Valeria Bevilacqua premiata come Best Oralist al Moot Court Competition in Law and Religion
Da una parte i giudici della Corte europea dei diritti dell'uomo, per l'occasione formata dai giudici Anne Power, Mark Hill QC e Oran Doyle, dall'altra quelli della Corte Suprema americana, per l'occasione composta da Richard Sullivan, Frank Ravitch e Michael J. Wilkins. Un uditorio da far tremare i polsi, e la voce, anche al più navigato degli avvocati, figuriamoci ai giovani studenti del secondo anno del corso di diritto pubblico comparato dell'Università Bocconi, che si sono trovati ad argomentare un caso reale davanti a simili luminari del diritto. In realtà, però, i cinque componenti della squadra (Giulio Francesco Angius, Valeria Bevilacqua, Gaia Longeri, Katarina Mirkovic e Bianca Zavanone) che ha raggiunto la finale al Moot Court Competition in Law and Religion, che si è svolto presso la European Academy of Religion, a Bologna, il 6 e 7 marzo, hanno dimostrato grandi capacità, con l'eccellenza raggiunta da Valeria Bevilacqua che ha conquistato il riconoscimento forse più ambito, quello di "Best Oralist". "Un risultato eccezionale", commenta Arianna Vedaschi, professore ordinario presso il Dipartimento di Studi Giuridici, "considerando che per la prima volta Bocconi partecipa con una squadra di Diritto Pubblico Comparato; in più il nostro team era composto da studenti di almeno un paio di anni più giovani rispetto a quelli delle altre Università. Si tratta, quindi, di studenti che non hanno ancora sostenuto esami di diritto dell'Unione europea e di diritto internazionale, né si sono ancora confrontati con le materie processualistiche".
La competizione consisteva in un caso, tratto dalla realtà giudiziaria e che investe ambiti delicati quali la sfera religiosa e la libertà di pensiero dell'individuo. Il team della Bocconi si è confrontato con prestigiose università americane (Notre Dame) e britanniche sostenendo con competenza le diverse argomentazioni a seconda della giurisdizione. Dopo una prima fase in cui le argomentazioni sono state esposte in forma scritta, le dieci migliori squadre, tra le quali la Bocconi, hanno conquistato l'ammissione alla discussione orale. "La nostra squadra ha dovuto sostenere la discussione dinanzi alla Corte Europea", specifica Chiara Graziani, una dei due teaching assistant, insieme a Davide Bacis, che hanno curato la preparazione del team, "dove ha dovuto presentare le proprie argomentazioni e quindi le controargomentazioni alle tesi della controparte, come in un vero processo". Per Katarina Mirkovic, 21enne comasca di origine serba, seconda oralist del team, "un'esperienza come questa ti permette di anticipare quello che ti troverai a fare una volta laureato. E' un grande vantaggio". Ma non solo questo. "Ti trovi ad argomentare su tematiche complesse in inglese, incalzato da giudici importanti e che suscitano una certa soggezione. Ma più che tesa ero curiosa di vedere come sarebbe andata".
"Credo che abbiamo scritto una bella pagina di didattica innovativa a forte curvatura internazionale", prosegue Vedaschi. "Sono particolarmente contenta che, per la prima volta, una materia pubblicistica sia stata protagonista di un Moot. Sono competizioni che fanno crescere e che vanno incentivate".