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Francisca, una ‘voice of America’ sarda alla RAI

, di Andrea Celauro
Reporter e autrice per la televisione italiana, Francisca De Candia ama raccontare il Paese che fatto scoprire a lei, che si vedeva più come un avvocato, la passione per il lavoro giornalistico

Francisca – “Come la città San Francisco” – De Candia ha un rapporto speciale con gli Stati Uniti. Sono il suo luogo del cuore. Cagliaritana, laureata in Giurisprudenza alla Bocconi nel 2008, reporter e autrice televisiva in Rai, non perde occasione per andare a raccontare l’America vera, profonda, quella che dall’Italia si percepisce meno. Lo ha fatto anche per le ultime elezioni, dove, proprio ascoltando la pancia del paese dalla provincia, era sicura avrebbe vinto Trump. Eppure, nonostante il giornalismo sia oggi la sua vita, Francisca non è cresciuta con quel sogno: “Tutt’altro, mi vedevo piuttosto come una Perry Mason. Però mi piaceva molto scrivere e volevo in qualche modo unire i due mondi, quello della legge e quello della scrittura”. Sceglie dunque il corso di laurea in legge alla Bocconi (“Il CLMG, che era appena nato, ma sapevo che avrebbe potuto darmi una marcia in più”) e nell’estate del 2007 partecipa a un Campus Abroad alla New York University, un’iniziativa di studio all’estero dell’Università.

“Lì mi si è aperto un mondo”, racconta l’alumna. “Ho frequentato un corso di Prodution system nell’area Arts and Media e ho visto che la produzione media e la ricerca sul campo tipica del giornalismo mi interessavano moltissimo”. Così, tornata alla Bocconi, partecipa anche alla neonata Radio Bocconi e capisce che quella è la sua strada. Chiede e ottiene una internship come aspirante producer alla Rai a New York, proprio nella settimana dell’elezione di Obama e, dopo la laurea, decide di restare negli Usa e di fare lì, nella redazione di America Oggi i due anni di praticantato per poter diventare giornalista professionista.

“Il lavoro negli Stati Uniti mi ha insegnato che bisogna avere l’umiltà di partire da zero. Il primo giorno ad America Oggi, nonostante avessi già seguito l’elezione di Obama, mi hanno messo a fare l’editing lettera per lettera di un pezzo. Tuttavia, questo tipo di esperienze mi ha insegnato la precisione, che nel mio lavoro è fondamentale”, racconta Francisca. Ma la vita in Usa le insegna anche un’altra cosa: “Quanto il sistema americano sia competitivo, ma alla stesso tempo sappia premiare il merito, dandoti effettivamente una possibilità, chiunque tu sia e da qualunque posto tu venga”.

Tornata in Italia nel 2011 e passato l’esame da giornalista, Francisca De Candia accumula alcune esperienze in una web radio, nell’editoria tecnica e nella creazione della media company Rusmedia, finché non vola nuovamente negli Usa per lavorare di nuovo come producer per conto della Rai. Resta lì un anno e poi nel 2014 torna ancora in Italia, questa volta chiamata da Floris a Ballarò: “Caso vuole che un collega producer avesse appena lasciato il suo posto nella trasmissione e poiché stavano cercando una figura che avesse avuto un’esperienza internazionale, io ero la persona giusta al posto giusto”. Da lì continua poi il suo percorso in Rai che oggi la vede impegnata su diversi fronti come reporter.

Ma anno dopo anno, ancora oggi, gli Stati Uniti rappresentano un’attrattiva alla quale Francisca non resiste. E proprio grazie alla sua esperienza, può notare gli errori che noi europei facciamo nell’immaginarli e raccontarli a volte senza cognizione di causa: “L’errore principale è quello che facciamo quando parliamo anche di altri paesi nel mondo, ovvero di guardarli con il nostro occhio di europei ed italiani. Mentre, come per ogni luogo, bisogna andare lì e studiarli dall’interno”. 

Questo vale anche per le recenti elezioni presidenziali, che Francisca ha nuovamente seguito negli Usa: “Sapevo che Trump avrebbe vinto. Gli americani guardano tantissimo alla loro condizione economica e Trump viene percepito come un risolutore in ambito economico. In America si vota chi promette di far stare meglio economicamente. Il motto ‘America First’ non è un caso”.

Infine, donne e giornalismo: “Essere donna impone più sfide, è inutile che ci giriamo intorno”, racconta. “da questo punto di vista, gli Usa sono un po’ più meritocratici, ma anche lì… due donne su due hanno perso, per citare ancora le elezioni presidenziali. Forse non erano le persone giuste, ma due su due fa pensare che non ci sia ancora fiducia”. Tornando al giornalismo, “ci sono tante donne in ruoli apicali, ma non nei ruoli manageriali”.

Un consiglio alle ragazze che vogliono intraprendere la sua carriera? “Imparate ad andare direttamente alla fonte, a verificare dieci volte le notizie e fate esperienze all’estero”. Ma se sono ancora studentesse, “Lavorate in Università! Quando studiavo ho lavorato nell’organizzazione di alcuni eventi, tra cui Economia e Società aperta, e quelle esperienze mi hanno insegnato tantissimo quanto a metodo di lavoro, molto più di tante altre!”