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Smartphone usa e getta: il trucco dell’obsolescenza programmata

, di Barbara Orlando
Uno smartphone su tre viene sostituito prima del tempo. Desiderio di novità o strategia delle aziende? Uno studio Bocconi svela il ciclo infinito di consumo che svuota i portafogli e inquina il pianeta

In Italia, uno smartphone su tre viene sostituito entro pochi anni, spesso quando è ancora perfettamente funzionante. Dietro questo ciclo di consumo accelerato si nasconde un fenomeno sempre più diffuso: l’obsolescenza programmata. Milioni di dispositivi finiscono inutilizzati nei cassetti o, peggio, come rifiuti elettronici. Perché?

Secondo lo studio Planned Obsolescence and Smartphone Replacement: Empirical Evidence on the Italian Market di Nicoletta Corrocher e Sara Paganuzzi dell’Università Bocconi, il problema non è solo tecnologico, ma sostanzialmente psicologico: il desiderio di novità e le strategie di marketing spingono i consumatori a sostituire i dispositivi molto prima che siano realmente obsoleti. E mentre l’obsolescenza psicologica accelera i cicli di sostituzione, molti vorrebbero che il proprio smartphone durasse di più, mostrando un chiaro divario tra aspettative e realtà.

Ma c’è un segnale di cambiamento: un numero crescente di italiani sta scegliendo smartphone di seconda mano, spinto da una maggiore consapevolezza ambientale e dall’esigenza di risparmio. Questo cambiamento sta già rimodellando il mercato e aprendo nuove opportunità per i produttori più attenti alla sostenibilità.

“L’obsolescenza programmata non solo svuota il portafoglio dei consumatori, ma alimenta un ciclo di consumo insostenibile,” afferma Nicoletta Corrocher. “È tempo che le aziende ripensino i loro modelli di business e i consumatori il loro modo di acquistare.”

Lo studio getta luce su una verità scomoda: la maggior parte degli smartphone non smette di funzionare, smette solo di piacere. Ma il prezzo di questa insoddisfazione programmata lo paghiamo tutti, in termini economici e ambientali.

Cos’è l’obsolescenza programmata e come funziona?

L’obsolescenza programmata è una strategia intenzionale adottata dai produttori per ridurre la durata di vita dei prodotti, incentivando così l’acquisto di nuovi modelli. Nel mercato degli smartphone, questa pratica si manifesta attraverso varie forme:

  • Obsolescenza materiale: deterioramento fisico accelerato dovuto all’uso di materiali fragili, come il vetro per le cover posteriori, che aumenta la vulnerabilità ai danni.
  • Obsolescenza funzionale: interruzione degli aggiornamenti software per i modelli più vecchi, rendendoli incompatibili con le nuove applicazioni e funzionalità.
  • Obsolescenza psicologica: desiderio di novità alimentato dalle tendenze della moda e dalle strategie di marketing delle aziende, spingendo i consumatori a sostituire i dispositivi più frequentemente.
  • Obsolescenza economica: costi di riparazione elevati rispetto al prezzo di sostituzione del dispositivo, spesso aggravati da componenti difficili da riparare, come batterie non rimovibili.

Implicazioni economiche e sociali

Uno degli effetti economici più significativi dell’obsolescenza programmata è l’aumento dei costi per i consumatori. Molti utenti desidererebbero che i propri dispositivi durassero più a lungo, ma si trovano costretti a sostituirli molto prima a causa di problemi di aggiornamento software, usura materiale o semplicemente per il desiderio di avere l’ultimo modello.

Questa frequenza di sostituzione comporta un esborso significativo su un ciclo di 10 anni, considerando non solo il costo del dispositivo, ma anche quello per accessori e riparazioni. La differenza tra la durata desiderata e quella effettiva rappresenta un costo nascosto per i consumatori, alimentando una sfiducia diffusa verso i produttori, accusati di progettare intenzionalmente dispositivi con una vita utile ridotta per alimentare un ciclo continuo di consumo.

“A questo si deve aggiungere”, sottolinea Corrocher, “che obsolescenza programmata non ha solo implicazioni economiche, ma anche ambientali e sociali, poiché accelera l’estrazione di risorse, l’uso di energia e la generazione di rifiuti elettronici”. 

Lo studio sottolinea, infatti, che la maggiore impronta ecologica degli smartphone deriva principalmente dalla produzione, il che rende essenziale prolungare il ciclo di vita dei dispositivi per ridurre l’impatto ambientale.

Verso un consumo più sostenibile

Lo studio mostra che i consumatori italiani stanno effettivamente rallentando la frequenza con cui sostituiscono i loro smartphone, riflettendo una crescente consapevolezza della sostenibilità e un desiderio di contrastare l’usa e getta dei dispositivi digitali. Questo allungamento del ciclo di vita è accompagnato da una crescente richiesta di dispositivi più duraturi e riparabili.

“I cicli di sostituzione degli smartphone sono passati da una media di 2,4 anni nel 2013 a 3,7 anni nel 2022”, spiega Corrocher. “Negli Stati Uniti, la durata media prevista degli smartphone consumer e aziendali era rispettivamente di 2,67 e 2,54 anni nel 2023, mentre nel Regno Unito quasi il 30% dei consumatori intervistati utilizza il proprio smartphone fino a due anni e il 41% fino a quattro anni”.

Un altro dato significativo è che un numero crescente di consumatori italiani sta considerando l’acquisto di smartphone di seconda mano. Questa tendenza è supportata dal miglioramento della qualità dei dispositivi ricondizionati e dalla crescente accettazione sociale dell’acquisto di elettronica usata.

Questi cambiamenti riflettono un’evoluzione nelle abitudini di consumo, spinta non solo da motivazioni economiche, ma anche da una consapevolezza ambientale sempre più radicata. I consumatori italiani stanno diventando più consapevoli e critici nei confronti dell’obsolescenza programmata, chiedendo maggiore trasparenza e soluzioni sostenibili da parte dei produttori.

Verso un futuro più sostenibile: soluzioni e politiche UE

Di fronte a queste sfide, l’Unione Europea ha iniziato a introdurre misure per contrastare l’obsolescenza programmata, tra cui:

  • Direttiva Ecodesign: mira a migliorare le prestazioni ambientali dei prodotti.
  • EU Ecolabel: etichettatura volontaria che promuove la riduzione dei rifiuti e delle emissioni di CO2.
  • Direttiva sul Diritto alla Riparazione: promuove una riparazione più accessibile e una maggiore durata dei beni durevoli.

Un cambiamento necessario

L’obsolescenza programmata continua a influenzare il mercato degli smartphone in Italia, con implicazioni economiche, sociali e ambientali significative. Tuttavia, la crescente consapevolezza dei consumatori e l’evoluzione delle politiche europee stanno aprendo la strada a un futuro più sostenibile.

Il futuro degli smartphone dipende da come i produttori e i consumatori sceglieranno di rispondere a questa sfida: continuare con un modello di consumo lineare o adottare un approccio circolare, più sostenibile e consapevole.

Corrocher

NICOLETTA CORROCHER

Bocconi University
Dipartimento di Management e Tecnologia