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È scomparso oggi il direttore del Master of Science in Artificial Intelligence, un accademico brillante dalla grande umiltà, come lo ricordano amici, colleghi e studenti. Sarà commemorato con una celebrazione funebre laica il 24 giugno alle 17

Geniale, umile, brillante, competente, curioso, arguto. Sei caratteristiche che tornano e ritornano nei ricordi degli amici, dei colleghi e degli studenti di Luca Trevisan, direttore del MSc in Artificial Intelligence scomparso oggi. Un accademico dal grande spessore umano, oltre che scientifico, la cui scomparsa ha lasciato un profondo segno in tutta la comunità della Bocconi.

Per suo espresso desiderio, dato il profondo legame con tutta la comunità Bocconi, Luca ha chiesto di ricevere un funerale laico in Università. Lunedì 24 giugno alle ore 17, nell’atrio dell’edificio Velodromo si terrà una cerimonia funebre organizzata dall’Ateneo per un ricordo condiviso e un ultimo saluto. La cerimonia funebre sarà aperta a tutti e sarà diffusa in diretta streaming (qui il link).

“Luca era uomo di grande valore, sia scientifico che umano, ed era molto amato dai colleghi e dagli studenti. La Bocconi soffre oggi una grande perdita. È stato un onore e un privilegio averlo avuto con noi, anche se per pochi anni”, ha detto il presidente della Bocconi, Andrea Sironi. "Ho apprezzato enormemente lo spessore di Luca Trevisan in molte occasioni”, ha aggiunto il rettore Francesco Billari. “Come prorettore quando si organizzava il suo arrivo in Bocconi, per la costruzione di un nuovo dipartimento. Da rettore per il suo impegno nel lanciare un nuovo ambizioso Master e una innovativa Cattedra. Un collega di cui sentiremo la forte mancanza”. Un accademico, Trevisan, “noto a livello mondiale per la sua straordinaria intelligenza, la sua genialità logico-matematica e la sua immensa cultura”, sottolinea il direttore del Dipartimento di Computing Sciences, Riccardo Zecchina. “I suoi lavori scientifici fondamentali per l’informatica teorica moderna e il suo blog dal titolo ironico ‘In theory’ sono e saranno un riferimento per moltissimi anni”. Ma tutto questo, “Non è che una piccola parte della sua personalità. La sua gentilezza e il rispetto delle altre persone, senza distinzioni, non sono da meno”, aggiunge Zecchina.

Luca Trevisan è stato professore di Computer Science alla Bocconi, dove è stato titolare della Cattedra Fondazione Romeo ed Enrica Invernizzi in Computer Science e dove ha contribuito a fondare, e ha diretto, il corso di laurea biennale (Master of science) in Artificial Intelligence. I suoi interessi scientifici erano focalizzati sull’informatica teorica, con particolare attenzione alla complessità computazionale, all’analisi degli algoritmi, ai fondamenti della crittografia e ai temi all’intersezione tra informatica teorica e matematica pura. Luca è stato vincitore di un ERC Grant con il Progetto di ricerca Spectral and Optimization Techniques for Robust Recovery, Combinatorial Constructions, and Distributed Algorithms (SO Re Co Di).

Luca ha conseguito il Dottorato nel 1997 presso la Sapienza Università di Roma, lavorando con Pierluigi Crescenzi. È stato post-doc al MIT e al DIMACS e ha insegnato alla Columbia University, alla U.C. Berkeley e a Stanford, prima di tornare a Berkeley nel 2014. Nel 2019 è rientrato in Italia, all’Università Bocconi, dove ha contribuito a fondare l’attuale Dipartimento di Computing Sciences.

Trevisan era Fellow dell'ACM (Association for Computing Machinery) e membro dell'Accademia Nazionale delle Scienze Detta dei XL. Ha ricevuto il Premio Oberwolfach e la Sloan Fellowship nel 2000 e ha vinto un NSF CAREER Award. Nel 2006 è stato invitato al Congresso internazionale dei matematici.

