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Persone Simona Maellare

Come la maternità mi ha resa una banker migliore

, di Diana Cavalcoli
Simona Maellare, cresciuta in Calabria e oggi tra le “100 most influential women in the City of London”, racconta la sua carriera nel mondo delle banche d’affari. Dalla laurea e master in Economics all’Università Bocconi a ruoli di prestigio in J.P. Morgan, Bank of America Merrill Lynch, Dlj e UBS, la sua storia è un esempio di come lo studio possa essere un ascensore sociale

“Da quando sono diventata mamma sono una banker migliore. Ho imparato la pazienza e a dare il giusto peso alle cose. Oltre a gestire le emergenze mantenendo la calma: un master in crisis management.” Simona Maellare ha costruito tutta la sua carriera nel mondo delle banche d’affari. Cresciuta in Calabria, nella piccola Soverato, ha sempre pensato che lo studio fosse la chiave per riuscire a lasciare quella realtà che le stava stretta. L’unico ascensore sociale possibile. Racconta: “Sono nata a novembre per cui ero una primina. In classe sono sempre stata la più giovane ed ero forse anche per questo molto studiosa. Dopo il liceo volevo una carriera internazionale, motivo per cui ho scelto la Bocconi dove ho fatto anche un master”. In tempi record, ça va sans dire. A ventidue anni sul suo curriculum si legge: Laurea e Master in Economics all’Università Bocconi.

Il primo lavoro è in J.P. Morgan. “Di quegli anni ricordo il lavoro intenso fino a tardi e il gruppo dei colleghi con cui eravamo anche amici per via delle tante ore passate insieme. Eravamo forse clueless rispetto al lavoro così totalizzante, oggi anche la finanza è più umana, però ricordo le grandi soddisfazioni e l’adrenalina di quei tempi.” Per Maellare, che si occupa di private equity ed M&A – ha lavorato in Bank of America Merrill Lynch, Dlj e ora UBS – il momento migliore è sempre quando il cliente ti affida il mandato. “Ancora oggi è per me la soddisfazione più grande, un po’ perché sono competitiva e un po’ perché mi piace affrontare sfide nuove. Tra cui avere l’opportunità di lavorare con persone estremamente brave, dai colleghi ai clienti. È uno stimolo a prepararsi sempre al meglio.”

Maellare, che rientra tra le “100 most influential women in the City of London”, è anche presidente dell’Investment Bank Diversity & Inclusion Council. Sulla questione di genere in finanza è netta: “Il problema culturale esiste ma molto sta cambiando. Se una volta le donne dovevano mascolinizzarsi per entrare in questo settore, oggi non è più così. Al contrario, pur essendo spesso l’unica donna nella stanza, io insisto sulla mia diversità. Mi vesto colorata, rosa shocking, femminile”. In un mondo testosteronico ragionare in modo differente ha poi la sua utilità. “Mi è capitato di far pesare la mia maggior capacità dialettica rispetto ad alcuni colleghi che usavano toni troppo diretti o aggressivi con dei clienti. Al punto da rischiare di compromettere i rapporti. Ho detto loro: vedete cosa succede quando a decidere non c’è una donna al tavolo.”

La maternità poi è stata una scoperta. “Nel corso della carriera ho avuto due figli. Non è stato semplice ma penso che mi abbiano insegnato molto: ho imparato a gestire le priorità e il tempo. Oggi sono più ‘materna’ anche con i colleghi, comunico meglio.” Maellare però ci tiene a dire che il confronto con sua madre è stato di grande aiuto. Dice: “Mi ha incoraggiata a lavorare anche quando i bimbi erano piccoli. Mia mamma era del ’31 ed era laureata, un’eccezione negli anni Cinquanta. Non ha mai potuto lavorare per crescere me, le mie due sorelle e mio fratello. Mi piace pensare di essere un po’ il suo riscatto”.