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Gli emoji parlano di politica

, di Fabio Todesco
Il loro uso nelle bio di Twitter dimostra che gli emoji possono trasformarsi in nuovi linguaggi gergali, che segnano sia il senso di appartenenza a una comunita' politica sia l'esclusione degli estranei. Con un aumento della polarizzazione

La vasta gamma di 3.633 emoji presenti nei nostri smartphone può essere interpretata come un archivio di valori, ideali, ruoli sociali e preferenze, tutti portatori di un significativo contenuto politico. L'analisi di quali emoji gli individui usano per descriversi offre una via unica e alternativa per comprendere i valori e la polarizzazione politica, secondo un working paper di Sara Luxmoore, ricercatrice pre-dottorato presso il Dondena Center della Bocconi, che si è concentrata sull'uso di emoji nelle bio di Twitter.

Nel suo studio, presentato alla prima Conference on European Polarization alla Bocconi, Luxmoore osserva gli utenti di Twitter in Polonia, sfruttando un metodo di analisi, sviluppato da Pablo Barberà per gli Stati Uniti e adattato all'Europa da Pedro Ramaciotti Morales, che permette di stimare il posizionamento politico dei cittadini in base ai politici che seguono sui social network.

L'autrice ha trovato più di 10.232 utenti che seguono almeno tre parlamentari polacchi e che hanno emoji nei loro profili Twitter. Li ha divisi in 10 gruppi numericamente equivalenti, da quelli più di sinistra a quelli più di destra, e ha osservato quali emoji sono più frequenti nelle biografie di ciascun gruppo.



"Ho trovato regolarità attese per gli emoji esplicitamente politici, come la bandiera dell'UE o la bandiera del Pride, ma ho anche trovato associazioni inaspettate per emoji apparentemente innocui, come l'emoji "100" e l'emoji del bicipite flesso. Ritengo che questi risultati indichino che gli emoji consentono di sviluppare nuovi linguaggi gergali, condivisi da amici, colleghi o organizzazioni." Questi linguaggi segnano sia il senso di appartenenza a una comunità politica sia l'esclusione degli estranei, contribuendo così alla polarizzazione politica.

L'uso di emoji politici specifici di un determinato contesto, e forse inaspettati, è fortemente correlato all'uso di simboli politici tradizionali. Per la sinistra polacca, è il caso dell'ombrello, legato ai movimenti femministi e pro-choice perché le prime proteste si sono svolte sotto la pioggia, o della piantina, utilizzata per marcare la coscienza ambientale e il veganismo. Per la destra, l'emoji del bambino rappresenta la spinta a superare la crisi demografica che sta colpendo il Paese e l'emoji "100" è spesso usato come qualificatore di altre emoji e potrebbe significare "100% cattolico" o "100% polacco."

In questo modo gli emoji, con il loro efficace formato di un solo carattere con cui comunicare il più possibile di se stessi, possono essere una nuova via attraverso la quale si forma l'identità politica collettiva.

Sara Luxmoore sta ora ampliando questo studio in un progetto più articolato, insieme a Pedro Ramaciotti Morales (Sciences Po) e Jon Cardoso Silva (LSE).



Sara Luxmoore, "Emoji, Language Games and Political Polarisation." Working paper.