Campus Abroad: partenze intelligenti per gli studenti Bocconi
È solo uno dei momenti degli scorsi Campus Abroad estivi, e oggi, da Milano, sembra passata un'eternità. Ma i ricordi sono vivi, per i 350 studenti che vi hanno preso parte. Anzi, per qualche ora, all'apertura della mostra fotografica sui Campus, il clima di quei giorni sembra addirittura tornare, insieme con l'aria e la luce dei lontani paesi visitati. I Campus Abroad organizzati quest'anno dall'Università sono stati 9, a coprire le destinazioni più diverse: Austin, Copenhagen, L'Avana, Los Angeles, New York, Praga, Salvador da Bahia, Tunisi, Vancouver. Il programma offre l'opportunità di studiare all'estero, per un periodo limitato (tre settimane), nel corso delle vacanze estive. Gli studenti, in gruppi di 30-40, si trasferiscono nelle università ospiti per seguire un corso opzionale Bocconi. Le lezioni, per lo più in lingua inglese, sono tenute dal docente che li accompagna da Milano e da professori o testimonial del luogo. Anche l'esame finale viene sostenuto sul posto, e vale a tutti gli effetti come se fosse stato sostenuto in Bocconi. "Un'esperienza davvero particolare – osserva Nicola Dondi (studente del 3° anno Clefin, Campus Abroad a Vancouver) –. Per me è stata una vacanza, nella quale però sono riuscito a dare un esame senza lo stress che sostenere gli esami generalmente comporta". Merito della "full immersion" e dell'organizzazione delle giornate che permette di sfruttare il tempo nel modo migliore. "Contenuti interessanti, divertimento e vacanza: cosa desiderare di più?". L'opportunità di frequentare il corso in un paese straniero permette di confrontare direttamente l'esperienza e la dottrina italiana con quella di uno stato diverso. Questo avviene a lezione, ma anche e soprattutto grazie a visite mirate a istituzioni, imprese o realtà locali. "Prima di partire non mi aspettavo un 'programma cultura' così ricco – ammette Gabriele Benedetto, 3° anno Clea, Campus a New York –. Il corso che ho seguito era 'metodi di analisi e di valutazione dei programmi pubblici'. Grazie alle visite, abbiamo capito come nasce una legge all'Onu e come funziona un carcere americano. Siamo stati poi accolti nell'ufficio del sindaco Bloomberg, al New York Police Department e all'ambasciata italiana. Questo ci ha aiutato molto a comprendere meglio la realtà americana". In alcuni paesi le visite sul campo sono andate oltre l'aspetto meramente didattico, coinvolgendo anche la dimensione più personale. È il caso del Campus in Brasile, dove gli studenti sono stati tra le favelas di Bahia. "Il corso che seguivamo – racconta Luca Vegetti, 3° anno Diem –, 'Management of International and Supranational Organizations', ci ha portato a visitare un progetto di riqualificazione urbana di alcune favelas su palafitte nel suburbio di Bahia. Entrare in quelle baracche, incontrare quelle persone e vedere i bambini che ci correvano incontro festosi è qualcosa che credo non dimenticherò mai". Ma oltre ai momenti previsti dal programma didattico, sono state le serate a cena insieme e i momenti di svago e divertimento con i compagni di studio e i coetanei locali l'altra importante occasione per entrare ancora di più in sintonia con una cultura diversa. "Passeggiare la sera in un quartiere popolare di L'Avana in compagnia di cubani è qualcosa che difficilmente avrei potuto fare se fossi stata una normale turista – dice Alessandra Palatini, 4° anno Clg –. In questo il Campus Abroad è certamente un'esperienza unica, perché dà la possibilità di non fermarsi alla superficie, a ciò che normalmente percepisce un turista, ma di comprendere molto più in profondità realtà a noi così distanti". E a quanto pare, gli studenti Bocconi sono davvero rimasti affascinati dai nuovi mondi visitati, dal momento che alcuni si sono iscritti, al ritorno da Cuba, a corsi di spagnolo, e al ritorno dal Brasile a corsi di portoghese. Oltre 500 ore di didattica, 130 eventi, 73 conferenze, 26 visite a istituzioni, ma anche 9 furti, 10 ricoveri in ospedale, 16 valigie perse, e infine – perché no? – una stima di circa 30.000 litri fra birra, vino e bevande varie consumate nei momenti di svago. I Campus Abroad sono anche una gigantesca macchina organizzativa, che funziona grazie al lavoro dello staff dell'Università e dei tutor che accompagnano i ragazzi e permettono di risolvere i piccoli imprevisti di ogni viaggio. Oggi quel che resta è solo il ricordo di un'esperienza indimenticabile. Il sito dei Campus Abroad Campus Abroad 2003 - Mostra fotografica Servizio Relazioni Internazionali |