree urbane o dei costi di parcheggio e che possono essere ricaricati con soluzioni domestiche, magari alimentate con il supporto di pannelli fotovoltaici. In futuro dunque, rimanendo gli incentivi, è verosimile che assisteremo ad una crescita del traffico urbano privato dovuta alla diffusione di veicoli full electric o plugin”.

Mobilità del futuro: innovazione o miglioramento dell'esistente?

A conferma della pragmaticità di questa generazione, la visione della Gen Z sulla mobilità del futuro non è dominata da fantasie di trasporto ultratecnologico, ma piuttosto da un miglioramento delle soluzioni già esistenti. Il 58% degli intervistati ritiene che l’innovazione debba concentrarsi sul potenziamento delle infrastrutture esistenti, piuttosto che su nuovi modelli di trasporto.

“L’innovazione non può essere fine a sé stessa”, conclude Fabrizio Zerbini, direttore del Mobius Lab. “La Gen Z non cerca la tecnologia per la tecnologia, ma un miglioramento concreto della qualità della mobilità urbana, con soluzioni che rispondano ai loro bisogni reali: praticità, sicurezza e convenienza.”

Tra le idee più apprezzate per il futuro della mobilità, la Gen Z immagina una mobilità sviluppata in verticale, con città in cui le diverse modalità di trasporto siano meglio integrate. Anche la fuga dalla città è un fattore chiave: il 44% della Gen Z considera fondamentali le destinazioni di evasione per il tempo libero, con un forte richiamo verso mete europee e occidentali.

Con questi dati alla mano, appare chiaro che chiunque voglia progettare la mobilità del futuro dovrà andare oltre il semplice storytelling sulla sostenibilità e concentrarsi su ciò che realmente conta per la Gen Z: costo, facilità d’uso, certezza e sicurezza.

STEFANIA BORGHINI

Bocconi University
Dipartimento di Marketing
Cirrincione

ARMANDO CIRRINCIONE

Bocconi University
Dipartimento di Marketing
Laura Ingrid Maria Colm

LAURA INGRID MARIA COLM

Bocconi University
Dipartimento di Marketing
Fabrizio Zerbini

FABRIZIO ZERBINI

Bocconi University
Dipartimento di Marketing