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Oltre gli ESG

, di Claudio Zara - ricercatore in financial markets and institutions, Universita' Bocconi
Generare impatto finanziario per tutti gli stakeolders e agire da acceleratore delle strategie di sostenibilita' di banche e di altri investitori: ecco come si sta evolvendo l'economia circolare

Nello scorso aprile, due importanti eventi hanno riguardato lo sviluppo dell'Economia Circolare (di seguito CE) come contenuto di sostenibilità nell'ambito dell'attività di investimento e finanziamento.

A livello globale, UNEP FI ha emanato delle linee guida (Guidance on Resource Efficiency and Circular Economy Target Setting – Ver. 2) che individuano la transizione verso una economia circolare come ambito di applicazione dei Principles for Responsible Banking. Le 325 banche firmatarie dei Principi possono ora individuare nel supporto finanziario e consulenziale alle imprese clienti verso la transizione circolare uno dei due ambiti di applicazione richiesti dai Principi per generare impatto positivo verso il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità fissati dagli SDGs e di quelli previsti dall'Accordo sul clima di Parigi.

A livello EU, la Commissione Europea, all'interno della sua Tassonomia Ambientale, ha pubblicato il draft dei Tecnical Screening Criteria (di seguito TSC) relativi ai quattro obbiettivi, tra i quali vi è la transizione verso la CE - "transition to a circular economy" -, che si aggiungono ai due relativi al cambiamento climatico; l'emanazione del Delegated Act è programmata per giugno. La fissazione dei TSC è l'ultimo tassello necessario per abilitare la CE come contenuto della Tassonomia anche ai fini del calcolo degli indicatori di performance richiesti all'industria finanziaria per misurare il loro grado di adesione verso la finanza sostenibile, tra i quali spicca il GAR (Green Asset Ratio) in ambito bancario.
Sempre in ambito comunitario, l'elemento di maggior portata "strategica" però consiste nell'osservare che la CE sta evolvendo da tematica ambientale inclusa nella Priority 1 della Commissione (European Green Deal, 2019; CE Action Plan, 2020) ad elemento fondamentale della sua politica industriale, indicata dalla Priority 2 (A Europe fit for the digital age - Digital future agenda & a new Industrial Strategy - digital & net zero -, 2020), attraverso il progressivo sviluppo di tematiche tipiche della CE quale è la corretta gestione degli stock di risorse vergini finite e la loro sostituzione con risorse rinnovabili e/o rigenerabili (per esempio Critical Raw Material Act, 2023).

Lo scenario che sta emergendo impone una riflessione sui contenuti della sostenibilità in ambito finanziario. Infatti, ESG (UN, 2005) è stato adottato sul presupposto di esistenza di un nesso di materialità finanziaria, focalizzandosi dapprima sui rendimenti delle azioni (per es. Eccles et al, 2014) e poi sui rischi di tipo ambientale e climatico (per es. ECB, 2020). Però, la letteratura più recente (per es. Bruno et al, 2021) è sempre più concorde nell'indicare un calo, se non una assenza, di sovra-performance delle strategie e degli asset ESG, per lo meno in termini di extra rendimenti, mettendo in discussione l'effettiva permanenza della sua materialità finanziaria. Inoltre, sta emergendo l'esigenza di sviluppare una materialità dinamica: la sostenibilità deve saper affiancare alla performance finanziaria/ESG anche dei risultati di impatto che siano rilevanti per gli stakeholders diversi dagli investitori finanziari; si pensi, a tal proposito, ai prodotti finanziari di investimento sub art. 9 della SFDR in ambito di asset management. ESG, che non è stato ideato in funzione del perseguimento della double materiality, evidenzia forti limiti in tal senso.

Al contrario, la ricerca condotta all'interno del GREEN, sviluppata con il supporto del Gruppo ISP, evidenzia la presenza di materialità finanziaria per la CE a livello di: - extra rendimenti risk-adjusted nell'equity (Zara et al, 2022); - riduzione dei livelli di rischio sia dell'equity (Zara et al, 2022) sia del debito (Zara et al, 2022a); - di resilienza rispetto agli shock esogeni (Zara et al, 2023). Inoltre, avendo un contenuto di economia che è pervasivo rispetto a tematiche non solo ambientali ma anche geopolitiche e sociali, CE è in grado di perseguire obiettivi di impatto che sono materiali rispetto agli interessi degli altri stakeholders non finanziari.

In ultima analisi, CE si pone come linea evolutiva dei contenuti di sostenibilità rispetto al mainstream ESG ed è in grado di incanalare l'impatto da essa generabile all'interno delle categorie ESG, diventando essa stessa un acceleratore delle strategie ESG di banche e di altri investitori.