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Università A scuola di inclusione

La Bocconi torna a scuola per premiare i vincitori di 'A scuola di inclusione’

, di Andrea Celauro
Con la cerimonia presso l’Istituto di Novafeltria, vincitore assoluto, si è conclusa la prima edizione del progetto dell’Università insieme a Repubblica, Dynamo Academy, Affari Pubblici e B4i. Dai corsi di italiano e cucina alla formazione sulla violenza economica di genere, dai laboratori di integrazione alle attività per favorire il benessere mentale nelle scuole e il tempo di qualità per i ragazzi disabili, a vincere è stata l’inclusione

L’inclusione è tale quando non è solo discussa e professata, ma diventa azione concreta. Quando prende la forma di un progetto che, magari, può davvero cambiare la vita delle persone. È ciò che hanno dimostrato di voler fare i gruppi vincitori della prima edizione di ‘A scuola di inclusione’, il progetto di Bocconi e Repubblica, insieme a Dynamo Academy, Affari Pubblici e B4i (e con il supporto di Enti del Terzo Settore nei territori), che ha coinvolto in 10 tappe circa 950 studenti di tutta Italia e che ha avuto la propria tappa finale il 14 maggio a Novafeltria (Rimini), ospite dell’ISISS Tonino Guerra che si è aggiudicato il primo premio assoluto.

A convincere la giuria, un’idea tanto semplice quanto utile e bene congegnata: un corso di italiano per stranieri unito a un corso di cucina regionale romagnola, con l’idea di unire le culture e favorire l’integrazione dei nuovi cittadini attraverso la cucina, la lingua più antica del mondo. “Al termine dei corsi, l’idea è organizzare anche una sagra nella quale i partecipanti possano mettere in pratica ciò che hanno imparato”, hanno spiegato gli studenti.

“Con i vostri progetti”, ha detto a tutti i gruppi di ragazze e ragazzi il rettore della Bocconi Francesco Billari, intervenuto a Novafeltria insieme alla prorettrice alla Diversità, inclusione e sostenibilità, Paola Profeta, “avete dimostrato che l’inclusione deve essere concreta e sostenibile dal punto di vista economico. Ma anche che deve essere supportata dai dati e deve essere connessa col cuore”. E poi, riferendosi al ruolo che oggi deve avere un’istituzione come la Bocconi, ha aggiunto: “Spesso si dimentica quanto un’Università privata possa avere un ruolo pubblico. Il nostro obiettivo è cambiare la vita delle persone e, attraverso di loro, cambiare il mondo. Con questi vostri progetti voi contribuite a cambiare la vostra realtà”.

“Aggiungi un posto a tavola”, il progetto degli studenti di Novafeltria, “favorendo l’integrazione ci potrà aiutare ad arrestare quel processo di impoverimento demografico che i nostri territori stanno vivendo”, ha sottolineato il sindaco del paese, Stefano Zanchini, che ha anche rimarcato quanto “spesso l’inclusione sia un insieme di termini abusati, mentre ha bisogno di progetti concreti come i vostri”.

I vincitori di categoria

Insieme a Novafeltria, a ricevere i premi di categoria anche altri quattro gruppi. La targa del miglior progetto nella categoria gender gap è andata a ‘La bilancia di Maat’ del Convitto Umberto I di Torino, che, coadiuvato dall’ETS Global Thinking Foundation, si è concentrato su un tema particolarmente delicato e spesso poco dibattuto: la violenza economica di genere. “Un tipo di violenza che si cela dietro comportamenti socialmente accettati e che spesso nasconde anche altri tipi di violenza”, hanno sottolineato le ragazze e i ragazzi di Torino. Con l’idea di essere d’impatto sulle nuove generazioni sul tema, ragazze e ragazzi di Torino hanno deciso di formare studenti e docenti delle scuole della loro città con incontri sul tema, così da creare, a cascata, una disseminazione sul territorio.

Per l’area tematica migrazioni, è stato il Liceo Scientifico e Linguistico Federico II di Svevia di Altamura (Bari) a imporsi, grazie al progetto ‘Migration’ supportato dall’associazione Fornello. Il gruppo ha lavorato sul concetto di trasformare in opportunità di crescita per la realtà locale il delicato tema della migrazione. L’idea è sostenere attraverso affiancamento agli esami e laboratori linguistici l’integrazione dei coetanei con background migratorio. “Questo lavoro ci ha aiutato a riconoscere e comprendere i problemi degli immigrati”, hanno raccontato studentesse e studenti, “adesso la vera sfida sarà coinvolgere i compagni nel lavoro”. 

Una scuola che fornisca supporto attraverso diverse attività di coinvolgimento e di laboratorio è stata invece l’idea ‘EssenzialMENTE’ del Liceo Ariosto di Ferrara, che ha identificato proprio nel benessere mentale degli adolescenti uno dei punti che richiedono oggi attenzione. “È un tema e un malessere che avvertiamo tutti i giorni a scuola”, hanno spiegato i ragazzi, che hanno raccontato come, da un questionario tra i compagni, “sia emerso quanto gli studenti si sentano poco motivati e supportati”, tanto che il 26% di loro “non è soddisfatto del proprio percorso”.

Infine, il tema della disabilità. Vincitori di categoria sono state le studentesse e gli studenti dell’Istituto Enrico Medi di Palermo, che insieme all’Ecomuseo Mare Memoria Viva hanno lavorato per immaginare il Centro Armonia, un centro ricreativo per ragazze e ragazzi con disabilità. “Ci siamo resi conto”, hanno raccontato gli studenti al pubblico, “che molte persone con disabilità non hanno un luogo di aggregazione dove passare il proprio tempo libero. Qui i ragazzi svolgeranno varie attività culturali e sportive. E noi non saremo solo i creatori del progetto ma saremo direttamente coinvolti come ‘amici del giorno’ dei partecipanti”.