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Ci metto la firm

, di Federico Farina
Freshfields Bruckhaus Deringer è una delle più importanti firm di matrice londinese: Laura Belardinelli, laureanda in Bocconi, ha passato qui tre intensi mesi di stage. E ne è uscita convinta: “Voglio fare l’avvocato d’affari”

Quando si oltrepassano le porte di un grande studio legale ci si lascia alle spalle anche lo spazio per le mezze misure. Se ne potrà uscire soltanto conquistati dall'ambiente e dalle prospettive professionali oppure fermamente convinti che la realtà delle law firm non fa al caso proprio. Laura Belardinelli, 23 anni, laureanda in Giurisprudenza, ha preferito togliersi ogni dubbio qualche mese prima della laurea, attesa per il prossimo ottobre. Così, qualche mese fa, ha varcato l'elegante soglia di via dei Giardini, indirizzo milanese di Freshfields Bruckhaus Deringer, uno dei più importanti studi legali di matrice londinese. "I primi giorni sono stati molto intensi, un vero tour de force nei diversi uffici per ricevere tutta la formazione necessaria", racconta Laura. "L'aspetto che mi ha sorpreso di più, infatti, è che sono stata inserita a piano titolo tra i collaboratori dello studio fin dal primo giorno e subito coinvolta nelle attività del dipartimento Corporate con responsabilità crescenti e anche alcuni margini di autonomia". Ricerca, supporto in processi di ristrutturazione aziendale, rami d'azienda, stesura di statuti, atti di costituzione, due diligence, i tre mesi trascorsi nello studio non hanno risparmiato nulla a Laura, che ne è uscita ancora più decisa nelle sue intenzioni di dedicarsi alla carriera di avvocato d'affari. Il curriculum, d'altra parte, parla da solo: una tesi triennale in diritto bancario, un'esperienza all'estero, a Barcellona, con il programma Themis, uno stage nel ramo corporate di un grande studio legale e una prossima tesi in diritto commerciale sui consigli di sorveglianza delle società quotate. "Certo, durante i tre mesi da Freshfields mi sono resa conto che è un lavoro molto impegnativo, che impegna anche 20 ore al giorno e spesso sabati e domeniche", continua Laura. "La prospettiva non mi spaventa, però, anche perché il ritmo degli impegni è ciclico, e in mezzo c'è anche spazio per rifiatare. E poi c'è molta autonomia nella gestione del proprio tempo, un'aspetto che dà tranquillità, anche nei momenti di maggiore stress".