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Cooperative e imprese sociali

Ho lavorato per 35 anni nelle strutture regionali e provinciali di Confcooperative nelle Marche. Ho costituito e seguito molte cooperative e concordo pienamente con quanto sostiene l'autore dell'articolo. Un dato: dal 1975 ad oggi nelle Marche le cooperative edilizie hanno costruito oltre 14.000 alloggi che, essendo abitati da lamneo tre persone, mettono insieme qualcosa come una città di 42.000 abitatnti ( Più o meno come Fabriano). Nel settore sociale sono oltre 6.000 i soci lavoratori oltre a 1.000 i portatori di handicap inseriti nel mondo del lavoro dalla cooperative di tipo B. Non mancano esempi di cooperative che hanno avuto successi in agricoltura, come nella pesca, nella produzione lavoro e nei servizi, financo nella trasformazione di imprese decotte con la famosa legge Marcora. In questo momento i fattori limitanti allo sviluppo delle cooperative sono due. Il primo è che i dirigenti delle centrali cooperative, anche su consiglio della componente politica di questo nostro Paese, hanno spinto il piede sull'acceleratore per farle diventare sempre più imprese che cooperative. Quindi più capitale, più speculazione e meno solidarietà, meno società partecipata. Il secondo è che la riforma voluta da Berlusconi ha condotto le cooperative a diventare spa e srl facendo perdere loro il senso della solidarietà e dell'aiuto reciproco che era e resta il sale di ogni cooperativa. Ed è questo sale che, finita l'epoca dell'economia di stato del comunismo e finita l'epoca dell'economia di mercato o speculativa del capitalismo, può condire la nuova società e farla continuare a vivere, se non nella floridezza, di un tempo, sicuramente, in un regime di minore povertà.