I Ceo stranieri fanno fruttare di piu' le acquisizioni
Le aziende europee con a capo un Ceo straniero sono significativamente più inclini ad effettuare acquisizioni transnazionali. Perché accade? E queste operazioni generano maggiori o minori profitti? Se lo sono domandati Antonio Marra e Angela Pettinicchio dell'Università Bocconi, con Ron Shalev (Rotman School of Management, University of Toronto). Nel paper Home Sweet Home: CEOs Buying Firms in their Home Countries - Information Asymmetry or Home Bias i tre analizzano i dati su fusioni e acquisizioni delle aziende quotate europee per stabilire se la nazionalità del Ceo ha un impatto sulla scelta della società target. "La letteratura sulle attività di Mergers & Acquisitions dimostra che non sempre queste operazioni sono efficienti. A volte, anzi, si rivelano fallimentari", spiega Angela Pettinicchio. I dati analizzati spiegano che Ceo stranieri rispetto all'azienda che guidano hanno l'87% in più di probabilità di effettuare acquisizioni transnazionali.
La relazione è guidata dalla fortissima inclinazione dei CEO a fare operazioni di M&A con target nel proprio paese di nascita. Si potrebbe pensare che ciò avvenga a causa di una propensione irrazionale ad acquistare nel proprio paese di provenienza oppure perché i manager sfruttano un network di conoscenze e relazioni che permette loro di annullare eventuali asimmetrie informative. "La spiegazione corretta sembrerebbe quest'ultima. Le operazioni di acquisizione guidate da Ceo provenienti dal paese della società target generano nei giorni immediatamente successivi all'annuncio profitti sensibilmente superiori a quelli generati da Ceo non stranieri". Le acquisizioni sono particolarmente efficienti qualora i manager siano arrivati solo di recente nel paese in cui lavorano, un segnale del fatto che stanno effettivamente sfruttando una rete di conoscenze. Contano anche le caratteristiche istituzionali del paese in cui opera l'azienda acquisita. I risultati sono infatti ancora più forti laddove la target si trovi in un paese con scarso livello di protezione degli investitori e di trasparenza informativa.
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