Contatti

CLEACC, un quarto di secolo ma sempre al passo con i tempi

, di Davide Ripamonti
Un corso di laurea di grande successo festeggia i suoi primi 25 anni facendo incontrare studenti e alumni. Per far comprendere a chi lo frequenta che le possibili carriere sono davvero tantissime

Un corso unico nel suo genere, che unisce il rigore matematico e quantitativo che ci si aspetta in una università di Economia come la Bocconi, con alcune materie umanistiche, perché i settori culturali rappresentano un punto di forza dell’Italia e dell’Europa in generale, e proprio per questo servono manager preparati in grado di gestirli e valorizzarli. Il CLEACC (Corso di laurea in Economia e management per arte, cultura e comunicazione) ha compiuto 25 anni e per festeggiarlo l’Università ha organizzato un evento, “25 Years of CLEACC-Working Cultures”, che è stato anche l’occasione per riunire alumni, docenti e studenti e celebrare insieme ricchezza e diversità dei percorsi intrapresi dagli alumni. 

“Avevamo già festeggiato in passato prima i 10 anni e poi i 18 del CLEACC”, dice Stefania Borghini, professoressa associata presso il Dipartimento di marketing della Bocconi e direttrice del corso, “ma questa volta abbiamo voluto fare qualcosa di diverso. Meno spazio agli interventi istituzionali e tanto invece agli alumni. Un modo per testimoniare il contributo che i nostri laureati hanno dato e stanno dando in ambito manageriale, culturale e artistico alla società. Per spiegare innanzitutto, come recita nel titolo ‘Working Cultures’, che cosa significhi lavorare in ambito culturale e quale ruolo abbia la cultura nella società”. 

Un evento sostanzialmente diviso in due momenti principali, una parte riservata ad alumni ‘senior’, che hanno raccontato dal palco la propria esperienza, e una invece ad alumni più giovani che in una serie di masterclass hanno dialogato con gli studenti parlando di sé e dei propri successi imprenditoriali, a volte ancora agli inizi.

“Il CLEACC prepara i laureati a lavorare in diversi ambiti dando una base comune”, riprende Borghini, “perché le strade che si possono intraprendere sono davvero tante. E che cambiano continuamente, con il comparire sulla scena di nuovi attori come, per esempio, l’intelligenza artificiale. Oppure l’economia circolare. Cambiamenti che costringono il corso ad adeguarsi per essere sempre attuale”. Riuscendoci alla grande, verrebbe da dire. Perché gli studenti, presenti in gran numero, hanno potuto apprezzare direttamente dalle testimonianze degli alumni che cosa significhi laurearsi al CLEACC dopo 5 anni, dopo 10 e dopo 25, vedere i percorsi di carriera e replicarli in un settore, quello culturale, fondamentale per l’economia italiana e per quella europea. “Il CLEACC a distanza di 25 anni dalla sua nascita non ha veri competitor in Italia e in Europa, perlomeno nelle università top con le quali la Bocconi ama confrontarsi. Esistono molti corsi specialistici per questa o quella professione culturale, per l’arte, per le professioni creative, per il cinema, la moda, il design e altro ancora, ma così ad ampio spettro no”. Una diversità che rimarca anche Antonella Carù, professoressa ordinaria presso il Dipartimento di marketing e prorettrice per lo Sviluppo e le Relazioni con gli alumni: “Un confronto ricco di spunti e mai banale, un panel di ospiti accomunati dalla capacità di manifestare pensiero critico ed essere attori del cambiamento in modo naturale, senza presunzione. Capaci, tutti, di agire in profondità pur provenendo da ambiti e realtà molto diversi. E, soprattutto, capaci di trasmettere questa loro passione in discorsi appassionati e coinvolgenti”.