Più concorrenza, meno informazione
Un nuovo studio condotto da Filippo De Marco del Dipartimento di Finanza dell'Università Bocconi e Silvio Petriconi della Catolica Lisbon School of Business and Economics, pubblicato sul Journal of Financial and Quantitative Analysis rivela che la competizione tra banche riduce significativamente la produzione di informazioni sui potenziali mutuatari. Questo risultato emerge in un contesto di deregulation delle operazioni su più Stati federati negli Stati Uniti, che ha visto un calo delle rese positive degli annunci di prestito, in particolare per le aziende opache e dipendenti dalle banche.
Secondo lo studio, l'aumento della competizione bancaria ha ridotto l'incentivo delle banche a raccogliere informazioni dettagliate sui mutuatari, un fenomeno che si riflette in rese inferiori degli annunci di prestito, specialmente negli stati che hanno deregolato le filiali interstatali. Questo fenomeno è particolarmente marcato per le aziende più piccole e dipendenti dalle banche, che necessitano di informazioni più dettagliate per l'accesso al credito.
“Il nostro studio mostra chiaramente che l'aumento della competizione riduce la qualità dell'informazione prodotta dalle banche sui mutuatari,” ha dichiarato Filippo De Marco. “Questo è particolarmente preoccupante per le aziende opache che dipendono fortemente dalle banche per ottenere credito.”
Silvio Petriconi aggiunge: “La riduzione nella produzione di informazioni non solo rende più difficile per le aziende ottenere prestiti, ma aumenta anche il rischio di violazioni dei patti, minando la stabilità finanziaria.”
In un periodo in cui la competizione bancaria è incentivata a migliorare l'accesso al credito e stimolare la crescita economica, questo studio offre un contrappunto cruciale, sottolineando che una competizione eccessiva può portare a una diminuzione della qualità del credito e aumentare i rischi finanziari. Il contesto attuale, segnato da una crescente deregolamentazione, rende questi risultati particolarmente rilevanti per i legislatori e i regolatori finanziari.
Lo studio si distingue per l'uso di un approccio innovativo nel misurare la produzione di informazioni attraverso le rese anomale cumulative delle azioni dei mutuatari dopo l'annuncio di un prestito. Inoltre, utilizza dati dettagliati da DealScan e una varietà di metodologie robuste per garantire l'affidabilità dei risultati.
Le implicazioni di questo studio sono di vasta portata. Come evidenziato da De Marco e Petriconi, le banche esistenti riducono la produzione di informazioni per evitare che i loro migliori clienti passino alla concorrenza. Questo comportamento, sebbene comprensibile, ha conseguenze negative per il mercato del credito e la stabilità economica.
“La nostra ricerca suggerisce che una regolamentazione equilibrata è essenziale per mantenere un sistema bancario sano e informato,” ha concluso De Marco.