Il corso che insegna a innovare
"In questo corso si studia il processo di innovazione. Si studia come nascono le idee innovative (di prodotto, di processo, ma anche nei servizi, nei business models), come si realizzano, come raggiungono gli utilizzatori finali e le loro implicazioni per i consumatori, per le imprese, per il sistema economico nel suo complesso. Perché", dice Myriam Mariani, professore ordinario presso il Dipartimento di management e tecnologia dell'Università Bocconi e direttore del Master of Science in Economics and management of innovation and technology, "l'innovazione ha un impatto enorme sui sistemi sociali e sull'economia".
Un corso per sua natura molto dinamico e aperto a continui aggiornamenti nei programmi e nella faculty, con un'età media giovane e un profilo internazionale. "Il programma unisce gli aspetti più teorici dell'economia con quelli invece più applicati del management in un bilanciamento perfetto difficile da riscontrare in altri corsi. Gli studenti si confrontano con uno stimolante programma di formazione sui temi di economia e strategia dell'innovazione, di gestione della tecnologia e dei processi di innovazione a livello di singola impresa e di mercato, di imprenditorialità nei settori tecnologici", continua Mariani, "integrati da esercitazioni, lavori di gruppo, hackaton, con il coinvolgimento di manager e imprese".
Un'altra peculiarità importante dell'Emit è l'approccio rigoroso scientifico che viene insegnato, ogni scelta dev'essere l'esito di un percorso fondato sul ragionamento teorico e lo sviluppo di ipotesi che incontrano i test empirici a valle. Uno dei major che Emit offre nel secondo anno è infatti in Big Data and Business Analytics.
La classe dell'Emit è variegata, molto eterogenea: "I nostri studenti provengono da ogni corso triennale della Bocconi, molti anche dall'estero, in prevalenza da economia, management e data science ma c'è anche chi ha studiato ingegneria. Un mix vivace, con ognuno in grado di dare alla discussione un apporto da una diversa prospettiva", prosegue Myriam Mariani, "perché per sua natura l'innovazione è pervasiva e si estende a tutti gli ambiti".
E anche gli sbocchi occupazionali sono i più disparati. "I laureati hanno la possibilità di ricoprire diversi ruoli legati a progetti innovativi in grandi società di consulenza, aziende multinazionali, aziende ad alto tasso di innovazione, organizzazioni internazionali, organismi di autorità e regolamentazione dell'innovazione e della proprietà intellettuale, o ancora come marketing researcher per lo sviluppo e il lancio di nuovi prodotti, e spesso, circa il 40%, trovano occupazione all'estero", spiega il direttore. Che aggiunge: "Emit è un corso di laurea che vuole accogliere anche molte ragazze e può rappresentare per loro un'entratura diversa, attraverso l'economia e il management dell'innovazione e dei lavori STEM in cui la quota di donne è purtroppo ancora bassa".