Finiscono al Comune le idee degli studenti sulla resilienza di Milano
Succede che un gruppo di studenti di un corso di marketing proponga alcune idee per migliorare la resilienza del Comune di Milano all'indomani del lockdown e che il Comune chiami i ragazzi ad esporre la propria strategia. È ciò che è avvenuto nel corso del triennio 'Marketing e cittadino cliente' della Bocconi tenuto dai docenti Luca Buccoliero ed Elena Bellio.
"Come parte del lavoro del corso", racconta Buccoliero, "abbiamo chiesto ai ragazzi, divisi in dieci gruppi, di immaginare e sviluppare strategie che potessero aiutare un'istituzione come il Comune a ridisegnare il brand Milano in termini di valori. Per reinventarsi all'indomani di un'emergenza come quella per il coronavirus". Ai ragazzi è stato suggerito di analizzare le strategie messe in campo dal network delle 100 resilient cities, che unisce non solo città che in passato hanno subito particolari shock, ma anche città che hanno dovuto o devono affrontare realtà sociali complesse. "I ragazzi", continua Buccoliero, "si sono concentrati sui temi della coesione sociale, degli equilibri tra centro e periferia, della sostenibilità ambientale e, specificatamente riguardo all'emergenza in corso, dell'importanza della ricerca in ambito sanitario".
Tra i diversi gruppi, quello formato da Alice Pomes, Michele Zocca, Martina Radatti, Vincenzo Verga, Matteo Di Loreto, Benedetta Gentile (studenti del Cleam) e Daniele Garabello (del Clef) non si è fermato alla fase di immaginazione, ma ha scritto al Comune per proporre il proprio lavoro. E il Dipartimento delle città resilienti del Comune di Milano ha risposto chiamando i ragazzi ad esporre le proprie idee.
"Abbiamo preso spunto da Los Angeles, in particolare per quanto riguarda le strategie di miglioramento della coesione sociale, e ci siamo concentrati su possibili soluzione per la Milano post-lockdown", spiega Alice Pomes. "Nel nostro lavoro abbiamo puntato soprattutto sullo sviluppo della digitalizzazione, proponendo di trasferire online le visite ai musei, come fatto altrove, e di rendere possibili online alcune operazioni di poste e uffici pubblici". Inoltre hanno immaginato un app che mettesse insieme diverse funzionalità: "Che servisse per le comunicazioni (anche di emergenza), che permettesse di entrare in contatto con sportelli di ascolto e con esperienze di volontariato. E che permettesse di suggerire migliorie come fatto a Venezia con l'app Iris. Il concetto di fondo è rimettere al centro il cittadino".
L'esercizio, a quanto pare, è stato molto apprezzato dai rappresentanti del Comune, che si sono confrontati con i ragazzi. "Un evento come quello che stiamo vivendo rappresenta uno snodo importante nella storia di una città", conclude Buccoliero. "Costruire un nuovo brand su un trauma che diventa parte dell'identità storica di un luogo è un po' come ciò che è stato fatto a New York City dopo l'11 settembre".