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Federico e il flauto d'oro

, di Davide Ripamonti
Selezionato in un concorso nazionale fra i tre migliori giovani talenti della musica classica italiana, Federico Rossini studia in Bocconi da manager. Per avere una doppia opportunità

Erano 42, poi sono rimasti in tre. Dopo un fitto programma di audizioni condotto dalla Gioventù musicale d'Italia con alcuni dei maggiori talenti della musica classica del paese, i migliori tre sono stati selezionati per esibirsi, il 28 marzo, al Teatro Dal Verme di Milano. Tra loro, Federico Rossini, 19 anni, milanese, iscritto al primo anno del Corso di laurea in Economia e Management, giovane promessa del flauto. Molto sicuro di sé, Federico racconta con naturalezza, senza presunzione, i suoi esordi da 'genio precoce': "A 7 anni, per assecondare una passione dei miei genitori, ho avuto i primi approcci con il flauto dolce e sono entrato al Conservatorio, dove ho proseguito con il flauto. Ricordo poco di allora, quando suonare era poco più che un gioco".

L'età media per diplomarsi al Conservatorio è intorno ai 20 anni, Federico c'è riuscito a 14, questione di talento. Ma quando si scopre di averlo? "All'inizio è tutto molto naturale, al Conservatorio impiegano metodologie didattiche adatte a bambini di quell'età, poi subentra la passione, quando ti accorgi che dedicare due-tre ore al giorno alla musica, oltre il tempo riservato allo studio, non ti pesa. Solo un po' più avanti si intravede il talento". Federico studia con il suo maestro, Bruno Cavallo, e compatibilmente con gli studi universitari tiene concerti, si è esibito già al Dal Verme e al Palazzo della Regione, ma l'economia non è solo una polizza contro i rischi e le incertezze della carriera artistica: "L'economia mi piace, la prospettiva di una carriera da manager o da mago della finanza mi alletta. Sicuramente, dopo la laurea triennale, mi iscriverò alla specialistica".
Al Dal Verme Federico si esibirà con il suo bellissimo "flauto d'oro a nove carati con meccanica d'argento, uno strumento importante, ma", ci tiene a chiarire, "non si tratta di un vezzo estetico, sarebbe davvero un capriccio costoso, questi materiali conferiscono un timbro molto bello".

Per ora, però, la musica è ancora l'amore principale, nonostante le difficoltà, di cui si legge quotidianamente, che attanagliano i 'mestieri della cultura'. "E' un problema non solo italiano, anche nel resto d'Europa, dopo la crisi, i fondi destinati alla cultura sono stati ridotti. L'essere stato selezionato in queste audizioni è un'ottima opportunità", racconta Federico, "perché Gioventù musicale d'Italia ha stipulato accordi con le società che organizzano concerti e per noi tre si aprono interessanti prospettive".
Una passione che diventa lavoro è il sogno di tutti. E' così anche per Federico? "Mi piace suonare, questo è fuori discussione. Ho ancora speranze che il flauto diventi la mia professione, la strada più comune è quella di entrare in un'orchestra e poi sostenere anche attività concertistica, ma devo essere realista, la situazione non è semplice. So che ci sono flautisti che, dopo aver vinto concorsi, non sono poi stati assunti per mancanza di fondi. Inoltre la concorrenza è tanta, ci sono altri giovani flautisti di talento e il vantaggio di essermi diplomato precocemente ogni anno che passa è meno rilevante. Tuttavia non c'è un'età precisa per affermarsi definitivamente, oltre alla capacità servono le occasioni". Quanto ancora Federico vorrà attendere? "Non lo so, per adesso continuo, con grande fatica, a portare avanti musica e università, sono convinto di potercela fare. Il risultato di questo concorso mi ha restituito grandi stimoli".