A proposito del rientro in Italia di Trevisan e dell’avvio del nuovo Dipartimento di Computing Sciences, Laura Sanità, professoressa del Dipartimento di Computing Sciences, ricorda: “Sono tornata in Italia dall’estero proprio perché c’era Luca, attratta dall’idea di costruire qualcosa con lui. Il suo nome era garanzia di qualità e la sua fama lo precedeva. Era un collega geniale e una persona incredibilmente umile e competente sotto ogni aspetto”.

Ma Luca Trevisan ha lasciato un segno indelebile in tutti, non solo nei colleghi. “Ho conosciuto Luca moltissimi anni fa, un ragazzino esile con una mente brillante. Era in classe con mio fratello fin dalla scuola media, e con altri due amici erano inseparabili. Li ricordo sul divano, con popcorn e film, trascorrere innumerevoli serate a ridere e scherzare. Io passavo, da sorella maggiore, e mi fermavo ad ascoltare le loro chiacchiere, le loro battute”. E proprio come una sorella maggiore, Cecilia Marchetti, cardiochirurga dell’Ospedale Niguarda, è stata al fianco di Luca Trevisan, in qualità di medico, fino al suo ultimo respiro.

Luca era “incredibilmente umile nonostante i suoi risultati”, racconta Caicai Chen, uno dei suoi studenti PhD. Uno scienziato brillante “che aveva una prospettiva unica sui problemi, capace di offrire sempre nuove soluzioni”. Per Tommaso D’Orsi, giovane research fellow del Dipartimento di Computing Sciences che l’ultima mattina ha letto al capezzale di Trevisan i messaggi dei suoi studenti, “Luca è stato un esempio, un mentore e un amico. Da studente mi sono avvicinato all’informatica teorica leggendo il suo blog”, racconta. “La sua genialità unica sarà sempre fonte di ispirazione nella scienza e nella vita”. “Mi sento fortunata ad averlo incontrato”, aggiunge un’altra research fellow del Dipartimento, Isabella Ziccardi. “Luca si preoccupava per i suoi studenti ed era sempre presente quando avevi bisogno di una mano”. “Era sempre molto gentile e disponibile. Spero che il mondo sarà pieno di libertà, uguaglianza, pace e amore come lui desiderava”, aggiunge Jiyu Zhang, PhD student.  

Tra gli amici di una vita anche Flavio Marchetti e Andrea Clementi. Il primo ricorda come Trevisan sia stato “il primo laureato a Roma della Facoltà di scienza dell’Informazione della Sapienza con il massimo dei voti”, mentre il secondo, oggi professore a Tor Vergata, rammenta come “le gag più amate dai nostri amici comuni fossero quelle legate alla cucina. Lui mi prendeva sempre in giro per le mie diete, e, quando andavamo a cena fuori, anticipava al cameriere la mia bevanda preferita: una limonata con poco limone”.

Ma Luca era inoltre impegnato in difesa i diritti delle persone LGBTQ+: in occasione delle celebrazioni del Pride del 2021, aveva scritto un lungo editoriale sulla figura del matematico Alan Turing. “Spero” – si augurava Trevisan nella conclusione del pezzo, che è consultabile per intero qui – “Che per il bicentenario di Turing, e auspicabilmente molto prima, la presenza LGBTQ nelle discipline STEM possa essere più visibile e orgogliosa, contribuendo ad abbattere gli stereotipi sia sulle carriere STEM che sulle persone LGBTQ, come parte di un più ampio progresso della società oltre la stigmatizzazione, la discriminazione e gli stereotipi, in modo che tutti gli individui possano giustamente sentire che tutti i percorsi di vita gli sono aperti, indipendentemente dalla particolare intersezione di caratteristiche che rende unica ogni persona”.

