2024, un anno che e' gia' storia
È appena cominciato eppure sappiamo già che il 2024 verrà ricordato come un anno storico. Lungo i 12 mesi che ci aspettano sono 76 i paesi chiamati alle urne: dal Bangladesh (il 7 gennaio) agli Stati Uniti (il 5 novembre) passando per i 27 paesi che dovranno votare il parlamento europeo a giugno. A cambiare quindi potrebbero essere non solo gli equilibri interni alle singole nazioni ma quelli sociali e politici a livello globale. La politica, solitamente raffigurata come la lancetta dei secondi che corre veloce, che con un tweet può cambiare il destino di un governo, in questo contesto potrebbe diventare l'ago della bilancia di un mondo sempre più interconnesso. Un mondo che sta vivendo una profonda crisi di identità fatta di contrapposizioni sempre più laceranti, tra nord e sud, tra ricchi e poveri, tra tendenze demografiche in contrasto e cambiamento climatico. Crisi che sfocia in guerre più o meno vicine a noi: non solo Ucraina e Palestina visto che sono in tutto 55 i conflitti armati attivi tra Stati, di cui otto hanno raggiunto il livello di guerra e 22 sono stati internazionalizzati, ovvero una o entrambe le parti hanno ricevuto il supporto di truppe da uno Stato esterno.
Alle urne, a livello mondiale, andrà una popolazione mediamente più anziana (nel 1950 l'età media era 25 anni, nel 2020 è salita a 33) anche se con nette differenze tra le diverse aree del mondo, visto che in Africa l'età media è 20 anni mentre in Europa è 43. Ovviamente con i minorenni che non hanno comunque voce.
Dobbiamo guardare a quest'anno come a un'occasione da non perdere, dobbiamo impegnarci a comprendere, a studiare, a costruire un mondo inclusivo e sostenibile per tutti. Per Bocconi è un impegno che si concretizza nelle sue politiche a favore del sostegno agli studenti, nello sviluppo di nuove idee grazie al lavoro dei nostri ricercatori, nei progetti legati alla terza missione che ci vedranno sempre più coinvolti.
Il 2024 è già nei libri di storia. Sta a noi decidere perché.