Dove osano le sardine. Purche' siano europee
Correva l'anno 2001 quando una catena di supermercati tedeschi pensò di aver rotto il monopolio dei produttori spagnoli di sardine in scatola sul mercato germanico, importando dal Perù le sardine di quel paese. Una manna per la sua industria conserviera in crisi e quindi alla ricerca di nuovi sbocchi commerciali. Una alternativa per i consumatori germanici che avrebbero trovato sugli scaffali un prodotto diverso ad un prezzo più basso. Ma gli importatori non avevano fatto i conti con le occhiute dogane che implacabili bloccarono subito le scatolette: regolamenti comunitari alla mano quelle non erano sardine, ma un prodotto diverso, che venduto come sardine avrebbe potuto indurre in errore l'ignaro acquirente europeo!
Si scoprì così che in Europa solo la specie di sardina che si trova nell'Atlantico, la "sardina pilchardus Walbaum", pescata guarda caso solo dai pescatori iberici, può fregiarsi del nome di sardina. Vade retro tu "Sardinops sagax" del Pacifico, cugina similissima dallo stesso gusto ma diversamente classificata da qualche pignolo naturalista tedesco dell'Ottocento seguace di Linneo. Fu così che il Perù non ebbe altra scelta che iniziare una causa contro l'Europa comunitaria davanti alla neonata Organizzazione mondiale del commercio, la ben nota Wto. Se non c'è un giudice a Berlino, lo si troverà a Ginevra! Quali gli argomenti del Perù? Le due specie sono sì diverse ma secondo le classificazioni internazionalmente valide del Codex alimentarius della Fao fanno parte della stessa famiglia, e quindi anche la cugina del Pacifico deve essere ammessa dall'Europa come sardina. E la protezione del consumatore invocata dalla Commissione europea a propria difesa? Bè, se anche fosse proprio vero che la massaia tedesca quando compra sardine al supermercato si aspetta di trovare solo la gustosa tradizionale sardina atlantica (ma sarà davvero così?), basterà che la scatola indichi il prodotto come "sardina del Pacifico". Senza che le scatolette debbano portare scritte in latino, come la Commissione pretendeva, suscitando i lazzi di qualche commentatore inglese sempre critico con le manie regolamentari degli eurocrati di Bruxelles. I giudici di Ginevra trovarono che la difesa europea puzzava di protezionismo, alla faccia della conclamata apertura dei nostri mercati ai prodotti del Terzo mondo. La Comunità perse dunque la causa. Il nuovo "oro del Perù", cioè le sue sardine, potevano dunque nuotare tranquille (ma in scatola) fino alle rive del Reno. Ma i pescatori iberici devono aver remato in qualche modo misterioso di nuovo contro: vi sfido di trovare le sardine peruviane sugli scaffali dei negozi europei! Controllate voi stessi: solo marche spagnole, portoghesi e del Marocco, un paese che non a caso si schierò a favore dell'Europa nella causa ginevrina al Wto. Che si debba interpellare questa volta l'antitrust di Bruxelles per liberalizzare davvero il mercato e dare una chance ai pescatori peruviani.