Il ricordo dei colleghi, degli studenti e degli amici

"Bocconi ha avuto il privilegio di essere la casa di Luca per sei anni e grazie anche a lui di mettere le basi a un progetto straordinario. La sua leadership scientifica combinata con la sua umanità e gentilezza sono indelebilmente parte della nostra comunità"

Luca è noto a livello mondiale per la sua straordinaria intelligenza, la sua genialità logico-matematica e la sua immensa cultura. I suoi lavori scientifici fondamentali per l’informatica teorica moderna e il suo blog dal titolo ironico “In theory” sono e saranno un riferimento per moltissimi anni. Tutto questo rappresenta solo una piccola parte della sua personalità.  Ad esempio, la sua gentilezza e il rispetto delle altre persone, senza distinzioni, non sono da meno. Nelle conversazioni con Luca spesso c’erano delle pause, in cui lui cercava di trovare gli argomenti adatti a chi aveva di fronte, chiunque fosse. Questi momenti di silenzio erano atti di pura generosità. Conoscevo già Luca per i suoi scritti, l’ho poi incontrato di persona solo nel 2017 ad una conferenza.  Sono stato immediatamente colpito dalla sua immensa apertura mentale. Parlammo della possibilità di costruire una realtà scientifica importante in Italia. Dopo un anno, giusta pausa di riflessione, ricevetti un messaggio in cui mi diceva che gli piaceva l’idea.

Con lui è stato facile creare un dipartimento totalmente nuovo, in grado di attirare le migliori menti da tutto il mondo. Cosi’ come è stato facile progettare e dar vita a corsi di laurea innovativi sui metodi alla base della IA moderna e moltissimo altro. Con Luca che copriva le spalle tutto diventava facile e bello.

Ci mancherà moltissimo, e allo stesso tempo lo sentiremo riflettere sempre con noi.

Da studente, mi sono avvicinato all'informatica teorica leggendo il blog di Luca e contattandolo. Da allora, Luca Trevisan è stato un esempio, un mentore e un amico. La sua genialità unica, la sua curiosità e la sua spensieratezza saranno sempre fonte di ispirazione sia nella scienza che nella vita.

Luca è un grande ricercatore, ma oltre a questo è una persona generosa, paziente e gentile. Si preoccupa per i suoi studenti ed è sempre presente quando hai bisogno di una mano. Mi sento fortunata ad averlo incontrato, e mando le mie più sentite condoglianze alla sua famiglia e ad i suoi amici.

Conosco Luca di nome da quando ero una dottoranda. Come si suol dire, la sua fama lo precedeva. Io ho scelto di tornare in Italia, e precisamente in Bocconi, dopo diversi anni all’estero, attratta dall’idea di costruire qualcosa con lui, perché per me il suo nome è sempre stato garanzia di qualità. Arrivata in Bocconi, ho scoperto che oltre ad essere IL collega geniale (questo lo sapevo già), Luca è prima di tutto una persona geniale. Sensibile, ironica, e incredibilmente umile e competente sotto ogni aspetto. Prima di arrivare in Bocconi, mi è capitato spesso di sentire i miei colleghi stranieri dire: ah vai in Bocconi? Ho sentito che c’è un nuovo dipartimento. C’è Luca Trevisan.

Da quando sono arrivata in Bocconi e l’ho conosciuto personalmente, ogni volta che i miei colleghi mi chiedono: e in Bocconi come vanno le cose, bene? Io rispondo sempre allo stesso modo: certo che sì. C’è Luca Trevisan.

Conoscevo Luca da 25 anni, ma ci siamo avvicinati molto quando sono entrato all'Università Bocconi circa 3 anni fa. Luca era un individuo di immenso talento, con una chiarezza di pensiero ineguagliabile e un senso dell'umorismo di prim'ordine. Non era un uomo di molte parole, spesso prendeva tempo prima di esprimersi. Ma quando finalmente lo faceva, valeva la pena aspettare. Ho imparato molto da Luca, non solo sull'informatica teorica, di cui era un maestro assoluto, ma anche sull'arte, sulla storia, sulla politica mondiale e persino sulla saggezza istituzionale. Come molti altri che sono entrati in Bocconi sulle sue orme, sono stato un grande ammiratore dell'intelletto di Luca e della sua personalità gentile. Mi mancherà molto.

