Contatti
Università

Una stella nel cielo dei Pellicani

, di Davide Ripamonti
Engin Atsur, per anni protagonista ai massimi livelli nel basket europeo, collabora con il Bocconi Sport Team nell'organizzazione di eventi. E gioca nella squadra dell'Universita'

Quando, nel basket europeo, si vuole evidenziare la bravura di un giocatore, spesso si dice "è un giocatore da Eurolega". Engin Atsur, 37 anni, turco da parte di padre e tedesco da quella materna, l'Eurolega l'ha disputata per davvero, nel mezzo di una carriera di altissimo livello che l'ha visto protagonista in alcune delle squadre più importanti del Vecchio continente, come Efes e Fenerbache, le due big del basket turco, Benetton Treviso e Alba Berlino, dopo una carriera universitaria negli Usa, a North Carolina State. E ha anche vinto molto, tre scudetti e due coppe di Turchia, partecipando con la nazionale turca ai Campionati Europei del 2007 in Spagna e del 2009 in Polonia e ai Campionati del Mondo del 2006 in Giappone.
Engin collabora adesso con il Bocconi Sport Team nell'organizzazione di eventi tesi a valorizzare i nuovi impianti sportivi dell'Università e a coinvolgere sempre più gli studenti nell'attività sportiva. Ma, anche, gioca nella squadra dei Pellicani che disputano la C-Gold, costituendo con Riccardo Santolamazza (Director of sport operations del Bocconi Sport Team) un backcourt che non molti anni fa sarebbe stato di tutto rispetto anche in categorie superiori. "Ho iniziato a giocare soprattutto perché mio padre era un giocatore professionista e anche mio fratello maggiore", racconta Engin, "a casa mia si respirava basket ovunque. Ma volendo anche studiare, quando ho terminato il liceo ho fatto una scelta precisa, cioè continuare la mia carriera e nel contempo iscrivermi all'università". Una scelta complessa in Europa, molto meno negli Usa, dove Engin si trasferisce con una borsa di studio a North Carolina State, quattro anni fondamentali dove gioca nell'Ncaa e nel contempo si laurea in business management: "La cultura dello sport è profondamente radicata nel sistema scolastico americano e giocare e studiare contemporaneamente è molto più semplice, tutti fanno sport, non per forza a livello agonistico, grazie anche alla disponibilità di strutture adeguate".
La prima esperienza professionistica, terminata l'università, è in Italia, a Treviso. Poi il rientro in Turchia, dove l'attendono i club più prestigiosi del paese ma, soprattutto, dove nel 2004 fa il suo esordio in Nazionale, chiamato da una leggenda del basket come Bogdan Tanjevic. "Con la Nazionale ho disputato i Mondiali in Giappone del 2006, poi due edizioni degli Europei". Una carriera in rampa di lancio, fino a quando la sorte non si è messa di mezzo: "Eravamo a pochi giorni dall'inizio dei Campionati mondiali del 2010, che si svolgevano proprio in Turchia. Era un sogno parteciparvi, il momento più bello della carriera. Ma mi ruppi il tendine d'achille". Un infortunio devastante e un recupero lungo, un'assenza dai campi di circa un anno. Poi il ritorno in campo e un nuovo infortunio, al tendine d'achille dell'altra gamba. Una botta tremenda.

"Questi infortuni hanno indubbiamente frenato la mia carriera", riprende Engin, "ma mi hanno rafforzato mentalmente, mi hanno fatto crescere. Non ho mollato, sono tornato ad alto livello al Galatasaray, al Besiktas e poi in Germania, all'Alba Berlino. Ho chiuso la carriera professionistica in Italia, a Capo d'Orlando, dove è nato il mio primo figlio".
Engin Atsur vive a Monza, dove gioca sua moglie, la stella olandese della pallavolo Floortje Mejners, adesso però ferma per maternità. Molto vicino quindi a Milano e alla Bocconi, dove ha deciso di continuare a giocare, anche se a livello dilettantistico. In C-Gold è una stella, ma la vita non è semplice nemmeno per uno con la sua classe: "Gli avversari mi conoscono, sono informati sulla mia carriera, dai loro sguardi e dalle loro parole capisco che ci tengono particolarmente a fermarmi, anche se finora ho trovato grande correttezza. Ho tecnica ed esperienza superiori, ma non è facile, sono giovani e atletici". Il primo figlio di Engin ha quattro anni, sceglierà lo sport del papà o quello della mamma? "Non lo so, è ancora troppo presto per capirlo". Ma dietro la mascherina gli occhi si illuminano solo alla parola basket...