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Ana Vujosevic e la scuola di Nole

, di Davide Ripamonti
Dipendente presso il Dipartimento di accounting, Ana e' la nuova responsabile della sezione Tennis di Bocconi Sport

Se hai avuto lo stesso allenatore di Novak Djokovic, non ti stancherai mai di raccontarlo. Perché è una garanzia inappellabile sulle tue qualità tennistiche. E non importa se poi la carriera agonistica non ha seguito la stessa strada. Vorrà dire che non era il tuo destino o, più semplicemente, che hai scelto altro. Ana Jelena Vujosevic, 28 anni, Academic services officer presso il Dipartimento di accounting dell'Università Bocconi e, da settembre, nuova responsabile della sezione Tennis di Bocconi Sport, è stata numero 2 under 18 del Montenegro, il paese di suo papà (la mamma invece è italiana), ma ha iniziato a giocare in Italia, a Monza, dove viveva con la sua famiglia. "Ho iniziato a tre anni, nel circolo di fronte a casa. Poi, visto che me la cavavo piuttosto bene, sono passata in un altro centro per svolgere attività agonistica".

A 11 anni l'incontro e il provino con una vera e propria istituzione del tennis serbo, Jelena Gencic, colei che ha contribuito alla scoperta e alla crescita di campioni come lo stesso Djokovic, Goran Ivanisevic, Monica Seles e altri ancora. "Mi ha ritenuto abbastanza brava per segnalarmi a una delle accademie tennistiche in quegli anni più famose, quella di Nikola Pilic, a Monaco di Baviera". Dove si è fermata tre anni, tra tornei e allenamenti sempre più serrati. A 16 anni si è trasferita in Montenegro, dove è rimasta fino ai 18. A questo punto Ana si è trovata davanti a un bivio: "Potevo scegliere due strade: lanciarmi nel professionismo e giocare i tornei della Wta (Women's Tennis Association), oppure approdare in uno dei tanti atenei americani che mi offrivano una borsa di studio per giocare con i loro colori nel campionato universitario. Ho scelto la seconda e sono andata alla University del South Dakota, che tra l'altro giocava nella Division One, quella più competitiva". Un'esperienza non del tutto positiva, che la spinge a cercare altro. Sceglie quindi di passare alla Metropolitan State University of Denver: "Qui invece mi sono trovata benissimo", dice, "oltre al tennis anche lo studio era importante e, soprattutto, mi trovavo in una città grande, con tutte le sue attrattive". Qui Ana diventa capitana della squadra, che guida alla vittoria della Conference, e contribuisce alla promozione del tennis recandosi in alcune scuole disagiate della città. Quindi l'ultimo trasferimento: "Vado alla University of Arkansas at Little Rock, che mi offre la possibilità di frequentare un master, oltre che giocare a tennis".

Adesso che il treno del professionismo e di una carriera agonistica ai massimi livelli è passato, Ana non ha rimpianti, è contenta delle scelte che ha fatto: "Nel tennis molti atleti hanno le qualità tecniche e fisiche per emergere. Quello che fa la differenza è la forza mentale, quella feroce determinazione che ti spinge a dedicare il 100% del tuo tempo a quell'unico obiettivo. A me è mancato qualcosa da questo punto di vista". In Bocconi Ana ha accettato di guidare la squadra di tennis dell'Università, che a ottobre sfiderà alcuni degli atenei europei più prestigiosi nello European Clay Tournament sui campi del Country Club di Montecarlo, dove ogni anno ad aprile si disputa il prestigioso Master 1.000 con i migliori giocatori del mondo. "Non ci sono mai stata", dice Ana, "sarà anche per me una bellissima esperienza. La squadra è composta di cinque giocatrici (Alice Agazzi, Bianca Cavallieri, Rachele Paloschi, Roberta Pizzigallo e Andra Popescu) e cinque giocatori (Johannes Klein, Tommaso Lucattini, Kaito Kitakami, Simone Resmini e Giovanni Canova), ma solo tre ragazze e tre ragazzi faranno parte del gruppo che andrà nel Principato".

Una squadra alla quale Ana potrà dare consigli mutuati nella propria esperienza americana: "Una delle cose che ho imparato negli Stati Uniti è che anche in uno sport individuale come il tennis lo spirito di squadra in occasioni come questa è importante e può fare la differenza. Per la parte tecnica, abbiamo assunto un allenatore che ci supporterà. In attesa, magari, di coronare un altro mio sogno, diventare maestra".