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Università Internazionalizzazione

Dal cuore di Milano ai quattro angoli del mondo

, di Andrea Celauro, translated by Rosa Palmieri
Nella strategia di internazionalizzazione dell’Università, un ruolo importante l’ha giocato la presenza costante nel mondo delle alumne e degli alumni. Che diffondono i valori Bocconi sul territorio e restituiscono linfa vitale alla comunità

Un viaggio cominciato nel 1906, con la creazione dell’allora Alub – la prima associazione di laureati Bocconi – e che oggi continua con la Bocconi Alumni Community, un network di alumnae e alumni che vanta oltre 145 mila presenze in tutto il mondo, organizzate in 75 chapter e 13 topic group. Quattro i pilastri su cui si basa l’attività della community, guidata da Silvia Candiani, alumna Bocconi e vice president Telco and Media di Microsoft: il life long learning, il networking, le attività di career advice e il ‘give forward’, ossia l’idea di creare un ponte tra le generazioni, per esempio attraverso il sostegno ai nuovi studenti.

Un vero e proprio esercito di ambasciatori che diffonde i valori dell’Università e dell’associazione e che diventa fondamentale nella strategia di internazionalizzazione dell’Ateneo, come sottolinea Antonella Carù, prorettrice per lo Sviluppo e le Relazioni con gli Alumni: “La comunità degli alumni ha sempre avuto un ruolo molto importante per l’Università, è un pilastro che ha fatto della solidarietà intergenerazionale il proprio valore distintivo. La community, oltre a promuovere lo sviluppo di relazioni professionali e personali tra i suoi membri, è attiva in molti ambiti cruciali, dal fundraising a supporto agli studenti, allo sviluppo di attività di mentoring. Ha affiancato l’Università nel processo di internazionalizzazione, facilitando opportunità di placement e iniziative dedicate ad attrarre studenti di alta qualità dall’estero”. Allo stesso tempo, proprio l'internazionalizzazione dell'università ha dato vita a nuovi chapter in tutto il mondo. Così, si crea uno scambio continuo di energia tra il cuore milanese dell’alma mater e i chapter sul territorio “che con la loro attività restituiscono linfa vitale a tutta la comunità”, conclude Carù.

La voce dei chapter: da New York…

Francesca Coloni, laurea al Clefin nel 1997 con una tesi sul money laundering con Donato Masciandaro in un momento in cui stavano nascendo i pagamenti digitali, vive e lavora a New York da dieci anni, dopo esperienze a Londra e Madrid. Nella Grande Mela è COO della divisione US Personal Banking Analytics di Citi, che si occupa dell’analisi dei dati per la banca. Il suo legame con la Bocconi Alumni Community era già forte a Madrid, dove è stata tesoriera del chapter locale: adesso, a NYC, del chapter è diventata la leader dopo esserne stata nelle prime linee per alcuni anni. “Nel nostro chapter contiamo su un bacino di circa duecento alumni attivi”, racconta. L’impatto del loro lavoro, in una città frenetica e dal forte turn over come New York, si misura proprio nelle attività di career service, dove “siamo stati tra i primi a lanciare un programma di mentorship, per il quale abbiamo già ingaggiato una ventina di coppie di mentor e mentee”. Tanto che adesso vorrebbero fare ‘il contrario’, ossia “lanciare un programma di reverse mentorship, in cui sono i junior che fanno da supporto ai senior, dando una visione a volte più fresca su certi aspetti delle attività”. L’idea è “creare un legame tra i giovani e i meno giovani, collegare in maniera proattiva le varie generazioni in modo che tutti si sentano a proprio agio”, conclude Francesca.

… a Dublino…

E a proposito di connessioni, è Silvia Cocciolillo, Chapter Leader di Dublino dal 2021 e EMEA Regional Lead, a sottolinearne l’incidenza significativa e l’importanza che le community Bocconi esercitano sul territorio, proprio grazie all’attività dei chapter. “In Irlanda la community proviene principalmente dai settori tech, finance, legal e startup”, racconta Silvia, laureata CLES 2016 e Master CEMS in International Management tra la University of Sydney e UCD di Dublino, dove oggi è Strategic Agency Manager presso l’Headquarter EMEA di Google. “Abbiamo creato una piattaforma fatta di persone unite da un forte senso di appartenenza e incentivato collaborazioni tra i diversi settori”. E, volgendo lo sguardo a tutti i Chapter europei, “Stiamo cercando di consolidare sempre più connessioni tra gli Alumni di diversi paesi, tessendo una rete di scambio, stimoli e networking che favorisca la crescita professionale e personale di tutti”. Cocciolillo evidenzia un altro aspetto importante dell’avere una presenza forte sul territorio: “La community fa da moltiplicatore, amplifica il senso di vicinanza e integrazione nella città e nel paese in cui si vive”, racconta. “Un esempio per tutti: abbiamo realizzato diversi eventi con l’Ambasciatore e l’Ambasciata d’Italia in Irlanda, da un lato, e, dall’altro, con l’Istituto Italiano di Cultura. Questi momenti hanno contribuito e contribuiscono a rafforzare i legami tra il nostro paese di origine e quello in cui viviamo e lavoriamo”. 

…a Shanghai

È qui che risiede e lavora, ormai da quasi 15 anni, “ovvero da subito dopo la laurea in economia e management”, Stefano Ortolina, Partner di Infinity Group, società di packaging per il settore del lusso. Stefano è leader da un paio di anni, ma è nel board del chapter di Shanghai da molto più tempo e in questi anni ha visto evolversi l’impatto dell’avere un gruppo di alumni attivo sul territorio: “Il nostro chapter di Shanghai è oggi il più grande in Asia”, racconta l’alumnus. “E oltre alle relazioni e alle connessioni profonde che si realizzano per il fatto stesso di aver condiviso la stessa alma mater, se ne creano altre molto importanti col territorio”. Un esempio per tutti, “sono le ottime relazioni con il Consolato Generale d’Italia a Shanghai, la Camera di Commercio Italiana e con diverse altre istituzioni. Ma anche con le aziende italiane che operano sul territorio, come Technogym e Golden Goose tra molte altre, insieme alle quali abbiamo di recente realizzato alcuni eventi dedicati per i nostri alumni”. Più in generale, sottolinea Stefano, “attraverso una parte delle attività che svolgiamo, il nostro gruppo agisce come una sorta di facilitatore per l'education e il continuous learning degli alumni e della comunità che gravita su questo territorio”.

Tra attività di career service, di continous learning e di creazione di connessioni tra alumni e tra alumni e territorio, quindi, le comunità di bocconiani svolgono un ruolo importante nel portare la Bocconi nel mondo. Un ruolo che solo una presenza capillare in tutti i continenti può assicurare.

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