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Persone Bianca Passera

Da giovane di chiaro avevo solo la mia voglia di essere autonoma

, di Pietro Masotti
Presidente del gruppo LarioHotels, Bianca Passera ha costruito la propria carriera attraverso esperienze internazionali in vari settori e la creazione di una realtà imprenditoriale in Italia. Fino all’esperienza nel Terzo settore, “Che mi ha migliorato come persona e come manager”. Alle ragazze dice: “Abbiate pazienza e umiltà: non si conosce tutto subito e c’è molto da imparare”

“Per anni ho fatto parte del mondo di chi ha molti interessi ma non una passione speciale. Terminato il liceo, avevo chiara solo l’idea di voler costruire una mia autonomia. Scelsi la Bocconi scommettendo sull'apertura mentale che mi avrebbe dato e sulle tante porte che mi avrebbe lasciato aperte. E posso dire che non mi sono sbagliata. Anche se sono tornata a vivere a Como…”. Bianca Passera, presidente del gruppo LarioHotels, riassume con ironia un percorso professionale che l’ha portata ad attraversare ruoli e settori molto diversi tra loro per rientrare infine nella sua città di origine e nell’azienda di famiglia. “Dopo aver riempito la valigia di studentessa con tutti viaggi che potessi fare, ho cercato di accumulare esperienze in linea con i miei studi, ma erano gli anni del boom della pubblicità e quel mondo mi ha attirato con molta più forza verso di sé. Ho lavorato in agenzie tra Milano e New York finché, più o meno a 30 anni, ho sentito la necessità di chiedermi se volessi davvero avere una famiglia e dei bambini perché questa aspirazione mi sembrava incompatibile con la vita che facevo. È un tema di sensibilità del tutto personale, so che poter scegliere molte volte è un lusso e non pretendo che la mia esperienza sia condivisa da tutte, però conosco la paura che si può avere all’idea di gestire sia la dimensione familiare che quella professionale e vorrei rassicurare le giovani di oggi che ce la si può fare. Non bisogna lasciarsi spaventare dalle difficoltà che ci sono, almeno per i primi anni. Noi donne abbiamo forze insospettabili”. Il desiderio di costruire una famiglia si è accompagnata a quella di dimettersi, di rientrare in Italia e di accettare la proposta di due soci di fondare insieme a loro una società di packaging e servizi per i designer rispolverando il Dna imprenditoriale presente in tutta la famiglia Passera. “Avevo voglia di creare qualcosa per conto mio ed essere indipendente. Inoltre, volevo dimostrare al resto della mia famiglia, che contava già due fratelli di successo, di essere capace di creare qualcosa anch’io”.

Al ruolo di mamma e di imprenditrice, nel tempo, Bianca Passera ha affiancato quello di volontaria a Milano finché questa dimensione non si è trasformata in un nuovo capitolo professionale con la creazione del progetto Siticibo, associazione che redistribuiva le eccedenze alimentari ai bisognosi. “L’esperienza nel terzo settore mi ha migliorato come persona e come manager e mi ha insegnato moltissimo, oltre a lasciarmi il tempo per viaggiare, conoscere i nuovi boutique hotel che si diffondevano in quel periodo e scriverne su riviste e giornali. Questo, insieme al desiderio di aiutare mio fratello nella ristrutturazione degli alberghi, ha creato le premesse per il mio rientro nell’azienda di famiglia, che si occupa appunto di ospitalità. Mi è sembrato il momento giusto per farlo: era trascorsa l’età dell’incertezza, io stessa avevo maturato un’esperienza che mi dava sicurezza per poter dire la mia ed ero più che consapevole dei pro e dei contro di lavorare in famiglia”. Oggi in azienda è entrata la quarta generazione della famiglia, un’iniezione di idee e di entusiasmo che ha aperto una nuova fase di crescita per il gruppo e per la carriera di Bianca Passera che, con il nipote Luigi, ha dato vita al brand Vista, boutique hotel di altissima gamma che porta il lusso in città nelle quali ancora manca una proposta all’altezza. “Oggi sento di essere al posto giusto”, conclude la manager. “Alle giovani suggerisco di avere un po’ di pazienza e anche di umiltà: non si conosce tutto subito e c’è molto da imparare. Il tipo di lavoro si può cambiare, si ha il diritto di poterlo fare perché si acquisiscono competenze importanti anche percorrendo strade diverse che apparentemente potrebbero sembrare poco coerenti. In realtà, aiutano ad aprire testa e cuore per raccogliere anche quello che semplicemente ci si trova davanti. Spesso, quello che si vuole fare si capisce dopo”.