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La startup che salva i ghiacciai

, di Davide Ripamonti
Quattro studenti dell'Emit hanno dato vita a GlacUp, il cui fine e' raccogliere fondi per acquistare gli speciali teloni che proteggono i ghiacciai in estate. Per tramandarli alle generazioni future

A molti sarà capitato di vedere vecchie immagini di qualche ghiacciaio, così com'era qualche decennio fa. E di confrontarle con le immagini attuali, constatando quanto, in pochi anni, le dimensioni si siano ridotte. Di questo passo, dice l'Agenzia Europea dell'ambiente, entro il 2100 quasi il 90% del volume dei ghiacciai scomparirà. Uno dei tanti effetti negativi dei cambiamenti climatici, dell'inquinamento atmosferico che produciamo e che ha un impatto devastante sull'ambiente. Ma se è abbastanza facile trovare nel web e non solo iniziative che promuovono la ripiantumazione di aree disboscate o la raccolta di plastica o rifiuti altamente inquinanti, ai ghiacciai non pensa nessuno.
Almeno fino a qualche mese fa, quando quattro studenti dell'Emit Bocconi (Economics and Management of Innovation and Technology), Giovanni Cartapani, Pietro Cimenti, Gabriele Doppiu e Sara Signorelli, hanno dato vita a Glac-Up, una startup entrata a far parte del programma di preaccelerazione di Bocconi for Innovation, che si propone di coinvolgere persone e aziende per la salvaguardia dei ghiacciai, attraverso la raccolta di fondi che serviranno per l'acquisto di speciali teli geotessili per ricoprire i ghiacciai durante la stagione estiva. "Lo scorso settembre abbiamo sottoposto un questionario a circa 1.000 persone, dal quale è emerso che lo scioglimento dei ghiacciai era una delle preoccupazioni maggiori", dice Giovanni Cartapani. E i teloni sono, al momento, l'unica opzione efficace, anche se costosa. "Ci rivolgiamo sia alle aziende, in particolare a quelle che hanno già dimostrato interesse per la tutela dell'ambiente e che magari possono integrarla nella vendita dei loro prodotti, dedicando parte dei ricavati alla nostra iniziativa e facendo in modo che i clienti ne siano informati", continua Cartapani, "sia ai privati, per i quali stiamo predisponendo una piattaforma attraverso la quale potranno 'adottare' una loro porzione di montagna".

Altri attori fondamentali sono gli Enti locali, le comunità montane, gli albergatori, le scuole di sci. E l'obiettivo che si prefigge Glac-Up è di coinvolgerli tutti. Non solo in Italia, perché il problema riguarda anche i paesi limitrofi come Francia, Svizzera, Austria, con i quali le montagne spesso tracciano i confini. "Per la stagione che sta per incominciare abbiamo stretto il primo accordo", prosegue Giovanni Cartapani, "con il ghiacciaio del Presena, gestito dal Consorzio Ponte di Legno-Tonale. Ci concentriamo su questo progetto, per validare il business model che poi dovrà servire per altri ghiacciai. I feedback con le imprese con le quali abbiamo parlato sono positivi, stiamo per chiudere diversi accordi. E' un sistema di protezione altamente efficace", continua lo studente-imprenditore, "che arriva a salvare fino al 100% della superficie coperta. E per le comunità che decideranno di aderire al nostro progetto può essere anche uno straordinario elemento distintivo".