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Dall'Asia all'Europa la nuova Transiberiana

, di Lanfranco Senn - docente a contratto senior
In Russia si sta sviluppando il progetto di un corridoio di comunicazione con grandi implicazioni geopolitiche

Nel corso di una recente seduta del Presidium della Accademia Russa delle Scienze, a Mosca, è stato presentato un progetto di corridoio di sviluppo transeuroasiatico. L'idea nasce dalla constatazione che lungo l'asse che congiunge Vladivostock con Mosca si estende l'area più vasta del mondo ancora non sviluppata e valorizzata. Per decenni si è trattato di un'area poco accessibile, con condizioni climatiche a dir poco difficili, scarsamente urbanizzata e con una bassissima densità produttiva. Oggi essa costituisce una riserva territoriale enorme di sviluppo, che potrebbe attrarre investimenti e popolazione, a condizione di essere dotata di infrastrutture sul piano energetico (le fonti sono immense e oggi sfruttabili in modo efficace), delle telecomunicazioni e della mobilità e accessibilità di merci e persone.

La spina dorsale del corridoio dovrebbe essere caratterizzata da una linea ferroviaria ad alta capacità e velocità per le merci, una sorta di moderna transiberiana. I primi studi preliminari suggeriscono che un simile mega progetto potrebbe essere competitivo con il trasporto delle merci marittimo che oggi dall'Estremo Oriente raggiunge l'Europa centrale, circumnavigando l'India e l'Africa o passando attraverso il Canale di Suez. Con tempi di percorrenza, per il corridoio, che dovrebbero essere di 3- 4 giorni inferiori a quelli marittimi (17 giorni da Hong Kong o Shanghai a Rotterdam). Il progetto realizza anche un'intuizione geopolitica ed economica: collegare Oriente ed Europa via terra ridurrebbe lo sviluppo dell'asse del Pacifico, che integra Cina e Stati Uniti, e favorirebbe invece uno scenario che rimetta al centro dello sviluppo globale le relazioni euroasiatiche.Ambizioso com'è, un progetto del genere non poteva che prevedere una forte interdipendenza e integrazione tra la componente infrastrutturale e quella insediativa e produttiva. Per questo le condizioni di successo che sono state previste riguardano innanzitutto le caratteristiche innovative degli investimenti produttivi e residenziali, dei servizi pubblici e delle istituzioni e forme di governo (cooperazione pubblico-privata nella gestione di veri e propri poli di sviluppo). L'area, in questo senso, deve rappresentare anche la grande opportunità di costituire un vero e proprio laboratorio di innovazione e sperimentazione su tutti i fronti, da sottoporre a test di gradimento e valutazione permanente dell'efficacia degli investimenti nell'indurre sviluppo economico, sociale e istituzionale.Un secondo elemento di qualità da testare è quello che riguarda l'efficienza energetica. L'abbondanza di fonti energetiche nell'area del corridoio transeuroasiatico non deve indurre a uno spreco. E non si tratta solo di risparmiare energia nella fase di distribuzione ma anche in quella di programmazione e di produzione.Inoltre, l'esperienza internazionale mostra quanto sia imprescindibile l'unitarietà della regia di questo percorso di sviluppo, soprattutto nella fase di preparazione e avvio. Si sta pensando a un'agenzia che promuova sia un network internazionale di potenziali stakeholder, sia un think tank per le idee più innovative.Infine, una componente essenziale dell'attività di assistenza tecnica che accompagni il progetto è la raccolta, elaborazione e valutazione delle conoscenze, dei dati e delle informazioni necessari per istruire e monitorare lo sviluppo del progetto. È un compito che potrebbe essere affidato a ricercatori universitari – l'Università Bocconi è coinvolta in questa attività anche in collaborazione con istituti universitari e di formazione russi - allo scopo di creare una serie di data base (scientifici, conoscitivi, relazionali) a cui il progetto farà riferimento.