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Persone Gledis Cinque

Da Gledis a Irene anche grazie al management

, di Diana Cavalcoli
L’attrice Gledis Cinque racconta difficoltà e pregiudizi di un mestiere in cui spesso i ruoli femminili sono pensati solo per le giovanissime. Oggi, che si divide tra recitazione e gestione dell’associazione teatrale che ha fondato, confessa: “Mi salvano le competenze da manager”

“La carriera di attrice? Difficile, imprevedibile e con poche certezze. Però avere competenze manageriali e aver imparato un metodo di lavoro rigoroso in università mi ha aiutato molto.” Gledis Cinque oggi vive della sua arte. Il percorso che l’ha portata a lavorare in teatro e in tv – è stata Irene Pivetti nella serie 1994 – è partito da una grande passione per la recitazione accompagnata da tanti anni di studio e gavetta. Da Milano a Londra.

Racconta: “Sono di Lecco, dove ho frequentato il liceo scientifico. Dopo il diploma avevo pensato a Fisica o Medicina ma, complice l’esperienza positiva di mio padre, ho deciso per Economia in Bocconi al CLEACC”. Ovvero Economia e management per Arte, Cultura e Comunicazione. “In quegli anni in parallelo frequentavo il corso teatrale al Carcano di Milano. Studiavo di giorno e recitavo di sera. Lì ho iniziato a capire che mi sarebbe piaciuto fare l’attrice per professione e che un percorso tradizionale da bocconiana non sarebbe stato compatibile con il mio sogno” aggiunge.

Così Cinque cerca soluzioni alternative all’ufficio 9-17. “Una professoressa – spiega – mi ha fatto sapere che serviva un’assistente per Gualtiero Marchesi per una mostra a lui dedicata e per le attività della nascente fondazione. Per sei mesi sono stata la sua ombra e mi sono appassionata all’alta cucina che già amavo.” Dopo quell’esperienza Cinque viene chiamata come assistente alla ricerca in Bocconi proprio nell’ambito della ristorazione di alta gamma. “Era un lavoro estremamente flessibile che mi permetteva di organizzare in autonomia il mio tempo. In quel periodo mi sono trasferita a Londra con quello che oggi è mio marito e ho iniziato a lavorare anche lì come attrice.” 

Il mercato del lavoro attoriale inglese però non è dei più accoglienti. Dice: “Mi sono trovata ad affrontare non pochi pregiudizi sia perché straniera sia perché donna: i ruoli femminili sono pensati per giovanissime e la competizione è molto serrata”. Pochi ruoli per molte attrici. Cinque però non demorde e anzi fonda, insieme ad alcuni colleghi di diverse nazionalità, NUKBA – un network all’interno del sindacato Equity per tutelare e valorizzare gli attori non britannici che lavorano nel Regno Unito. Nonostante le difficoltà resta a Londra sei anni e lavora tra le diverse produzioni anche sul set della serie BBC River. 

Due anni fa la scelta di tornare in Italia dopo la pandemia. “Da eclettica quale sono, ho anche voluto prendere una seconda laurea: Beni culturali in Statale a Milano” sorride spiegando però la difficoltà di lavorare, studiare e portare avanti l’associazione teatrale che aveva fondato nel 2008, PaT – Passi Teatrali. “Oggi mi occupo di questa associazione tra un set e un altro. Mi salvano le competenze da manager.” L’associazione ha ideato un concorso per giovani sceneggiatori con un premio in denaro ma anche con possibilità di mettere in scena i testi premiati. Per Cinque significa una nuova sfida: fare la regista. “Sono per la prima volta dall’altra parte. Un lavoro diverso, dal casting alla scelta degli attori, ma lo affronto con grande curiosità.” Sempre con la voglia di far bene ed emozionare il suo pubblico.