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Che mondo sarà per l’Unione europea

, di Stefano Feltri
Le nuove minacce alla sicurezza e la frammentazione del contesto europeo portano l’Ue a interrogarsi sul proprio destino e su quello delle politiche in atto, a partire da quelle climatiche. Ne discuterà, il 14 ottobre, l’evento annuale dell’Institute for European Policymaking at Bocconi University

Il progetto dell’Unione europea è stato concepito e si è sviluppato in un mondo molto diverso da quello di oggi, in un mondo di mercati sempre più aperti e integrati e proiettato verso società più democratiche e inclusive. 

Oggi quel mondo non esiste più. Le nuove minacce alla sicurezza e le guerre in Medio Oriente e in Ucraina rendono più urgenti investimenti per la sicurezza, mentre la ricerca di una autonomia strategica a livello nazionale ed europeo aumenta la domanda per politiche industriali mosse da ragioni strategiche più che economiche. 

L’evento annuale dell’Institute for European Policymaking della Bocconi, il 14 ottobre in Aula Magna dalle 9, è quindi dedicato a rispondere a questa domanda: L’Unione europea è adeguata a un mondo frammentato? 

Èuna domanda che ovviamente non può avere una risposta univoca, ma che attraversa le principali sfide di policy a livello europeo. 

La frammentazione del contesto in cui l’Ue si deve muovere implica scelte nette su come e quanto proteggere il mercato unico, oppure se accettare nuovi limiti e distorsioni in nome della sicurezza. Sono temi affrontati da Enrico Letta nel suo rapporto sul futuro del mercato unico, e per questo Letta sarà uno degli speaker all’evento IEP@BU. 

Il mondo frammentato impone all’Unione europea di interrogarsi anche su altre questioni esistenziali: quale sarà il destino del Green Deal, il grande sforzo per arrivare a emissioni nette zero entro il 2050? 

Nella nuova Commissione di Ursula von der Leyen l’impegno sul clima ha già cambiato nome, si preferisce parlare di “Clean Transition” o “Clean Growth" e questo è indicativo. All’evento di IEP@BU si confronteranno su questo i punti di vista della politica, della finanza, dell’accademia, a moderare la vicepresidente IEP@BU Sylvie Goulard che ha appena curato il primo monitoraggio esteso della produzione normativa europea sul Green Deal, un Policy Brief di IEP@BU

E poi c’è la questione dell’allargamento, un processo accelerato anche in risposta all’aggressione della Russia all’Ucraina. Ma l’Unione europea per come è organizzata oggi è in grado di assorbire altri Paesi in pochi anni? E come fa a gestire il rischio in termini di sicurezza che comporta inglobare nuovi Stati membri che sono sotto costante minaccia dalla Russia, come la Moldavia, o addirittura in pieno conflitto come l’Ucraina? 

Molti pensano che per allargarsi l’Ue debba prima cambiare il suo funzionamento interno: questo è un tema su cui si interroga da tempo Mario Monti, presidente onorario di IEP@BU, che si confronterà con Herman van Rompuy, presidente del Consiglio europeo durante altri tempi difficili, quelli della crisi dei debiti sovrani e della moneta unica. 

Lo IEP@BU è nato per andare oltre la diagnosi dei problemi e per proporre soluzioni concrete, attuabili, un “policy accelerator” della ricerca accademica. Per questo dopo i panel con i protagonisti della discussione europea di policy, Carlo Altomonte e un team di ricercatori IEP@BU ascolteranno e discuteranno le proposte di policy sulle grandi sfide europee avanzate da studenti Bocconi. 

Per la prima volta un think tank invece che consultare gli esperti di oggi, costruisce un dialogo con gli esperti di domani, per favorire lo sviluppo di un approccio orientato alla policy fin dagli anni dell’università.