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La nuova mappa delle vacanze

, di Tomaso Eridani
Aeroporti secondari che espandono, nuove località che si ritagliano spazio e la stagione che si allunga. Gli effetti delle low cost irrompono in tutto il comparto del turismo

Girona, Bergamo, Saragozza e Tolosa nuove frontiere del turismo europeo. L’effetto dirompente dello sviluppo delle low cost non ha infatti avuto ricadute solo sulle tariffe offerte ai viaggiatori europei ma anche sul sistema turistico nel suo complesso. Oltre l’incremento del turismo in generale gli effetti principali sono stati infatti l’allungamento della stagione turistica a 12 mesi l’anno, nuove forme di turismo, maggiore incentivo al ‘fai da te’ e viaggi verso località nuove.

Il volo di breve raggio, con tariffe stracciate, è sempre più percepito come una commodity (un prodotto base accessibile ad un’ampia fascia di consumatori) e questo, oltre a creare nuova domanda da parte di passeggeri che in precedenza non volavano, genera una serie di implicazioni importanti sugli aeroporti e i territori circostanti. “Dal punto di vista dello sviluppo del territorio, l’attività di queste compagnie riveste un significato fondamentale soprattutto per il fatto che va a interessare aree territoriali prima considerate marginali,” spiega Silvia Curti, docente del MET, Master in economia del turismo della Bocconi. “Molti vettori low cost hanno, per ragioni strategiche ed economiche, centrato la loro attività su piccoli aeroporti in località periferiche visto che le tariffe ridotte rendono i consumatori disposti ad atterrare in località anche distanti dalla loro meta di viaggio.”

In alcuni casi questo ha portato alla valorizzazione di aeroporti regionali sottoutilizzati, come nel caso di Girona, a 1 ora da Barcellona, oppure situati in zone relativamente periferiche di grandi città, come Frankfurt Hahn. Alcuni aeroporti europei, come Marsiglia e Ginevra, stanno addirittura completando terminal da dedicare esclusivamente ai traffici dei vettori low cost. Per incrementare poi ulteriormente gli effetti positivi molti aeroporti hanno proceduto ad ampliare gli spazi destinati alle attività commerciali, bar e negozi in primo luogo. In Italia, grazie al boom delle low cost, aeroporti come Bergamo Orio al Serio, Treviso, Alghero e Pescara hanno visto crescere la media passeggeri del 110-115% nel periodo 1996-2003.

La scelta di utilizzare aeroporti regionali comporta benefici poi anche per l’indotto economico e turistico dell’area. “In Italia come altrove il transito di questi turisti diretti nelle città più famose attraverso centri minori, come Bergamo e Treviso, è stata un’importante occasione per queste città per emergere e ritagliarsi una piccola quota all’interno del mercato turistico internazionale,” spiega Curti. “Gli operatori locali del turismo, soprattutto le imprese alberghiere, hanno avuto importanti ricadute positive e ci sono occasioni importanti anche per altri attori come ristoratori, artigiani e viticoltori.”

“Secondo studi, infatti l’utente medio di una compagnia low cost è una persona con un livello culturale elevato (36% laureati), con un reddito medio-alto (90%) e con uno stile di vita moderno e aperto alle novità,” spiega Curti. Non un utente privo di disponibilità economica, dunque, ma un viaggiatore che preferisce risparmiare sul trasporto e distribuire la propria spesa anche su altre voci sia in aeroporto che presso la destinazione. Molto spesso infatti la cifra risparmiata sul volo aereo viene utilizzata ad esempio per un albergo più confortevole o per divertimenti e altre attività durante la vacanza o ancora nell’acquisto di prodotti tipici locali.

Ad esempio, effetti importanti sono stati l’allungamento della stagione turistica a 12 mesi l’anno, nuove forme di shopping del “made in Italy” (a Bergamo arrivano inglesi in giornata solo per fare acquisti al centro commerciale attiguo all’aeroporto), lo sviluppo di viaggi anche di breve durata (city break) verso aree che un tempo sarebbero state difficili da raggiungere senza scali intermedi, come nel caso di Alghero. Prima dell’arrivo di Ryanair, con collegamenti da Londra, Francoforte e Barcellona, ad Alghero c’erano 1000-1.200 posti/letto disponibili nella stagione invernale, ora saliti a 3.500/4.000. Il numero di ristoranti che chiudevano durante l’inverno è passato da quindici a due, evidenziando la capacità dei vettori low cost di ridurre gli effetti di quella che veniva definita la stagione morta.

Bergamo, altro esempio, non è la destinazione finale per molti dei passeggeri in arrivo ma imprese ed enti locali stanno lavorando proprio per incrementare il numero dei turisti che scelgono di soggiornare comunque almeno per una notte prima di spostarsi in qualche altra città più rinomata del Nord Italia, della zona dei Laghi o della fascia alpina. Lo scalo infatti ha visto il numero di passeggeri passare da 1 milione nel 2001 a 4,35 milioni nel 2005 (di cui 3 milioni passeggeri low cost). In tale ottica è stato creato un ufficio di promozione turistica proprio all’interno dell’area arrivi di Orio al Serio dove, tra l’altro, viene distribuita gratuitamente la Bergamo Card che offre una serie di sconti e promozioni presso attività commerciali, turistiche e alberghiere