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Una ricerca sul campo per affrontare il problema dei senzatetto

, di Andrea Costa
Un progetto del centro di ricerca LEAP dell’Università Bocconi ottiene due finanziamenti per far luce sulla forma più estrema di povertà a Milano

La condizione di senzatetto e le situazioni abitative precarie rappresentano problemi sempre più urgenti nelle aree urbane, con gravi conseguenze per le persone e per la società, e Milano non fa eccezione. Al di là della mancanza di un alloggio, essere senza dimora significa spesso anche disoccupazione, cattive condizioni di salute, isolamento sociale e disagio psicologico, tutti fattori che alimentano i cicli di povertà. Nonostante il loro impatto sociale, le persone senza fissa dimora restano spesso invisibili ai dati e alla ricerca, e poco si sa sulle modalità più efficaci per affrontare il problema. Un nuovo progetto di ricerca ospitato dal centro LEAP (Laboratory for Anti-Poverty Policies) e guidato da Lucia Corno (Università Cattolica e LEAP Bocconi) e Michela Braga (Università Bocconi e Fondazione Rodolfo DeBenedetti) si propone di affrontare queste sfide nell’area milanese con un approccio innovativo. Il progetto sarà finanziato grazie a due recenti contributi ottenuti da Fondazione Cariplo e J-PAL, il laboratorio contro la povertà del MIT (Massachusetts Institute of Technology).

Il progetto si concentra su due principali ostacoli che le persone senzatetto devono affrontare: le difficoltà mentali e psicologiche legate a scarse competenze e bassa autostima, e le difficoltà pratiche causate dalla mancanza di un luogo sicuro in cui conservare i propri effetti personali. I dati raccolti a Milano dalla Fondazione Rodolfo DeBenedetti nell’ultimo decennio rivelano tendenze preoccupanti: tra le persone senza fissa dimora intervistate, l’80% di chi vive in strutture e il 90% di chi vive in strada risulta disoccupato, e oltre il 60% esprime il bisogno di un luogo sicuro dove custodire i propri oggetti personali. Per affrontare questi temi, lo studio testerà in modo scientificamente rigoroso un intervento che prevede due componenti principali: un programma di mentoring e formazione, sviluppato in collaborazione con AFOL Metropolitana, volto a fornire competenze sociali e di vita fondamentali, e l’accesso a armadietti personali sicuri installati in aree pubblicamente accessibili. Questi armadietti saranno resistenti e impermeabili, offrendo una soluzione concreta e sicura per la custodia degli oggetti. Inoltre, il team collaborerà con Stefano Boeri Interiors, eccellenza riconosciuta del design italiano, per garantire che gli armadietti siano anche esteticamente gradevoli, offrendo alle persone senzatetto l’opportunità di possedere qualcosa di bello, rafforzando così il senso di dignità e cura di sé.

Il progetto sarà co-progettato insieme a tutti i partner e agli attori coinvolti. Nei prossimi mesi, il team condurrà un lavoro sul campo di tipo qualitativo attraverso focus group con gruppi selezionati di persone senza dimora, i destinatari finali del progetto. Questi “esperti per esperienza” contribuiranno attivamente al processo di progettazione, fornendo feedback diretti su aspetti chiave come il design degli armadietti, le loro funzionalità e caratteristiche. Aiuteranno anche a individuare le posizioni più idonee per gli armadietti e gli elementi chiave del programma di mentoring. Altri focus group verranno organizzati con operatori sociali e professionisti della vivace rete di ONG attive a Milano, al fine di raccogliere suggerimenti utili per orientare il disegno progettuale. Il team coinvolgerà anche attivamente gli attori istituzionali, per garantire coerenza con il quadro normativo esistente e favorire la creazione di sinergie essenziali. A valle dei focus group, verrà lanciato un progetto pilota su piccola scala per mettere a punto le strategie di coinvolgimento e raccogliere i primi riscontri sull’iniziativa. Questa fase pilota sarà fondamentale per valutare e perfezionare il progetto in vista della sua implementazione su larga scala prevista per il 2026.

Il progetto rappresenta una delle prime valutazioni di impatto rigorose su iniziative volte ad affrontare congiuntamente le barriere mentali e fisiche che colpiscono le persone senza dimora. I risultati potrebbero orientare politiche più ampie a Milano e altrove, offrendo nuove strategie per ridurre il fenomeno dei senzatetto e favorire la stabilità per chi ne ha più bisogno.

MICHELA BRAGA

Bocconi University
Dipartimento di Economia