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Dalle sfide sul tema dell’allocazione dei fondi PNRR a quella sul mercato dell’auto elettrica, studentesse e studenti Bocconi imparano anche grazie alle simulazioni. Tutte, però, basate su dati reali

Uno dei metodi più efficaci per rendere la didattica interattiva e accorciare la distanza tra quanto si insegna in aula e il mondo del lavoro è il Challenge-Based Learning, un approccio per il quale gli studenti, singolarmente o divisi a squadre, sono sollecitati a risolvere una sfida basata su dati e problematiche tratte dalla realtà. Esperienze di questo tipo sono proposte in diverse discipline, ma negli insegnamenti di management prendono una forma più articolata e strutturata, evolvendosi in vere e proprie competition. Una delle applicazioni più ampie in atto è nel corso di Economia e management delle amministrazioni pubbliche diretto dal professor Francesco Longo, dove coinvolge otto classi, tutte quelle del Cleam, e quasi mille studenti divisi in un centinaio di squadre. “Ogni anno proponiamo un esercizio nuovo a partire da un data set di dati reali”, spiega Longo. “L'edizione appena conclusa, per esempio, riguardava il piano dei comuni italiani per allocare i fondi del Pnrr: abbiamo messo a disposizione i dati di decine di comuni, ogni gruppo ne ha scelto uno e ha lavorato sull’analisi dei problemi del territorio e sulle priorità di investimento delle amministrazioni per elaborare un giudizio finale sull’operato e formulare delle controproposte”. In una prima fase il confronto avviene tra i gruppi all’interno dell’aula e il vincitore viene votato dagli stessi studenti, poi si compete tra le classi e infine una giuria di professionisti e autorità pubbliche valuta i lavori dei finalisti per nominare il vincitore assoluto, anzi, le vincitrici, considerato che a trionfare è stato un team tutto femminile. Anche la valutazione è innovativa: un terzo del voto finale del corso, infatti, è frutto di un test scritto, un terzo è legato al lavoro nella case competition e un terzo è assegnato a seguito di un esame orale, “una prova un po’ in disuso e che spaventa molto gli studenti, ma che vogliamo mantenere perché pensiamo che anche l'esame sia un momento formativo”, sottolinea il professore. “L’aspetto che appassiona di più ragazzi e ragazze però è il fatto di lavorare su dati reali e su problemi di oggi, scoprendo che, per decidere, non basta essere competenti, ma bisogna chiamare in causa anche valori e principi non sempre condivisi. Esperienze come questa inoltre danno la misura ai giovani di quanto la narrazione politica sui giornali o in tv sia distante dai problemi reali e questo lo considero un insegnamento ancora più prezioso perché li migliora come cittadini, prima ancora che come professionisti”. 

Le dinamiche della competition trovano il loro habitat naturale anche nel corso di Business Strategy, all’interno del quale gli studenti si sfidano in un Business Game per guidare la propria azienda virtuale nel panorama del mercato Usa dei veicoli elettrici. “Il corso di Business strategy è obbligatorio nel triennio e questo, nella testa dei ragazzi, si traduce con l’idea che sia una materia faticosa”, commenta il professor Nicola Misani, uno degli autori del business game. “L’obiettivo delle lezioni, in realtà, è quello di mettere di fronte gli studenti a delle decisioni da prendere, perché questo fa uno stratega. Per rendere questa sfida più stimolante possibile abbiamo elaborato, con il dipartimento di Management & Technology dell’ateneo, una simulazione web-based che contiene dati reali, meccanismi automatici ma anche elementi di incertezza e imprevedibilità, e l’abbiamo articolata come un videogioco, con una classifica, un punteggio finale e naturalmente un vincitore”. Il campo di applicazione è il mercato dell'auto elettrica: ognuno dei team ha l’obiettivo di progettare e immettere sul mercato un'auto elettrica sviluppando una strategia pluriennale che tenga conto di ogni aspetto, dai vincoli di progettazione all’evoluzione della domanda, dall’allocazione delle risorse al posizionamento del brand sul mercato. La simulazione si articola su un periodo di 8 anni, ciascuno corrispondente a 5 minuti reali; al termine di un anno virtuale ogni team riceve un report completo con il dettaglio delle prestazioni della propria azienda e un bilancio di esercizio semplificato. La piattaforma di simulazione sincronizza le scelte effettuate dai team animando dinamiche competitive in tempo reale e al termine del “gioco” vince il team con il miglior reddito operativo. “La competition nel nostro caso non rappresenta una parte vincolante del voto finale dell'esame”, conclude il professore. “È piuttosto uno strumento di apprendimento che, al momento, utilizziamo in fase finale nel corso ma che potremmo valutare, in futuro, di estendere a tutta la sua durata, iniziandolo magari quando gli studenti sono meno preparati e più istintivi e dando loro il tempo di correggersi sulla base dei concetti spiegati in aula”.

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