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Dalla cooperazione globale all’inclusione locale: il percorso di Giulia

, di Tomaso Eridani
Dopo esperienze come cooperante in Brasile e Africa, Giulia Agostini ha deciso di promuovere progetti sociali più vicini a casa come presidente dell’associazione Crisi Come Opportunità a Roma

Da neolaureata, Giulia Agostini si è buttata nel suo sogno di fare la cooperante internazionale. Ma la realtà si è rivelata più deludente del sogno e ha spinto Giulia a concentrarsi su progetti sociali più vicini a casa. E così ha trovato la sua vera vocazione con Crisi Come Opportunità, un’associazione che usa l’arte per l’integrazione sociale, che guida con un team tutto femminile, e consiglia appunto alle giovani neolaureate di buttarsi nelle esperienze vere per trovare la propria strada. 

Il percorso di Giulia parte dalla Bocconi con una laurea in economia aziendale con indirizzo non profit. “Il mio sogno era sempre stato di fare la cooperante internazionale nel Terzo settore,” racconta. Appena neolaureata infatti parte per la sua prima esperienza all’estero, in un centro di formazione professionale in una favelas nell’hinterland di San Paolo dove rimane per 6 mesi dando lezioni d’italiano e aiutando in un asilo nido. Al rientro in Italia, trova uno stage presso l’ufficio progetti di AMREF. Ma la scrivania le va stretta e spinge per fare un’altra esperienza sul campo e come volontaria vola in un ospedale rurale con il progetto Flying Doctors in Kenya, servizio di aereo ambulanza e intervento medico, “dove ho finito anche per dare aiuto in sala chirurgica.”

Per approfondire le sue conoscenze, arriva poi una pausa per un Master in Development Management alla London School of Economics. E dopo una nuova esperienza presso AMREF come desk officer per progetti in Kenya e Tanzania, Giulia di nuovo scalpita per fare un’esperienza sul campo. Fa domanda per il programma Fellowships dell’ONU e viene selezionata per andare a lavorare per un anno in Uganda presso l’Ufficio Cooperazione Italiana a Kampala.

“Ma l’esperienza da cooperante mi aveva un po' deluso. Vivi comunque un contesto privilegiato rispetto ai locali e penso anche che la progettazione e gestione di progetti di sviluppo andrebbe affidata e lasciata maggiormente ai locali,” racconta Giulia.

Il pensiero dunque si sposta verso il seguire progetti sociali più vicini a casa. Ma prima un altro passaggio con un dottorato in urbanistica a La Sapienza. “L’urbanistica è un'altra mia passione e ho fatto una tesi sulle abitazioni ‘informali’ a Roma. Ma non volevo poi fare la carriera accademica – sono una pragmatica, che deve lavorare sul campo. E così già durante il dottorato ho iniziato a collaborare con Crisi Come Opportunità,” racconta Giulia.

Collaborazione che prosegue con l’assunzione del ruolo di Presidente nel 2014. “Un’associazione il cui nome vuole proprio sottolineare come delle opportunità possono nascere da situazioni di crisi,” spiega Giulia. “Usiamo l’arte in tutte le sue forme per sensibilizzare o integrare in contesti che vanno dalle carceri minorili alle scuole.”

Tra i progetti principali dell’associazione, nata nel 2006, i laboratori di teatro e musica in vari istituti penali per minorenni in tutti Italia; progetti di cultura, musica e teatro e sensibilizzazione sui temi legati alla cittadinanza attiva, alla legalità e all’educazione all’affettività; percorsi di progettazione e raccolta fondi con La Casa Internazionale delle Donne, dove CCO ha la sua sede. 

“Siamo piccoli, attualmente un team tutto femminile di sei persone a tempo pieno, e ci arrivano tante proposte. Perciò ora è il momento di fare un salto organizzativo e di raccolta fondi,” dice Giulia. E riflettendo sul suo percorso, a Giulia viene in mente un consiglio per le giovani studentesse. “Da neo laureate è difficile capire cosa si voglia fare. Perciò buttatevi - in cose pratiche e a mente aperta.”