Uguaglianza di genere, un anno dopo
Ora più che mai, l'uguaglianza di genere è una questione sociale fondamentale. Tra i danni collaterali della pandemia di COVID, c'è l'inversione di tendenze positive come il coinvolgimento degli uomini nei lavori domestici e di cura dei bambini, che avevano dimostrato di favorire la partecipazione femminile al mercato del lavoro, ha detto il direttore dell'AXA Research Lab on Gender Equality della Bocconi, Paola Profeta, a "Gender Equality: Sfide future. From She-cession to She-recovery", un evento tenutosi ieri in Università in occasione di un anno di attività del laboratorio.
Nel riassumere i risultati di ricerca sul tema, Profeta ha spiegato che lo smart working può contribuire a promuovere la parità di genere. Durante la pandemia, con l'uso massiccio e non pianificato del lavoro a distanza, il lavoro domestico aggiuntivo e la cura dei bambini non sono stati equamente divisi tra uomini e donne all'interno della famiglia e sono ricaduti principalmente sulle donne, esacerbando le differenze preesistenti.
"Durante la prima ondata della pandemia," ha detto Profeta, "anche all'interno delle coppie in cui entrambi i partner hanno lavorato da casa, le donne hanno aumentato le ore giornaliere di lavoro domestico da 2,52 prima della pandemia a una media di 3 ore durante la prima ondata, mentre gli uomini sono passati da 1,26 a 1,57. La differenza di genere è rimasta significativa (2,82 ore per le donne contro 1,43 per gli uomini), anche se più piccola, durante la seconda ondata della pandemia."
In tempi "normali", però, gli uomini che lavorano da casa sono più coinvolti nei lavori domestici e nella cura dei bambini, e quindi la parità di genere viene favorita. "In un grande esperimento condotto prima della pandemia, abbiamo scoperto che gli uomini che facevano un giorno di smart working a settimana hanno aumentato del 50% il tempo dedicato ai lavori domestici e alla cura dei bambini rispetto a coloro che hanno continuato a lavorare in modo tradizionale per tutta la settimana," ha detto Profeta.
Grazie al contributo di AXA, Profeta ha riunito un gruppo di giovani ricercatori, tra cui Caroline Coly, Silvia Griselda, Giulia Savio, Ximena Calò e Alda Marchese, che si occupano di temi legati al genere come istruzione; lavoro, famiglia e fertilità; politica e intervento pubblico; empowerment delle donne; cultura.
Le questioni di genere sembrano essere una concausa della sottorappresentazione delle ragazze nei corsi universitari di Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica (STEM). Le ragazze hanno in media il 34% in meno di probabilità di scegliere una specializzazione legata alle discipline STEM all'ultimo anno di scuola superiore. Le ricercatrici dell'AXA Lab hanno osservato che l'uso di domande a scelta multipla a scuola, particolarmente comune in queste materie, discrimina le donne: un aumento della quota di domande a scelta multipla di dieci punti percentuali (ad esempio dal 50% al 60%) aumenta del 50% il divario di genere nei punteggi di matematica a favore dei ragazzi. Inoltre, hanno notato che la peggiore performance delle donne in matematica viene troppo enfatizzate come causa della loro sotto-rappresentazione nelle discipline STEM. Infatti, fino al 12% del divario di genere nell'iscrizione alle STEM nell'istruzione terziaria può essere associato alle performance superiori delle donne nelle materie umanistiche.
Un altro caso di dannosa sottorappresentazione femminile è la politica. Uno studio ha mostrato che le donne sindaco fanno meno ricorso degli uomini al "ciclo di bilancio politico", cioè la manipolazione che aumenta le spese in voci visibili - come strade o trasporti - subito prima delle elezioni per ottenere il consenso. I ricercatori dimostrano che i cicli "maschili" sono dannosi: un aumento dell'uno per cento della spesa strategica abbassa l'equilibrio di bilancio del comune del 3,2%.
Le ricercatrici hanno anche osservato che le regole elettorali non sono neutrali rispetto al genere. Le leggi elettorali proporzionali funzionano meglio di quelle maggioritarie nell'aumentare la rappresentanza femminile. Il cambiamento del 2005 della regola elettorale per le elezioni nazionali italiane da (principalmente) maggioritaria a proporzionale ha aumentato il numero di donne elette del 5% lasciando inalterata la qualità.
È stato affrontato anche un tema delicato come le molestie sessuali sul lavoro. Una ricerca dell'AXA Lab ha osservato che circa il 12% delle donne lavoratrici in Francia ha subito comportamenti tossici sul lavoro nell'ultimo anno, tra cui commenti sessisti, molestie morali, sessuali o fisiche, o violenza. Le donne in ambienti di lavoro sessisti hanno 15 volte più probabilità di riferire di aver ricevuto commenti osceni, più di 130 volte più probabilità di riferire di aver ricevuto proposte sessuali insistenti, e circa 40 volte più probabilità di riferire di essere state aggredite fisicamente o sessualmente.
Il movimento #MeToo ha aumentato la consapevolezza del problema e ha aumentato i tassi relativi di abbandono delle donne nei luoghi di lavoro a più alto rischio. In questo modo, però, le donne hanno finito per subire una doppia penalità: non solo sono vittime di abusi, ma sono spesso costrette a lasciare il lavoro per evitarli.