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I genitori inventori perpetuano le disuguaglianze di genere

, di Andrea Costa
Avere un genitore inventore moltiplica per un fattore 13 le possibilita' di una ragazza di diventare una inventrice, ma quando una primogenita ha un fratello minore questo vantaggio viene completamente annullato, secondo uno studio di Myriam Mariani.

Ricerche preesistenti hanno dimostrato che nascere in famiglie con un'istruzione e un reddito inferiori alla media ha una correlazione negativa con la possibilità di diventare inventori o scienziati. Un lavoro di Myriam Mariani del Dipartimento di Management e Tecnologia della Bocconi, in collaborazione con Karin Hoisl (Università di Mannheim, Germania) e Hans Christian Kongsted (Copenhagen Business School), si spinge oltre ed indaga su cosa impedisce alle donne inventrici di esprimere il proprio potenziale. Una bambina nata da un genitore che ha inventato qualcosa ha 13 volte più probabilità di diventare lei stessa un'inventrice rispetto alla media delle bambine, ma questo vantaggio scompare completamente se il secondo figlio della famiglia è un maschio.

Lo spreco di talento per la scienza che non viene sfruttato semplicemente a causa di una mancata esposizione a stimoli culturali sufficienti nelle prime fasi della vita, è caratterizzato dal soprannome di "Einstein perduti", dato a quegli ipotetici potenziali inventori a cui è stato impedito di esprimere le proprie capacità a causa di un contesto familiare sfavorevole. Il costo di questi sprechi viene pagato in ultima analisi dall'intera società, in termini di mancate innovazioni e di mancata crescita economica.

La professoressa Mariani e i suoi colleghi ritengono che si tratti piuttosto di un caso di "Marie Curie perdute", poiché, per prima cosa, le ragazze sono meno rappresentate nelle discipline STEM (acronimo di "science, technology, engineering and mathematics"), che sono una condizione necessaria per diventare inventori. È sorprendente notare che le donne tra gli inventori, definiti come persone che hanno depositato un brevetto, sono ancora più rare di quanto la loro quota di laureati in discipline STEM suggerirebbe.

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Per cercare di spiegare questo fatto, gli autori hanno indagato il ruolo dei genitori inventori sulle possibilità dei loro figli e figlie di diventare a loro volta inventori. Per farlo, si sono rivolti all'impressionante volume di dati disponibili sui residenti in Danimarca. Tale abbondanza di dati consente di monitorare da vicino intere coorti e gruppi sociali. Inoltre, poiché in Danimarca l'istruzione è gratuita a tutti i livelli e l'uguaglianza è un principio fondamentale della società, si può presumere che i pregiudizi economici e di genere siano molto bassi.

Lo studio rileva che la possibilità di trasmettere la capacità di diventare inventore alle figlie primogenite è praticamente nulla se il secondogenito della stessa famiglia è un maschio, ma non se è un'altra femmina. I dati suggeriscono che avere i genitori inventori vogliano dire 7 ragazze inventrici in più ogni mille ragazze, che diventano ben 15 in più ogni mille ragazze quando la loro sorella minore è anch'essa una ragazza. Ma l'effetto di avere un genitore inventore è nullo se il secondogenito è un maschio.

Come afferma la professoressa Mariani, "c'è una forte componente di genere nella diluizione degli effetti dell'inventività dei genitori". Ciò significa, osserva Myriam Mariani, che anche le famiglie con un alto livello di istruzione in un contesto favorevole perpetuano le disuguaglianze di genere, anche se inconsapevolmente. La spiegazione di questo risultato non è che le figlie siano deliberatamente trascurate a favore dei fratelli maschi minori, ovviamente. A quanto pare, se i genitori hanno una figlia e un figlio tendono a pensare che il figlio avrà maggiori possibilità di diventare un inventore e di avere una carriera di maggior successo, perché la stragrande maggioranza degli inventori è costituita da uomini e le poche inventrici sono trattate peggio degli inventori maschi in termini di retribuzione, avanzamento e probabilità di ottenere un brevetto.

Il primo passo per affrontare questo problema, a causa del quale, come detto in precedenza, la società paga un prezzo pesante, è quello di aumentare la consapevolezza delle persone, a qualsiasi livello, dei danni causati da questo tipo di mentalità. In secondo luogo, e soprattutto, è necessario cambiare le condizioni che sfavoriscono le donne nella scienza e rendere questi cambiamenti il più possibile visibili. Un esempio, molto rilevante per le inventrici e l'innovazione, sarebbe quello di rendere anonime le domande di brevetto mentre vengono vagliate, proprio come i paper accademici, in modo da eliminare in un colpo solo qualsiasi pregiudizio di genere.

Karin Hoisl, Hans Christian Kongsted, Myriam Mariani, "Lost Marie Curies: Parental Impact on the Probability of Becoming an Inventor", Management Science, May2022, DOI: https://doi.org/10.1287/mnsc.2022.4432