Sul campo a studiare la democrazia
Che aspetto ha la democrazia nel mondo di oggi? In un periodo in cui i principi democratici sono sempre più messi alla prova in molti paesi, gli studenti del World Bachelor in Business, all'interno del corso di Public law diretto da Justin Frosini, hanno condotto un’analisi diretta per esplorare questa domanda. Incaricati di indagare sullo stato della democrazia in vari paesi, gli studenti non si sono limitati a un’analisi teorica sui libri, ma sono andati oltre le mura dell’aula, confrontandosi con esperti per cogliere le complessità della democrazia in azione.
Gli studenti, suddivisi in gruppi, hanno analizzato la situazione democratica in diversi paesi, dall'Iran all'Afghanistan, dall'Ucraina alla Georgia. Per le loro ricerche, hanno intervistato esperti, avvocati, giornalisti e rappresentanti di ONG per i diritti umani. I risultati delle loro indagini sono stati poi presentati in vari formati multimediali, tra cui podcast, documentari video e siti web.
“L’idea di questo progetto didattico era di evidenziare agli studenti che la democrazia non è solo un concetto teorico, ma un valore che va compreso a fondo, continuamente monitorato e protetto, anche in aree in cui apparentemente sembra meno a rischio rispetto a paesi in conflitto o sotto regimi autocratici”, spiega la professoressa Viktoriia Lapa, lecturer di Public law e coordinatrice dell’iniziativa. “Volevamo che gli studenti si immergessero nelle loro analisi, non solo attraverso i libri o modalità astratte, ma relazionandosi con persone che vivono in prima linea queste criticità. E che comprendessero come possono essere attivi, includendo nei loro progetti una call for action - piccoli passi concreti che i cittadini possono compiere per sostenere la causa democratica”.
Durante il ‘Democracy Festival’ gli studenti hanno presentato i loro progetti a una giuria composta da professori, attivisti per i diritti umani ed esperti esterni, e anche tutta la classe ha partecipato alla votazione. I tre gruppi vincitori hanno poi avuto l’opportunità di presentare i loro lavori al Festival di Linkiesta 2024, tenutosi al Teatro Franco Parenti di Milano.
“Dopo aver discusso varie opzioni, il mio gruppo ha deciso di concentrarsi sul tema della democrazia in Venezuela e sui problemi relativi alle elezioni della scorsa estate. Per raccogliere informazioni, ci siamo rivolti a un professore venezuelano qui a Milano e a un esperto di Human Rights Watch, e per presentare i nostri risultati abbiamo realizzato un video con immagini, commenti e interviste”, racconta Max Garibay-Deasy. “Crescendo negli Stati Uniti ho dato per scontata la democrazia, ma questo è un errore che non va fatto. È un valore che va difeso e noi studenti non dobbiamo aspettare di laurearci: è un problema che non può essere rimandato, possiamo avere un impatto e attirare l’attenzione anche ora”.
“L’India è considerata una delle grandi democrazie, ma la realtà è più complessa, quindi abbiamo deciso di analizzare più da vicino il livello di democrazia nella politica e nella società civile. Abbiamo parlato con giornalisti, studenti e politici in India”, spiega Arianna Dilonardo. “Per la nostra presentazione abbiamo creato tre podcast, incentrati sulla libertà di espressione, sul potere della religione e sulle fondamenta politiche del paese, che abbiamo pubblicato su Spotify. Ho trovato molto interessante confrontare la mia realtà con quella di un altro paese in profondità, c’è molto da imparare. E abbiamo avuto la fortuna di essere scelti come uno dei gruppi che hanno presentato al Festival di Linkiesta: è stata un’esperienza straordinaria”.
Oltre al progetto sull'India, gli altri progetti presentati al Festival hanno trattato il ruolo delle donne ucraine in prima linea (che rappresentano quasi un quarto delle forze armate ma sono sottorappresentate nelle posizioni di comando) e la resistenza delle donne, e degli uomini che le affiancano, in Iran.