Contatti
Didattica

Gli studenti Themis spingono le imprese a rispettare i diritti umani

, di Claudio Todesco
Gli studenti di diritto internazionale che partecipano al programma di scambio hanno concluso una tre giorni di simulazione del processo di negoziazione e di una seduta del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite

Seduta alla cattedra, la presidente dell'assemblea ringrazia i distinti delegati e dichiara aperta la discussione per la stesura di una risoluzione sul rispetto dei diritti umani da parte delle aziende multinazionali. Di fronte a lei, quattordici delegazioni nazionali, contraddistinte da gagliardetti, prendono a turno la parola esprimendo la propria posizione circa i principi base da adottare. Non siamo a Ginevra, ma in aula AS2 della Bocconi. Non si tratta di una seduta del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite, ma è la cosa più simile ad essa a cui possa capitare d'assistere. "Verosimile al 90%", assicura la presidente dell'assemblea Kamelia Kemileva, oggi Executive Manager dell'Academy of International Humanitarian Law and Human Rights di Ginevra, per due anni Special Advisor del Presidente del Consiglio dei Diritti Umani.

Per tre giorni, gli studenti delle migliori school of law internazionali che partecipano al programma di scambio Themis hanno sperimentato in Bocconi il laborioso processo di negoziazione che sta dietro alla redazione di un documento dell'ONU. Il loro compito consisteva nel partire dalla risoluzione numero 26/22 del giugno 2014, "Human rights and transnational corporations and other business enterprises", e introdurre metodi innovativi per la sua implementazione. Alla fine dei tre giorni, dopo discussioni intense e appassionate, è stata prodotta una risoluzione proposta dal Ghana con Corea, Russia, Nigeria, Messico, Cuba, Botswana e India, in cui si incoraggiano gli Stati a compiere passi concreti per implementare i principi guida, si caldeggia la creazione di Commissioni Regionali in ogni continente, si estende il mandato del Working Group istituito per monitorare il rispetto di tali linee guida da parte degli Stati.

Il percorso d'avvicinamento al seminario è iniziato tre mesi fa, quando cinquantasei studenti appartenenti al network Themis (Bocconi, Esade di Barcellona, Paris-Est Créteil, Freie di Berlino, Maastricht Law School e WU University of Economics and Business di Vienna; non hanno partecipato al seminario quelli della School of Law di Singapore) sono stati divisi in quattordici gruppi, uno per ogni Stato coinvolto nella simulazione. Senza prima conoscersi, i partecipanti hanno svolto un lavoro di ricerca sulla posizione politica e legislativa del Paese che avrebbero rappresentato. Tramite una piattaforma on line, hanno posto le basi del proprio gruppo collaborando in remoto alla redazione di un position paper. "Non è stato facile", assicura Valerio Angelo Bianchi, studente Bocconi in scambio presso Esade. "La lontananza geografica ha reso difficile il processo di team building, ma una volta che ci siamo incontrati le cose sono migliorate".

Mercoledì 16 marzo si sono tenute una sessione introduttiva e una prima discussione informale. Giovedì 17 ha avuto luogo la prima sessione plenaria formale. Venerdì 18 è stata stilata la risoluzione finale a cui è seguita la premiazione del migliore position paper (Emirati Arabi Uniti) e della migliore delegazione (Ghana). I gruppi sono stati giudicati in base alla coerenza della condotta in relazione alla posizione del Paese rappresentato e al livello di cooperazione interno e con gli altri team. "È stata una sfida", assicura Lucrezia Sperzani, studentessa Bocconi presso Esade. "Non siamo abituati ad affrontare negoziati e a considerare la parte politica dei processi decisionali. Ne farò tesoro". In aprile Sperzani comincerà a lavorare a Barcellona presso uno studio legale che si occupa di diritto finanziario e bancario, "anche grazie all'aiuto del network di Themis".

Francesca Ginexi, coordinatrice accademica della simulazione, sottolinea il valore didattico dell'esperienza. "Gli studenti hanno imparato a rappresentare interessi diversi dai propri, a lavorare con metodi non tradizionali e a negoziare, tutte skills utili anche all'interno di imprese e studi legali. Hanno contato i risultati conseguiti nel costruire e gestire il team, l'abilità dell'esporre le proprie ragioni, la capacità di conciliare visioni differenti". Matteo Garofalo, reduce da un semestre alla Freie di Berlino, ha apprezzato "la possibilità di misurarsi con capacità che solitamente non sono sollecitate fra i banchi d'università".

Nella loro vita lavorativa gli studenti affronteranno vari tipi di negoziazione ed è bene che ne comprendano fin da subito funzionamento e importanza. "Per loro è stata un'esperienza rivelatrice", afferma Kemileva "Agli studenti di giurisprudenza solitamente non viene insegnato che considerazioni politiche, problemi regionali, alleanze commerciali, l'operato di organizzazioni sovrannazionali possono rendere la logica legale irrilevante. La simulazione serve anche per alzare il velo e scoprire che cosa accade dietro le quinte".