Prevenire la criminalita' con la ricerca quantitativa
Paolo Pinotti si è aggiudicato il Bocconi Research Impact Award 2021 con uno studio, "Clicking on Heaven's Door: The Effect of Immigrant Legalization on Crime," che dimostra come legalizzare gli immigrati abbia il notevole effetto collaterale di dimezzare i loro tassi di criminalità. Il professore, titolare della Endowed Chair in the Economic Analysis of Crime, è arrivato alla sua conclusione grazie a un'analisi statisticamente rigorosa, resa possibile da uno strano aspetto del diritto italiano: il click-day che, nella sostanza, assegna ogni anno un certo numero di permessi di soggiorno, facendo valere l'ordine cronologico della presentazione della domanda online.
I posti vanno esauriti in pochi minuti e Pinotti ha potuto confrontare il tasso di criminalità degli immigrati che hanno inviato la domanda immediatamente prima del taglio e di coloro che l'hanno inviata immediatamente dopo. Il risultato è che il tasso di criminalità degli immigrati legalizzati si è dimezzato nel corso dell'anno successivo, mentre il tasso di criminalità di coloro che non ce l'avevano fatta è rimasto invariato.
Il paper sarà presentato lunedì 4 aprile in Università, nel corso di una cerimonia alla quale interverrà anche il ministro degli Interni, Luciana Lamorgese. Nel corso della giornata saranno presentate le linee di ricerca perseguite dagli studiosi che lavorano con Pinotti nell'ambito dell'Endowed Chair e del CLEAN (Crime, Law, and Economic Analysis), un'unità di ricerca del Centro Baffi-Carefin della Bocconi.
Gianmarco Daniele e Giovanna Marcolongo analizzeranno il nesso tra spesa pubblica, corruzione e criminalità organizzata. Marcolongo analizza gli appalti nei periodi successivi a un terremoto in Italia e osserva che le infiltrazioni mafiose si fanno più forti allo scadere del periodo di emergenza, quando le necessità di ricostruzione (e i conseguenti lavori) sono ancora forti, ma il monitoraggio pubblico diventa più debole.
Daniele studia gli effetti dei tagli alla spesa pubblica, arrivando alla conclusione che, se ben congegnati, possono ridurre la corruzione senza pregiudicare la qualità dei servizi, come accaduto quando il Patto di stabilità interno è stato esteso ai comuni con meno di 5.000 abitanti. L'esistenza di sanzioni per chi non avesse tagliato la spesa e la forte accountability dei politici locali rispetto all'elettorato in centri così piccoli sono le caratteristiche che qualificano quel taglio come ben congegnato.
L'esistenza di big data di grande qualità rende il Brasile un caso perfetto per studiare la litta alla violenza e alla corruzione, come fanno Diogo Britto, Manoel Gehrke e Marco Le Moglie.
Britto usa i big data per studiare il nesso tra perdita del lavoro e criminalità e per studiare le politiche pubbliche finalizzate a ridurlo. Il sussidio di disoccupazione, per esempio, si rivela efficace nello spezzare il nesso per i lavoratori più giovani.
Gehrke utilizza dati provenienti da varie fonti per studiare i fenomeni di nepotismo e corruzione e giunge a una spiegazione del motivo per cui le politiche di contrasto alla corruzione sono così raramente efficaci. La frammentazione delle élite locali sembra giocare un ruolo importante nel determinare esiti diversi per le stesse politiche.
Giunge a una conclusione inquietante Le Moglie: la quota di "criminali" tra i politici è più alta di quella della popolazione di riferimento e il fatto di avere commesso un crimine prima di entrare in politica aumenta sia la probabilità di presentarsi alle elezioni, sia quella di vincerle.
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