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Opinioni Giochi Olimpici e Paralimpici 2024

Cosa resterà delle Olimpiadi

, di Magda Antonioli e Roberto Daneo
Costruire una forte legacy dei grandi eventi è sempre di più un obiettivo da programmare e costruire: come hanno dimostrato Barcellona, Londra e la Cina. E come sarà anche per Milano-Cortina 2026 sulla scia del successo dell’Expo del 2015

Fra poche settimane iniziano i Giochi Olimpici di Parigi. Un altro tassello prestigioso in un decennio olimpico d’oro - è il caso proprio di dirlo - per il Comitato Olimpico Internazionale (CIO): Tokyo, Pechino, Parigi, seguita dalla “nostra” Milano Cortina per finire con Los Angeles nel 2028.

Malgrado le innumerevoli difficoltà che si sono abbattute sui Giochi Olimpici, causate prima dall’emergenza Covid e poi dai conflitti in corso, l’attrattività di questo evento rimane immutata nei confronti dei principali poli mondiali di creatività, innovazione e sviluppo urbano. 

È il valore unificante dello sport, ma anche la capacità dei Giochi di rappresentare un evento unico, dove ogni disciplina trova pari dignità a prescindere dal numero di praticanti o di tifosi. E naturalmente, si tratta di un’opportunità unica di catalizzare nuovi investimenti e di accelerare la realizzazione di quelli già pianificati, soprattutto in un contesto caratterizzato da forti vincoli di bilancio. Tutto ciò a patto che la candidatura si innesti su un progetto di valorizzazione/riqualificazione del territorio di ampio respiro.

E numerosi sono gli esempi positivi che si possono trarre dalle esperienze passate: a partire da Torino che, dopo le Olimpiadi invernali, ha visto impennare le presenze turistiche con un +120% rispetto al 2006, affiancando la sua immagine di città manifatturiera con una fortissima riconoscibilità sul piano culturale e turistico. Una strategia perseguita sull’esempio di Barcellona, che con i Giochi del 1992 ha riqualificato completamente il suo “waterfront” ponendo le basi per una strabiliante crescita turistica.

Londra grazie ai Giochi ha riqualificato importanti porzioni del suo territorio urbano, come Canary Wharf o la parte orientale della città. A ciò va aggiunta l’importante eredità educativa e sportiva nei confronti dei giovani, grazie ai programmi di promozione dello sport di base, così come al supporto offerto alla preparazione atletica dei potenziali campioni nelle discipline più promettenti, che hanno stabilmente proiettato il Regno Unito fra le prime cinque nazioni del medagliere olimpico.

In altri casi, i Giochi sono stati invece un’occasione di celebrazione del successo economico e politico del paese ospitante: basta pensare alla Cina, che nell’arco di 14 anni ha ospitato due Olimpiadi a Pechino (oltre a un’Expo Universale a Shanghai), testimoniando la propria trasformazione in potenza globale. 

Ma torniamo a Parigi 2024. Le stime parlano di oltre 16 milioni di presenze turistiche durante i Giochi, che rappresentano l’impatto più immediato dell’evento, con una ricaduta economica sul settore alberghiero, della ristorazione e dei trasporti pari a circa 537 milioni di dollari. 

Guardando a un orizzonte più di medio e lungo periodo, l’evento olimpico porterà alla capitale francese nuove infrastrutture sportive, turistiche e di trasporto: investimenti che ancora una volta si inquadrano in un percorso di rigenerazione urbana di aree periferiche, come ad esempio Saint Denis con il nuovo Centro per gli sport acquatici. 

Il rinnovato patrimonio edilizio sportivo collocherà Parigi per i decenni a venire fra gli “hub” di riferimento a livello internazionale, consentendo di continuare ad attrarre grandi eventi sportivi: esattamente ciò che Milano, insieme a tutto il territorio alpino coinvolto, si candida a diventare per gli sport invernali e non solo. 

In questo senso, i Giochi del 2026 si pongono in continuità con l’Expo del 2015, che ha portato a sviluppare un nuovo distretto dell’Innovazione (MIND – Milano Innovation District), permettendo a Milano di rafforzare il proprio posizionamento come uno dei poli di riferimento europeo a livello di terziario avanzato.

E infine, meritano un cenno i Giochi Paralimpici, che fungeranno da stimolo per una società più inclusiva ed equa: non solo migliorando l’accessibilità dei territori ospitanti, ma anche celebrando i successi degli atleti paralimpici che sapranno avvicinare ulteriormente le persone con disabilità all’attività sportiva.

MAGDA ANTONIOLI

Bocconi University
Dipartimento di Scienze Sociali e Politiche

ROBERTO DANEO

Bocconi University
Dipartimento di Scienze Sociali e Politiche

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