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Oltre il selfie: COVID19 e il settore museale

, di Jennifer Clark
Secondo Alex Turrini, la pandemia e' stata un acceleratore della trasformazione digitale, come mai accaduto prima

Secondo uno studio dell'UNESCO pubblicato nel maggio 2020, il 90% dei 95.000 musei del mondo ha chiuso temporaneamente durante la pandemia, e quasi il 13% rischia di non aprire più. Tuttavia, il settore museale ha reagito molto rapidamente alla crisi da COVID-19, sviluppando la sua presenza su Internet al fine di mantenere un legame con il pubblico, dice lo studio.

"Virtual Proximity or Physical Distance? Digital Transformation and Value Co-Creation in COVID-19 Times" di Alex Turrini, Professore Associato di Arts Policy and Management al Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali della Bocconi, e Marta Massi, Assistant Professor alla Brandon University in Canada, esplora come l'emergenza sanitaria abbia accelerato l'introduzione di nuove forme innovative di comunicazione artistica e come questo sviluppo abbia sempre più incorporato la co-creazione di valore in una dinamica di cambiamento tra musei e visitatori. "Non ho mai visto un tale ritmo di innovazione nel settore museale come nell'ultimo anno", dice Turrini.

Quasi la metà di quasi 1.600 musei ha detto di avere già una presenza sui social media o di condividere le collezioni online prima delle chiusure, secondo un sondaggio condotto in aprile dall'International Council of Museums (ICOM). Quasi la metà dei musei (47,5%) ha detto che le attività sui social media sono aumentate durante la pandemia. Tutte le attività digitali menzionate (incluse le collezioni online, le mostre online, gli eventi dal vivo e i social media) sono iniziate o aumentate dopo il lockdown per almeno il 15% dei partecipanti.

Turrini e Massi sostengono che il concetto di "creazione di valore condiviso" di Michael Porter può essere applicato anche alla produzione culturale. Questo "valore condiviso" può contribuire a creare vantaggi competitivi, rafforzando al contempo le comunità in cui un'azienda (o un museo) opera. Usando le cinque modalità di coinvolgimento delle arti nello spettro del coinvolgimento del pubblico come strumento per la loro classificazione, gli autori esaminano come i musei hanno usato la tecnologia digitale durante la pandemia.

Ad un estremo dello spettro ci sono i webinar e i colloqui curatoriali organizzati dai musei durante la pandemia. Il livello successivo è chiamato "coinvolgimento avanzato" e include i tour virtuali e la gamification, che sono diventati familiari durante il lockdown. Nel livello "crowdsourcing" ci sono esempi di programmi museali che hanno creato nuovi contenuti dalle loro collezioni, spesso con l'aiuto degli spettatori. La categoria "co-creazione" ha chiesto agli spettatori di condividere selfie, per esempio, che ricreassero a casa i capolavori del museo. Infine e più coinvolgente è la categoria "pubblico come artisti", in cui i musei hanno sollecitato oggetti fisici o creati digitalmente dal loro pubblico.

VISITA il sito del Bocconi COVID Crisis Lab