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Persone Sabina Nuti

Carriera e famiglia? Si può fare tutto

, di Diana Cavalcoli
“Le rettrici sono ancora poche in Italia, vorrei vedere più donne candidarsi. Sono convinta che la paura di dover rinunciare alla famiglia e alla maternità incida sulla propensione delle donne a candidarsi in posizioni di vertice di istituzioni e organizzazioni”, spiega Sabina Nuti, un Mba alla SDA Bocconi e oggi alla guida della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa

“Sono una Rettrice, ho quattro figli di cui due nati in Guatemala durante gli anni da ricercatrice e volontaria. Alle nuove generazioni dico di osare e alle ragazze di non aver paura di puntare alla realizzazione professionale insieme alla costruzione di una famiglia. Si può fare tutto.” Leggendo il curriculum di Sabina Nuti, rettrice della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa dal 2019 e fino al 2025, colpisce il numero di progetti e programmi in cui ha lavorato come docente e ricercatrice. “Sono sempre stata una persona dinamica” racconta. “Ero capo scout, amavo studiare e interessarmi di tante cose del mondo. Dopo la laurea in Scienze politiche a Pisa ho scelto di continuare la mia formazione. Ricordo che ho concorso per una posizione di dottorato di ricerca congiunto con la London School of Economics, ma la commissione non si riuniva mai e io, laureata in corso, friggevo nell’attesa. Così mi sono decisa a candidarmi anche per una borsa di studio per l’MBA in Bocconi, finanziata dall’AIDDA, Associazione Donne Dirigenti d’Azienda.

Negli stessi giorni, nel 1984, scopro di aver vinto entrambe le selezioni ma ormai la scelta nel cuore era fatta. “Entro al Master in Direzione aziendale in Bocconi, eravamo solo cinque donne su oltre cinquanta partecipanti ed ero tra i più giovani. Fu sfidante perché l’ambiente era molto competitivo, c’era tantissima matematica e dovevo far bene per mantenere la borsa di studio.” Nuti si distingue al punto che dopo il master inizia a collaborare come borsista con l’Università Bocconi: insegna e fa ricerca. Poi la decisione di fare due anni di volontariato in Guatemala. “Un’esperienza incredibile, sono partita come volontaria per la cooperazione internazionale con l’Istituto di Cooperazione Universitaria: davo supporto all’Unità di Coordinamento Centro America dell’Ambasciata Italiana nella gestione dei progetti delle ONG. Nel mentre sono diventata mamma di due bambini. E poi al rientro in Italia ne sono nati altri due. Mio marito e i miei figli sono stati la mia forza.” Nuti del resto aveva sempre avuto davanti agli occhi un modello positivo: la madre era genetista vegetale e con il padre docente universitario avevano “tirato su cinque figli” insegnando loro a credere nelle proprie capacità, proponendo con l’esempio un modello di collaborazione e rispetto reciproco.

A Milano Nuti resta fino al 2000 come docente dell’area Amministrazione e controllo della SDA Bocconi e come professoressa a contratto per l’Università. Poi inizia a collaborare con la Scuola Superiore Sant’Anna, diventando professoressa associata e specializzandosi nell’ambito sanitario. Successivamente diventa professoressa ordinaria e per un periodo visiting professor di Health Management all’Università di Toronto. In questi anni Nuti fonda il Laboratorio di Management e Sanità (MES) e diventa responsabile scientifica del sistema di valutazione della performance dei sistemi sanitari di molte regioni italiane ed esperta europea in tema di sanità. Poi il rettorato.

“Penso – sottolinea – che le rettrici siano ancora poche in Italia, vorrei vedere più donne candidarsi. Sono convinta che la paura di dover rinunciare alla famiglia e alla maternità incida sulla propensione delle donne a candidarsi in posizioni di vertice di istituzioni e organizzazioni.” A prescindere dall’ambito, secondo la rettrice spesso sono le ragazze stesse a frenarsi. “Temono di non farcela a combinare lavoro e famiglia. 
Ecco, io dico loro di buttarsi, di abbattere gli stereotipi senza paura, e senza rinunciare mai all’equilibrio tra professione e famiglia.”