Fermezza e gentilezza per ricevere gentilezza e stima
“Io sono Muren. Sono asiatica ma non corrispondo allo stereotipo occidentale della donna asiatica accondiscendente. Sono un’economista specializzata in compliance e ho costruito nel tempo la stima del mio ambiente professionale”, mette subito in chiaro Delgermurun Santini, conosciuta col nome Muren, nata a Ulaanbaatar, capitale della Mongolia, prima studentessa del suo paese a laurearsi all’Università Bocconi, con all’attivo una carriera finanziaria che l’ha portata a lavorare in Italia, Stati Uniti, Singapore e Svizzera (dove attualmente risiede). “Ho iniziato nel campo del portfolio management per poi spostarmi sulla compliance proprio quando, nel 2011, questa materia assumeva una sempre maggiore importanza dopo la crisi finanziaria del 2008. In quegli anni sono riuscita a conquistare la fiducia dei vari amministratori delegati, con cui lavoravo a stretto contatto. Dicevo la mia cercando di analizzare ogni operazione sul tavolo a 360°, sotto i profili della prevenzione e del controllo”, prosegue Delgermurun (nome che in mongolo significa Laguna grande). “Allo stesso modo non ho demorso quando ero ancora ragazza e accompagnavo i turisti in viaggio in Mongolia. A tutti ripetevo “io andrò a studiare in Bocconi”. E tutti mi rispondevano in modo bonario “sì, sì, certo”. Alla fine, sono stata ammessa davvero e mi sono trasferita a Milano. La mia prima svolta, quindi, è stata già essere in Bocconi, anche se poi seguire le lezioni in italiano e prendere appunti non è stato per nulla facile. Parlavo già italiano, tuttavia ho dovuto iniziare a viaggiare in università con due dizionari, quello italiano-russo, quest’ultima lingua appresa in Mongolia a scuola, e poi quello russo-mongolo. Un dizionario italiano-mongolo non esisteva all’epoca”, chiosa Santini. “Del periodo bocconiano ricordo gli esami intermedi, utilissimi a mantenere il ritmo di marcia verso la laurea e ad assorbire progressivamente le nozioni accademiche. Senza trascurare il fatto che l’esperienza milanese mi ha permesso di andare a Chicago a seguire uno stage presso la Camera di commercio italo-americana”.
Il consiglio agli studenti di oggi è di dare il massimo sfruttando le energie giovanili, sia per imparare il più possibile sia perché in questo modo si capisce cosa si può fare, fino a che punto ognuno può arrivare, quali limiti darsi. “Non solo nel lavoro ma anche per trovare il proprio equilibrio nella vita privata, in famiglia e con gli amici”, spiega l’alumna della Bocconi laureata in business administration (Clea). “Oggi posso dire che ho trovato la mia quadratura del cerchio e sono supportata da una rete di amici e colleghi. Metto la famiglia sempre al primo posto e do il giusto peso al lavoro. Capita a tutti di sbagliare, cadere, non riuscire a far combaciare ogni impegno ma è fondamentale non fermarsi. Bisogna sempre rialzarsi. Il mio motto è vivere, non sopravvivere”.
La manager, che dice di discendere da Gengis Khan, aveva già in mente un altro traguardo da tagliare dopo gli studi in Italia: entrare a Harvard. “Tuttavia, nel mentre ho incontrato il mio futuro marito e ho deciso di cambiare direzione. Ho messo su famiglia e avuto due figlie, peraltro proprio poco dopo che mi avevano promosso nella sede centrale di una società di gestione patrimoniale e consulenza finanziaria. Fine della carriera? No, anzi, l’ho sempre coltivata e successivamente sono diventata head of compliance nella gestione patrimoniale, oltre ad aver concluso un master in Svizzera”.
Com’è stato vivere la cultura europea del lavoro? “Io credo nella legge dell’attrazione”, risponde filosoficamente Santini. “Ho cercato di essere ferma ma gentile e, di conseguenza, ho ricevuto in cambio anch’io gentilezza e stima”.