A metà del mio dottorato al MIT, alla fine degli anni '90, Luca è arrivato come postdoc e ha immediatamente affascinato tutti noi studenti con le sue idee, il suo spirito e la sua saggezza. Organizzò un gruppo di lettura entusiasmante su un'area nuova per molti di noi, e diede il modello di come imparare un nuovo argomento e pensare profondamente come scienziato. È stato estremamente fruttuoso, ha generato molti nuovi risultati (tra cui uno straordinario lavoro di Luca) e ha stabilito nuove direzioni per le nostre carriere di ricerca. Ma il risultato più importante per me è stata una collaborazione e un'amicizia a vita con Luca, che mi ha dato continue opportunità di imparare da lui e di condividere la sua compagnia.

"Luca non era solo un ricercatore eccezionale, ma anche un consigliere straordinario. Nonostante i suoi importanti risultati accademici, è rimasto incredibilmente umile. Aveva una prospettiva unica sui problemi, offrendo sempre nuove intuizioni. Era particolarmente paziente con gli studenti, insegnandomi come affrontare le sfide ed esplorare nuovi approcci. L'eredità di Luca continuerà a ispirarci e a guidarci".

Oltre a essere un grande ricercatore con cui interagire, Luca è sempre molto gentile e disponibile.  Dopo il mio arrivo alla Bocconi, per un po' di tempo l'ho chiamato "professor Trevisan", poi un giorno, mentre camminavamo insieme, a un certo punto gli ho chiesto: "Posso chiamarti Luca?", "Certo", e lui ha risposto: "Come mi hai chiamato?". Spero che il mondo sia pieno di libertà, uguaglianza, pace e amore come lui desiderava.

Mi ha sempre colpito il suo modo di pensare. Sembrava avere una profonda comprensione concettuale del nostro campo che andava ben oltre ciò che era in grado di esprimere nei suoi scritti. Proponeva direzioni di ricerca in cui sapeva già che qualcosa di interessante era in attesa di essere scoperto, come se avesse considerato la direzione per anni e solo ora avesse deciso che i tempi erano finalmente maturi per concretizzare le cose. Mi ha dato l'impressione di essere un grande scienziato, una persona che capisce le cose.

E ha fatto tutto questo in modo così gentile e garbato! Uno dei motivi per cui ho deciso di venire alla Bocconi è che Luca mi sembrava così amichevole. Ho pensato che mi sarei sicuramente trovata bene con una persona del genere. In effetti, ha costruito qui una comunità davvero bella, amichevole e aperta, e tutti noi sentiamo molto la sua mancanza.

La prima volta che ho incontrato Luca, stavo spiegando uno dei miei recenti risultati ad altri ricercatori, nascondendo alcuni dettagli tecnici complicati per semplicità. Quando ho dato la stessa spiegazione parziale a Luca, lui ha capito subito che mancava qualcosa e me l'ha fatto notare. Mi resi conto allora che, come la sua reputazione che lo precedeva, pensava molto più velocemente della maggior parte di noi... Per il resto della mia carriera, rimarrà un modello e una fonte di ispirazione.

"Luca è nato a Roma il 21 luglio del 1971. Ha frequentato le scuole medie con me a Roma presso l’Istituto Renato Fucini nel quartiere Talenti dove ha vissuto con i suoi genitori Giuseppina Taccone e il padre Vittorio Trevisan. Ricordo entrambi con molto affetto quando da bambini nel 1980 passavamo pomeriggi a giocare con una delle prime console l’Intellivision della Mattel mangiando il babà che preparava la madre di Luca e discutendo se fosse più potente la console Intellivision rispetto alla console Atari CX 2600 che avevo io ed a guardare in tv “Star Trek”, la prima storica serie. Dopo le  medie ha frequentato un liceo scientifico privato Istituto Maria rosa Molas dove si è diplomato con il massimo dei voti 60/60 creando profondi legami con altri amici che ancora oggi frequentava compatibilmente con gli impegni di lavoro, tra cui ricordo Gianfranco, Francesco, Guido, Lidia, Marco e Laura. Con il passare degli anni questo legame si è esteso alle rispettive famiglie che via via crescevano, divenendo per tutti i nostri figli “lo zio Luca” o “Luchino” come lo chiamavo io. Condividendo bellissime serate, scherzando insieme e preparando piatti tipici come carbonara, matriciana o carciofi fritti, sui quali mi prendeva sempre in giro per numerosi aneddoti nel corso degli anni. È stato il primo laureato a Roma della Facoltà di scienza dell’Informazione della Sapienza di Roma con il massimo dei voti.
Dopo il completamento della Carriera Universitaria presso la Sapienza di Roma è iniziata la sua esperienza all’estero al Mit, poi alla Columbia  Columbia, Berkeley e Stanford, ma mi raccontava sempre di viaggi per incontri accademici un po’ in tutto il mondo e di quanto fosse bello confrontarsi con così tante persone di paesi spesso molto differenti. In ultimo l’approdo alla Bocconi dove si è concluso il suo comunque splendido, seppur troppo breve, meraviglioso viaggio".

