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Didattica

Le sentenze degli studenti

, di Davide Ripamonti
Arianna Vedaschi, del Dipartimento di studi giuridici, premiata per l'innovazione della didattica, propone per la discussione in classe casi reali. Trasformando cosi' gli studenti in giudici costituzionali

La prima condizione essenziale è avere studenti di alto livello. La seconda, che abbiano voglia di mettersi in gioco. "Altrimenti", come spiega Arianna Vedaschi, ordinario di Diritto pubblico comparato presso il Dipartimento di studi giuridici della Bocconi, uno dei docenti che hanno ricevuto il riconoscimento per l'Innovazione della didattica, "un progetto come il mio non avrebbe senso". Vedaschi si riferisce in particolare ai suoi corsi di Diritto pubblico comparato, riservato agli studenti del secondo anno, e di Giustizia costituzionale, per quelli del quarto anno. "Ho cercato di inserire, accanto a lezioni teoriche classiche, che sono la necessaria premessa, alcune lezioni pratiche. Scelgo esempi di conflitto avvenuti realmente, per esempio tra il presidente del consiglio e la magistratura, e risolti dalla Corte costituzionale, e glieli sottopongo", dice Vedaschi. Casi anche di grande impatto mediatico, come "The Abu Omar Case: Terrorism, Secrecy and Emergency before Courts", oppure di stretta attualità, "Artificial Intelligence and National Security: A Comparative Perspective", oppure, ancora, emblematici per quanto riguarda i conflitti di attribuzione, come "Ers: Terrorism, Secrecy and Emergency before Courts".

La prima parte consiste, come spiega Vedaschi, "nella spiegazione in classe da parte mia, con il ricorso ad esempi. Poi convoco gli studenti, suddivisi in gruppetti di 3-4 ciascuno, do loro il materiale, come sentenze e commenti, e alcune indicazioni su cosa fare e quali ricerche effettuare. I ragazzi, a casa, realizzano una simulazione, analizzando le ragioni degli attori in gioco e cercando ovviamente di risolvere il conflitto. A questo punto sono pronti a esporre in aula il proprio caso davanti agli altri studenti", continua la docente. "All'interno di ogni gruppo i componenti si assegnano i vari ruoli e poi ciascuno in aula ha 4-6 minuti per parlare. Quindi segue il dibattito". I casi affidati ai vari gruppi sono ovviamente diversi, ma con una matrice comune. "E qui sta l'elemento veramente innovativo", riprende Vedaschi, "perché dopo aver dibattuto due-tre argomenti diversi si può tracciare la giurisprudenza della Corte, e sono gli studenti in prima persona a farlo".
La discussione che segue le varie presentazioni è molto accesa, "a volte sconfinando anche oltre l'orario di lezione. E' un metodo che unisce la modalità di lavoro in team a quella individuale", dice ancora Vedaschi, "perché ogni studente in quei pochi minuti si rivolge da solo agli altri. Molti lo fanno per vincere la ritrosia a parlare in pubblico, ed è utile anche per quegli studenti che non necessariamente faranno gli avvocati".

Per quest'anno, il progetto attingerà molto dall'attualità, e non bisogna fare un grande sforzo d'immaginazione per capire a cosa ci si riferisca: "Ovviamente affronteremo il tema covid, vedremo come hanno reagito i vari ordinamenti nazionali di fronte all'emergenza. Perché questo progetto", conclude la docente, "è anche per me l'occasione per imparare, ogni anno, qualcosa di nuovo"