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Il ciclo (infinito) della vita

, di Edoardo Croci - direttore Sur Lab Universita' Bocconi
Piu' efficienza nel gestire le risorse (sempre piu' scarse) e maggiore capacita' nel ridurre le emissioni di gas climalteranti: il futuro sostenibile passa da qui e in primo luogo intervenendo su edilizia, mobilita' e settore alimentare. Una direzione strategica indicata dall'Europa e in cui l'Italia deve essere in prima fila

Attraverso la diffusione di pratiche di economia circolare si può cogliere una rilevante opportunità di innovazione e crescita di competitività del sistema delle imprese nella direzione della sostenibilità, grazie soprattutto alla capacità di agire su due dimensioni: l'efficienza nell'uso delle risorse, con minore uso di materie prime e minimizzazione degli scarti lungo le supply chain, e la riduzione delle emissioni di gas climalteranti, connesse all'intero ciclo di vita dei prodotti, dal design, alla produzione, alla distribuzione, al consumo, fino alla gestione del fine vita.

I settori che offrono maggiore potenziale di riduzione congiunta di consumo di materie prime e di emissioni climalteranti attraverso pratiche circolari sono gli edifici, la mobilità e l'alimentare (Circularity Gap Report, 2022). In particolare l'edilizia rappresenta uno dei settori chiave per realizzare una transizione sostenibile e circolare. Gli edifici sono infatti responsabili di circa il 40% del consumo energetico e del 36% delle emissioni di CO2 nell'UE. Inoltre secondo Eurostat il settore delle costruzioni è responsabile di circa la metà della domanda di estrazione di materiali e del 35% della produzione totale di rifiuti nell'UE.
La Commissione europea ha adottato a dicembre 2015 la Comunicazione "L'anello mancante: un piano d'azione europeo per l'economia circolare" che ha previsto un insieme di misure che comprendono nuove proposte legislative e l'aggiornamento della disciplina in vigore, nonché un piano d'azione generale. Tra gli ambiti prioritari figurano l'ecodesign, nuovi modelli di produzione e consumo sostenibili, lo sviluppo di mercati di materie seconde e la promozione della simbiosi industriale, nonché target rafforzati per la raccolta e il riciclo di diverse categorie di rifiuti, con la minimizzazione della frazione destinata a discarica. A marzo 2022 la Commissione Europea ha adottato un ulteriore pacchetto di proposte per l'economia circolare per promuovere modelli di business circolari in diversi settori, che comprende: un regolamento sulla progettazione ecocompatibile per i prodotti sostenibili, la revisione del regolamento sui prodotti da costruzione, una nuova strategia dell'UE per il tessile sostenibile, nuove norme per responsabilizzare i consumatori nella transizione verde e contrastare il greenwashing. Una disciplina specifica riguarda le plastiche, anche in relazione al contrasto al littering e alla salvaguardia degli oceani.

A livello italiano è stata approvata, nel giugno 2022, la Strategia Nazionale per l'economia circolare, che definisce le azioni, gli obiettivi e le misure che si intendono perseguire nella definizione delle politiche per la transizione verso un'economia circolare. In particolare, si individuano i modelli di governance e gli strumenti amministrativi e fiscali per potenziare il mercato delle materie prime seconde, favorendo il green public procurement attraverso la progressiva definizione di Criteri ambientali minimi per gli acquisti di una varietà di categorie di prodotti, incentivando il recupero e il riutilizzo dei prodotti mediante la specificazione di criteri per la cessazione della qualifica di rifiuto (End of Waste) e promuovendo l'applicazione del principio di responsabilità estesa del produttore, secondo cui il produttore di un bene assume la responsabilità finanziaria e talvolta organizzativa della gestione del fine vita.

In questo quadro, i sistemi di gestione dei rifiuti stanno attraversando una fase di innovazione per rispondere ad obiettivi sempre più ambiziosi di raccolta e riciclo. Per quanto riguarda i rifiuti da imballaggio, la Direttiva 2018/852 richiede che entro fine 2025 almeno il 65% in peso di tutti i rifiuti di imballaggio sia riciclato e che la percentuale salga al 70% entro fine 2030, con quote differenziate per materiale. La Direttiva 2019/904 fissa la raccolta per il riciclo delle bottiglie di plastica monouso al 90% entro il 2029 e un contenuto di almeno il 30% di materiale riciclato per la produzione di bottiglie in PET. La proposta di Regolamento CE del 30/11/2022 ha l'obiettivo di rendere tutti gli imballaggi riciclabili entro il 2030 e attribuisce un rilievo prioritario al riutilizzo. In questo quadro è previsto anche il possibile ricorso a sistemi di deposito-cauzione (DRS).

A tal fine è richiesto un crescente impegno ai sistemi di gestione dei rifiuti che rispondono al principio di responsabilità estesa del produttore (EPR). Una recente ricerca di GREEN Bocconi ha valutato il grado di efficacia e di efficienza di diversi sistemi di organizzazione collettiva dei produttori (PRO) per la gestione dei rifiuti da imballaggio in Europa, facendo emergere l'ottima performance del modello italiano coordinato dal CONAI.

Dare attuazione ai principi europei di economia circolare, anche in relazione alla nuova proposta di regolamento europeo per rafforzare la sostenibilità e la circolarità delle catene di approvvigionamento delle materie prime critiche, costituisce per il nostro Paese una direzione strategica, anche in ragione della scarsa dotazione di risorse geologiche di materie prime, delle criticità geopolitiche relative alle concentrazioni di materie prime critiche e delle recenti tensioni sui mercati anche in termini di aumento dei prezzi.

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