I ranking (cioè “classifiche ordinate”, in inglese) sono nati negli USA per aiutare chi sceglie un corso di laurea a capire meglio un’offerta molto vasta come è quella americana. Con l’andare del tempo i ranking dapprima si sono radicati molto fortemente nei paesi anglosassoni senza varcarne i confini, poi hanno finito con l’acquisire una dimensione internazionale.
Cosa classificano i ranking?
Ci sono due tipi principali di ranking: quelli che comprendono intere università e quelli che riguardano dei corsi specifici, destinati soprattutto a chi è già orientato verso un’area disciplinare ben definita rispetto alle altre.
Chi compila i ranking?
Le agenzie che calcolano i ranking appartengono a diverse categorie: organi di informazione, società di servizi, consulenti.
Quali dati entrano nei calcoli? Chi li fornisce?
I ranking non sono tutti uguali. Però i dati di partenza sono spesso simili, perché confrontare università molto diverse fra loro impone di utilizzare dati disponibili nella stessa forma per tutti e quindi molte informazioni interessanti non possono essere considerate. Alcuni dati sono di pubblico dominio, altri sono raccolti da agenzie specializzate, oppure attraverso questionari o dalle università stesse.
Quali sono le differenze nei metodi di calcolo?
Per quanto i dati siano spesso analoghi, le diverse classifiche li combinano in modi differenti. Importantissimi sono i pesi assegnati a priori a ciascuna variabile: variazioni anche piccole di questi pesi possono cambiare la classifica sensibilmente. Alcuni raccolgono certe informazioni in autonomia: è il caso ad esempio di QS World University Ranking che (unico tra i più accreditati) chiede alle imprese quali siano le università da cui provengono i laureati più interessanti. Un’eccezione è rappresentata da U-Multirank, che lascia l’utente libero di scegliere i parametri importanti.
Quali sono i ranking più affidabili?
Non esiste un ranking di per sé migliore degli altri, perché la qualità di una università dipende da molti fattori e non tutti sono misurabili. Inoltre, ogni lettore ha la propria scala di importanza di questi fattori. Attualmente si può dire che QS e Times Higher Education pubblicano i ranking più noti di università e il Financial Times quelli più accreditati di singoli corsi, ma va tenuto presente che nessuna metodologia è esente da problemi.