Aria migliore nel settore del factoring
Leasing, factoring e credito al consumo hanno assunto negli ultimi anni un peso sempre maggiore nel sistema finanziario nazionale, divenendo circuiti di allocazione in grado completare e integrare il complesso dei prodotti e servizi tradizionalmente riferibili al comparto bancario.
Le tipologie di operatori che nel corso degli anni si sono affermate su tali mercati sono assai eterogenee: società finanziarie specializzate monoprodotto e pluriprodotto, società captive di matrice industriale, banche 'specializzate' e 'generaliste'.L'offerta in Italia di leasing, di factoring e di credito al consumo è oggi costituita in netta prevalenza da intermediari finanziari specializzati, generalmente monoprodotto. Si tratta in gran parte di intermediari di emanazione bancaria. In tutti e tre i comparti è assai rilevante la presenza di intermediari finanziari appartenenti a gruppi bancari esteri. Come stanno affrontando tali comparti l'attuale situazione di crisi?Nell'ultimo esercizio, nel comparto del factoring si è avuto un aumento dell'8,4% dei crediti acquisiti, mentre nel leasing e nel credito al consumo si sono manifestate flessioni dei volumi pari rispettivamente al 5,3% e al 2,7%. I dati dei Rapporti Ossfin 2011, tratti dall'Osservatorio sugli intermediari finanziari specializzati nel leasing, factoring e credito al consumo della SDA Bocconi, rivelano come i comparti che registrano il maggiore numero di operatori in perdita siano il leasing e, soprattutto, il credito al consumo. Nel corso del 2010 la qualità del portafoglio prestiti in tutti e tre i comparti è peggiorata, con un aumento delle sofferenze meno consistente nel caso del factoring e più marcato nel caso del leasing e, ancor di più, del credito al consumo. Il credito al consumo, dopo essere stato per anni il comparto con la più elevata redditività dei mezzi propri, è quello ad avere risentito sinora in modo più forte della crisi, con una notevole riduzione della redditività media di settore. Esso rappresenta tuttavia il comparto con la più elevata dispersione dei risultati delle singole società attorno alla media: al suo interno si ritrovano infatti più operatori, anche di rilevanti dimensioni, che hanno avuto nell'ultimo anno perdite di esercizio superiori al 65% dei mezzi propri e altri che, anche nel pieno della crisi, mantengono in modo persistente utili netti superiori al 20% dei mezzi propri. Sul fronte opposto, il factoring, pur evidenziando un'inevitabile caduta dei margini reddituali, mostra la migliore tenuta della performance economica sia a livello di dati aggregati sia di dispersione dei dati individuali attorno alla media. Il mercato italiano del factoring ha registrato una crescita tale da arrivare a rappresentare alla fine del 2010 il quarto mercato mondiale, dopo Gran Bretagna, Cina e Francia. L'aumento dei prestiti ottenuti dalle imprese italiane a fronte della cessione di crediti commerciali attraverso il factoring ha consentito di allentare, almeno parzialmente, le tensioni di liquidità derivanti sia dal forte allungamento dei tempi di incasso sia dalla decelerazione del credito concesso dal sistema bancario a seguito di politiche di erogazione divenute più selettive. Il mercato italiano del leasing finanziario ha avuto nell'ultimo esercizio un andamento negativo anche se fortemente differenziato nei singoli sottocomparti. Se il leasing su energie rinnovabili ha fatto da traino e ha compensato l'andamento negativo di altri sottocomparti, assieme al leasing automobilistico che ha avuto una variazione positiva, il leasing strumentale, aeronavale e ferroviario e, soprattutto, quello immobiliare hanno registrato variazioni negative. La performance economica del comparto nell'ultimo esercizio è complessivamente negativa e mediamente pari, in termini di reddito netto, al -2,7% dei mezzi propri. Il peggioramento delle condizioni di redditività è un dato che coinvolge l'intero settore, con una forte concentrazione dei dati individuali sul valore medio settoriale. A pesare negativamente su tale risultato è l'incidenza delle rettifiche su crediti, aumentate del 27,7%.