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Persone Federica Ranghieri

Da donna, una vita per le donne

, di Diana Cavalcoli
Responsabile del programma di sviluppo sostenibile per Egitto, Yemen e Gibuti, con sede al Cairo dove ha il suo ufficio, Ranghieri ha vinto la sua sfida partendo dall’Arabia Saudita

“Da donna la sfida più grande è stata lavorare in Arabia Saudita. Fino a qualche anno fa non potevamo nemmeno gestire un meeting da sole, servivano i colleghi uomini. Così mi sono impuntata per avere un team di sole donne e la Banca mi ha supportata.” Una vita in viaggio tra Medio Oriente, Africa e Asia. Federica Ranghieri è Program Leader alla Banca Mondiale ed è responsabile del programma di sviluppo sostenibile per Egitto, Yemen e Gibuti, con sede al Cairo dove ha il suo ufficio. 

Dopo la laurea in Discipline Economiche e Sociali in Bocconi nel 1994, inizia la carriera da ricercatrice avvicinandosi alle tematiche ambientali. Racconta: “Ho scritto la tesi collaborando con la Fondazione Mattei dell’ENI sui temi dell’economia industriale con focus su sviluppo sostenibile e contabilità ambientale. Da lì ho lavorato in Fondazione in un piccolo team dedicato ai cambiamenti climatici. Eravamo pochissimi e l’ufficio era un appartamento in via Santa Sofia a Milano”. Ranghieri parla di un’esperienza interessantissima a cui affianca l’insegnamento sia in Bocconi sia in Statale. 

Poco dopo arriva il master in International Development all’American University di Washington. E qui si aprono nuove strade. Dice: “Ho sempre avuto una passione per gli enti internazionali. Dopo il master sono andata a presentare all’OCSE a Parigi un paper su un progetto con il gruppo Montedison sull’emission trading non solo tra stati ma anche all’interno di settori diversi: dal chimico all’agricoltura”. Il destino vuole che alla conferenza siano presenti due persone della World Bank interessate a sviluppare carbon funds. “Mi chiesero – spiega – di fare la consulente. Da lì, dopo qualche anno, ho mandato la mia candidatura alla Banca Mondiale in cui entro nel 2007.” Che significa fare i bagagli e portare con sé le bimbe di quattro e sei anni mentre il papà resta a Milano. “Io e mio marito ci dicevamo: ‘Sono solo due anni, faccio avanti e indietro da Washington’.” Due anni però sono diventati tre e poi sedici. “Un momento di svolta è stata la decisione di portare la famiglia con me.” In questi anni Ranghieri si occupa di sviluppo urbano e gestione del rischio dopo i grandi disastri (DRM) in Medio Oriente e Nord Africa ma lavora anche di Afghanistan, su progetti di resilienza climatica in Sri Lanka oltre a gestire il progetto Learning from Mega Disasters dopo lo tsunami del 2011 in Giappone. 

Nel 2022 la decisione di volare al Cairo per diventare Program Leader e occuparsi di cinque settori: agricultura, accesso all’acqua, sviluppo urbano, ambiente e sicurezza sociale. “Un problema non di poco conto specie con la guerra in Ucraina e il grano che scarseggiava. Io e il mio team ci occupiamo poi di water management, ambiente, inclusione e climate change” aggiunge. Del suo lavoro Ranghieri dice: “Imparo ogni giorno, c’è sempre una nuova sfida. Amo gestire il contatto con i clienti che sono poi i governi. Parlo quotidianamente con ministri e autorità locali. Da Washington sei parte di una missione che poi termina mentre da Program Leader sei sul campo, sei la referente e, soprattutto nei paesi più fragili, vedi davvero l’impatto che puoi avere”. Per esempio, portare l’acqua in villaggi dispersi nel nulla. 

Certo, poi ci sono anche le sfide culturali. “Nei Paesi del Golfo nonostante le difficoltà per le donne a lavorare abbiamo creato team volutamente al femminile. Non sono mai stata sola, anzi mi muovevo sempre con molte colleghe. Era un messaggio che la Banca voleva dare.” Ai giovani Ranghieri dice di puntare sulla competenza tecnica e se interessati alla World Bank dare un occhio al programma Young Professional pensato per gli under 30.