"Ho conosciuto Luca moltissimi anni fa, un ragazzino esile con una mente brillante. Era in classe con mio fratello fin dalla scuola media, e con altri due amici erano inseparabili. Li ricordo sul divano, con popcorn e film, trascorrere innumerevoli serate a ridere e scherzare. Io passavo, da sorella maggiore, e mi fermavo ad ascoltare le loro chiacchiere, le loro battute. Negli anni l’amicizia è rimasta, il gruppo è rimasto solido nonostante le distanze e gli impegni professionali di ognuno. Purtroppo, ho ritrovato Luca nell’ultima fase della sua vita, quando la malattia lo ha obbligato al ricovero nel mio ospedale. Ho cercato di essergli vicina, di seguirlo in tutto il difficile percorso di cure che ha dovuto affrontare. Sono stati giorni duri, ma nonostante tutto non ha mai perso il sorriso, la voglia di scherzare con battute argute. La sua mente brillante, lucida e razionale gli ha permesso di accettare ogni cosa con serenità ed equilibrio, riuscendo a concentrarsi e lavorare fino agli ultimi istanti, per terminare ciò che era rimasto in sospeso.
Resterà in me il ricordo di quel ragazzino esile, con lo sguardo sveglio e la mente geniale, che ha dedicato la vita allo studio, alla scienza e ai suoi studenti".

Ci saranno tempi e luoghi migliori per celebrare l'enorme contributo scientifico che Luca ha dato in Computer Science ed in Matematica. Chi, come me, ha condiviso con lui 30 anni di amicizia fraterna, ne piange invece la sua immensa umanità, equilibrio, altruismo, ed una ironia profonda e garbata. Con Luca discutevamo di tutto, ma le nostre gag più amate dai nostri amici comuni sono quelle legate alla cucina.
Lui mi prendeva sempre in giro per le mie diete, e, quando andavamo a cena fuori, anticipava al cameriere la mia bevanda preferita: una limonata con poco limone...
Ciao Fratello mio, Grazie di tutto, grazie per aver condiviso una buona parte del tuo prezioso tempo, e grazie per la tua bellissima amicizia.

Ho conosciuto Luca durante le scuole elementari che abbiamo frequentato assieme nella stessa classe, sovente come compagni di banco nella scuola dove insegnava la sua mamma Giuseppina che lo adorava e vestiva sempre come un piccolo principe . Abbiamo subito legato. Già' da allora ricordo la sua genialità, l’incanto dei suoi discorsi, il grande senso dell'umorismo, l'audacia dei suoi ragionamenti ed anche il suo romanzo fantascientifico scritto di suo pugno in terza elementare che lo rese famoso in tutto il distretto scolastico. Luca e' sempre stato brillante ma estremamente umile e generoso. Un caro amico fedele e devoto, capace di comprendere ben al di la' delle parole, del tempo e dello spazio. Ci siamo ritrovati dopo qualche anno di reciproco percorso professionale oltre oceano fieri e felici di aver fatto ritorno in Italia. Luca aveva ancora tanto da dare non solo alla comunità scientifica internazionale ma anche ai suoi amici che continueranno ad adorarlo. Ci mancherà' la sua nobiltà' d'animo, la dolcezza, la sagacia.  Aveva una bella mente ma anche un grande cuore. Riposa in pace amato amico.