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Da piccola volevo fare la presidentessa degli Stati Uniti

, di Pietro Masotti
Carolina Vergnano, ceo di Caffè Vergnano, racconta di come si è ritagliata il proprio spazio nell’azienda di famiglia grazie alle sue idee innovative. Tra queste, un’iniziativa dedicata proprio alle donne, Women in coffee

“Sono nata con grandi sogni: da piccola volevo fare la presidentessa degli Stati Uniti”, sorride Carolina Vergnano, imprenditrice e ceo di Caffè Vergnano. “Quando mia nonna mi spiegò che, non essendo nata negli Usa, non sarebbe stato possibile, mi sono concentrata su un obiettivo più vicino a me: fare la differenza nell’azienda di famiglia, valorizzando il testimone imprenditoriale ricevuto da chi mi ha preceduto e sperando di trasferire questi valori alle prossime generazioni”. Dopo la laurea in Economia Aziendale in Bocconi, con esperienza di studio in Australia, e un anno nell’area marketing del gruppo l’Oreal, Carolina è dunque entrata in Vergnano, costruendosi un’identità e un ruolo attraverso lo sviluppo di alcuni progetti inediti come la creazione dell’Accademia, la rete dei coffee shop Caffè Vergnano 1882 o la linea di capsule Èspresso. “Mi piace mettermi totalmente al di fuori dalla mia comfort zone”, commenta la manager. “Arriverei a dire che adoro sentirmi a disagio e trovarmi a dover risolvere una situazione di difficoltà. E farcela naturalmente. Sfidarmi continuamente, non in maniera autolesionistica s’intende, mi fa sentire viva”. Di sfide non ne sono mancate in questi anni, non ultima quella di dare una dimensione etica più profonda all’impegno in azienda con un’iniziativa dedicata esplicitamente alle donne. “Women in Coffee è un progetto nato nei giorni di Natale del 2018 e al quale tengo tantissimo”, riassume l’imprenditrice torinese. “Avevo letto una ricerca nella quale si evidenziava che il 75% della forza lavoro nelle piantagioni è donna e mi ero subito attivata per capire che cosa avremmo potuto fare per dare voce a questo mondo. Come raccontare la vita delle donne in piantagione, come supportarle con una raccolta fondi, simbolicamente rappresentata da una tazzina rosa, per dare vita a una piantagione tutta al femminile. Oggi non solo anche questo sogno si è realizzato, ma è diventato qualcosa di più grande e potente, una vera comunità al femminile che sostiene progetti di empowerment a favore delle donne anche in territori più vicini a noi”.

Nell’agenda quotidiana di Carolina Vergnano, però, gli impegni professionali si intrecciano con quelli richiesti dalle proprie passioni sportive e soprattutto dal ruolo di mamma di tre ragazzi. “Gestire tutto non è facile”, ammette, “io mi aiuto con una programmazione molto routinaria: il mattino presto è il momento della casa e dell’organizzazione della giornata dei figli, poi c’è il lavoro, nel quale sono immersiva, poi c’è di nuovo la famiglia o un po’ di spazio per le mie passioni e spesso, dopo cena, c’è ancora il lavoro. Mi sono imposta questa disciplina quasi militare, rinunciando forse a un po’ di naturalezza, per avere un metodo che mi consentisse di raggiungere gli obiettivi che volevo. Se permettessi a me stessa di interpretare liberamente le mie giornate non sarei dove sono oggi perché di indole sono allegra, disordinata, creativa… Posso capire che l’idea di presiedere a tutti questi aspetti contemporaneamente possa spaventare molto una ragazza giovane, soprattutto all’inizio della propria vita professionale”, risponde Carolina Vergnano alla richiesta di un suggerimento per le giovani generazioni. “Ma non accade tutto insieme, ogni età ha le sue perfezioni e i propri tempi. In ogni carriera c’è il momento in cui bisogna accelerare, quello per imparare o quello in cui rallentare, non si viaggia sempre a mille all’ora. Io ho sempre lavorato, anche quando avevo i bambini piccoli, cercando magari di ridurre le trasferte all’estero o, quando erano neonati, tornando a casa a pranzo. Purtroppo, non esiste una golden rule valida per tutte, ognuna deve trovare il tempo e la misura giuste per sé, con la consapevolezza che, anche in una dimensione di sacrificio o di fatica, può esistere la gioia. Se dovessi dare un consiglio, anzi, sceglierei proprio questo: cercate di fare tutto con attitudine positiva, trovando soddisfazione anche semplicemente nel riuscire a incastrare tutto e tutti in una giornata. Anche in questo c’è gioia”.