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In una competition il futuro del turismo open air

, di Davide Ripamonti
Oltre 60 ragazze e ragazzi di Met, Acme e Cleacc, suddivisi in squadre, hanno partecipato a una student challenge in collaborazione con Human Company

"Il nostro lavoro è stato scelto, ci ha spiegato la giuria, sia per l'importanza degli argomenti trattati, cioè la raccolta dei dati e l'apertura a nuove fasce di clientela, sia perché non ci siamo limitati a una spiegazione generica, ma abbiamo descritto in dettaglio anche la fase di implementazione". Con queste parole Adele Camerini, studentessa fiorentina iscritta al primo anno del corso di laurea magistrale in Economics and management in arts, culture, media and entertainment (Acme) descrive le motivazioni che hanno portato il suo team alla vittoria nella student challenge promossa dal Master in Economia del turismo (Met) in collaborazione con Human Company. Un team composto anche da Chiara Agnoli, Abdul Moiz Karim e Hortense Hoarau de La Source che ha sbaragliato la concorrenza in una competition aperta anche ai corsi di turismo di Cleacc e Acme.

Un successo, spiega ancora, frutto della suddivisione dei compiti e dell'armonia che ha regnato nella squadra, "dove tutti hanno portato il proprio contributo di idee e di lavoro". La competition, che ha coinvolto complessivamente 63 studenti, consisteva nell'immaginare l'evoluzione dei villaggi HU Openair in un'ottica fortemente innovativa, avendo il coraggio di sperimentare per creare luoghi unici e far vivere esperienze memorabili. Questo, in cinque ambiti di focus possibili, quattro assegnati dall'azienda e uno a scelta da parte di ogni team. "Per quanto riguarda quello assegnato dall'azienda", riprende Adele Camerini, "ci siamo focalizzati su 'Tracciamento dei comportamenti degli utenti e meccanismi di ingaggio', immaginando una sorta di braccialetto elettronico attraverso il quale ogni ospite del villaggio possa compiere una serie di funzioni, dall'aprire la porta della stanza a ricevere informazioni sulle attività proposte, permettendo così al tour operator di raccogliere informazioni per vedere che cosa funziona e cosa invece no.

Per l'ambito a scelta, invece", continua la studentessa, "ci siamo rivolti a un pubblico giovane, di età tra i 18 e i 35 anni, diverso da quello che frequenta abitualmente i villaggi di Human Openair composto perlopiù da famiglie, pensando da un lato a una community dove scambiarsi idee, impressioni, consigli, dall'altro individuando una nuova modalità che consenta, tramite un'unica prenotazione, di modulare un programma che permetta di spostarsi tra le diverse strutture, realizzando una sorta di percorso".
Oltre alla soddisfazione di presentare il proprio lavoro dinanzi a una giuria mista Bocconi-Human Company, la competition "è stata sicuramente un'occasione per potersi confrontare con una realtà aziendale importante e complessa, come Human Company, e per cimentarsi in una sfida vera, ma anche un'opportunità per confrontarsi con colleghi di classi diverse, ciascuna con le proprie peculiarità e specificità", dice Cristina Mottironi, direttore del Met e una delle docenti tutor insieme con Sara Bricchi, Anna Uslenghi, Marianna di Salle e
Magda Antonioli.

Per Human Company, invece, "manifestazioni come questa student challenge incoraggiano le nuove generazioni ad affrontare con spirito critico ed intraprendenza le opportunità del futuro. In un comparto sfidante ed in costante evoluzione come quello del turismo, pensare fuori dagli schemi con soluzioni creative ed innovative diventa quanto mai fondamentale, ed è quello che gli studenti sono riusciti a fare durante la challenge, avvicinandosi anche ad una ospitalità, quella openair, meno conosciuta ma senza dubbio stimolante", come spiega la chief marketing officer Valentina Fioravanti.